🌸 7(Parte I/ II)

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«Oggi

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«Oggi... tornano...» mugugnò Kotori, sollevandosi pigramente dal futon.

Avvertì il freddo pizzicarle la pelle non appena tirò giù le coperte, ma non se ne curò troppo, decidendo di sollevare le persiane per far entrare la luce all'interno della stanza.

Era sempre stata una persona mattiniera, ma quel giorno si era alzata più tardi del previsto, e, a giudicare dalla posizione del sole, doveva trattarsi più o meno di mezzogiorno.

La consapevolezza che Eijiro e Ichiro sarebbero tornati dalla spedizione la spinse ad abbandonare la beatitudine della calda luce solare e correre in direzione del grande baule per afferrare una leggera sottoveste bianca e un vecchio Kimono sgualcito. Non voleva chiamare Nagisa e, d'altro canto, non aveva alcuna voglia di vestirsi elegantemente quando, era sicura, la madre le avrebbe ordinato poco dopo di andarsi a cambiare per cominciare l'allenamento.

Infilò il Kimono azzurro, con la gonna puntellata da vari fiori di cui non conosceva il nome, e strinse un obi roseo in vita come meglio poté. Voleva sapere se il fratello e il padre avevano fatto ritorno, e non perdere tempo nell'aggiustarsi davanti lo specchio.

Si sistemò la frangia sulla fronte con le dita e pettinò alcuni capelli fuori posto prima di far scorrere la porta verso l'interno e dirigersi a passo svelto verso la sala da pranzo.

Sperò di fare capolino e trovare la sua famiglia ad aspettarla, pronta a consumare i piatti fumanti di cibo, invece, seduti sui morbidi cuscini accanto al tavolino basso, trovò Nobu in compagnia di un altro ragazzo.

Kotori si accorse di lui a causa dell'insopportabile rumore che faceva mentre ingurgitava la saporita carne proveniente da Kobe, che si premurava di staccare dall'osso con morsi degni di un predatore.

Il viso della giovane si contrasse in una smorfia allibita a causa della visione che le si parava davanti, mai e poi mai si sarebbe sognata di mangiare in quella maniera tanto disperata.

Dalla condizione del ragazzo, e a giudicare da come si buttava da una pietanza all'altra senza nemmeno curarsi di masticare, pareva quasi che non avesse mai visto così tanto cibo.

«O-ohayou gozaimas...» Kotori si bloccò al solo udire il rumore di un indiscreto e fuori luogo rutto proveniente dalle labbra, ancora coperte da chicchi di riso, del nuovo arrivato.

Nobu scoppiò in una risata fragorosa al solo vedere l'espressione indignata della sorellastra che, riluttante, si sedette all'altro lato del tavolo come per mettere maggiore distanza da lui e il suo nuovo amico.

«Kotori-chan, ben svegliata!» esclamò il fratellastro, portandosi tranquillamente un raviolo ripieno di carne alle labbra. «Aspettavamo solo te!»

«Davvero?» chiese lei, scoraggiata, afferrando una ciotola colma di zuppa di miso.

Nobu ingoiò il boccone, prima di alzarsi dal cuscino e posare, trionfante, una mano sulla spalla del ragazzo sconosciuto. «Eh già! Ti presento Nakamura Ryo, il mio nuovo amico!» annunciò, sorridendo a trentadue denti. «Ryo, lei è Tanaka Kotori. Ti ho parlato di lei poco fa, ricordi?»

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡àDove le storie prendono vita. Scoprilo ora