🌸 24

356 46 412
                                    

Keiji tornò a Isao quella sera, con un sorriso strafottente sul viso.

Nel momento stesso in cui aveva oltrepassato le porte della Città Celeste, il palazzo Imperiale di Isao, aveva respirato a pieni polmoni l'odore della vittoria nelle narici.

Percorse impazientemente il corridoio d'entrata, senza soffermarsi a osservare le bellezza di quel castello che aveva già visto talmente tante volte da perderne il conto.

La Città Celeste era una meraviglia creata dalle mani degli Shinigami. Comprendeva un largo, vasto, spiazzo di terra murata e attorniata da quattro torri angolari che davano modo di osservare le strade dall'alto, mentre, all'interno, le immense ale nobiliari si estendevano per Ri delimitati dalle mura di cinta.

Keiji arrivò alla fine del corridoio quasi marciando, trovandosi davanti i quattro Torii che segnavano l'ingresso alle differenti residenze del palazzo. Quello centrale avrebbe condotto alla Sala del Trono, dove avrebbe trovato il Sommo Sacerdote, quello accanto lo avrebbe portato negli alloggi della regina attualmente vuoti, a causa della decisione del sovrano di non prendere moglie. Quello a destra lo avrebbe fatto arrivare nel quartiere dedicato ai Consiglieri, mentre in quello a sinistra avrebbe trovato i Kawaakari, i sicari dell'Impero.

Keiji imboccò quest'ultimo Torii e si diresse silenziosamente fra le Buke-zukuri riservate ai Kawaakari, oltrepassandole per arrivare al Giardino Seiren. Un luogo tranquillo e abbellito da lanterne rosse, che riscaldavano l'ambiente, e da fiori esotici, che sbucavano dalle aiuole.

Quando una leggera pioggia cominciò a cadere sulle sue spalle, lo Shinigami Reale decise di proteggersi al di sotto dei portici, lì dove Shiba lo attendeva, intento ad ascoltare il pianto del cielo a occhi chiusi.

Shiba aveva le braccia incrociate sul petto, il leggero vento autunnale gli scuoteva le ciocche castane e i vestiti preziosi risplendevano alla luce fredda della luna.

«Pensavo non ti saresti fatto vivo." lo schernì, non appena Keiji si trovò a pochi passi da lui. «Credevo che l'idea di stare così vicino alla cella di Itami ti terrorizzasse.»

«Ebbene, ti sbagliavi.» sputò acidamente l'uomo, nonostante spaventato lo fosse per davvero.

Il timore che provava in quel momento era quasi insostenibile, ma doveva farsi forza e affrontare Shiba senza pensare a quel fuorilegge tenuto sottochiave nel Giaciglio della Dolenza.

«Allora Keiji, dimmi, hai preso una decisione?» gli domandò l'erede al trono, camminando lentamente al suo fianco.

«Sì, l'ho presa." incominciò l'uomo, soppesando le parole prima di pronunciarle, con un certo timore. «Non ucciderò Asano.»

Shiba fermò immediatamente la sua camminata, rivolgendogli poi un'occhiata severa. «E il Sommo Sacerdote?»

«Neanche.» annunciò lo Shinigami Reale, cercando di decifrare le emozioni che si celavano dietro quelle iridi scure come l'onice.

«Quindi, preferisci rischiare la morte piuttosto che sottostare a delle condizioni che potrebbero migliorare la tua vita?» gli chiese Shiba, con un'espressione di fastidio sul volto dai lineamenti altezzosi.

Keiji provò un'improvvisa repulsione nei suoi confronti. Avrebbe voluto chiudergli la bocca, togliergli quell'espressione saccente dal viso e averla vinta per una volta. «Stai zitto, sciocco. Sarà mia figlia a uccidere Hideaki, in questo modo non rischieremo alcuna guerra.»

Shiba strinse i pugni a quelle parole. L'ultima cosa che si sarebbe mai aspettato era che quell'uomo riuscisse a uscirne in maniera pulita. «A me non importa niente della guerra, mi interessa avere il posto che mi spetta su quello scranno, mi preme che qualcuno uccida il Sommo Sacerdote. Possibile che tu non ci sia ancora arrivato?»

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡àDove le storie prendono vita. Scoprilo ora