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(Eiko nella foto in alto)

«Perché non mi hai appoggiato?!» urlò Kotori, con le lacrime agli occhi e una rabbia infuocata nella voce. I suoi occhi erano fissi in quelli apatici di Ichiro che, dalla veranda, la osservava freddamente. «Perché hai incoraggiato Okaasama?! Sai meglio di me che Asano la ucciderà!»

«Asano non la ucciderà, semmai sarà lui a morire, per quello che ha fatto a nostro padre.» replicò il ragazzo, scendendo dalla veranda e avanzando verso di loro.

Mei non sembrava pensarla allo stesso modo. Si sollevò appena dal prato, con una mano posta a coprire il taglio superficiale che Minari le aveva procurato. «No, Ichiro. Asano potrebbe davvero uccidere vostra madre, cercava solo il giusto pretesto...»

Quelle parole furono fatali per Kotori che, come una furia, si volto verso la donna e, con le lacrime agli occhi, cominciò a chiederle: «Mei-sama, dovete dirmi dove si trova vostro marito.»

«È andato in missione con Ryo e Nobu, non so quando ritornerà...» mormorò Mei, consapevole di non poter essere d'aiuto per quella ragazza che, confusa e preoccupata, si lasciò andare a un gemito di frustrazione.

Kotori si passò le mani sulle tempie pulsanti, sforzandosi pur di farsi venire in mente una qualsiasi idea che la aiutasse a ritrovare la fiducia perduta, ma nessuna sembrava essere mai quella giusta. Poi, i suoi occhi azzurri si fissarono sul portale ancora aperto. La figura della pagoda di Hideaki galleggiava su di essa, invitandola ad entrare.

«Allora, digli di venirmi incontro non appena tornerà. Io sarò alla gilda di Asano...» mormorò appena, Kotori, scatenando la preoccupazione del fratello.

«Cosa?!» le domandò Ichiro, scendendo dalla veranda e correndole incontro. Il vento gli sferzò i capelli e l'orlo degli hakama bianchi. «Non puoi farlo!»

«Certo che posso, per rimediare al tuo stupido errore!»

«Non è un errore, sei tu che non capisci...»

«Io?!» Kotori lo spintonò prima che potesse avanzare, lasciando che due lacrime colme di nervosismo scivolassero lungo le guance. «Pensa per un attimo, Ichiro. Pensa a Otousama. Tu che gli sei stato vicino più di me, pensi che sarebbe stato contento di vederti spronare nostra madre nel compiere un'azione del genere?»

Quelle frasi si erano conficcarono nel petto di Ichiro come dei pugnali acuminati, facendolo vergognare del proprio comportamento. «Ma tu non puoi andare davvero...»

«Andare dove?» fu la voce di Ryo a interromperli. Il ragazzo era sbucato dalla veranda insieme a Nobu, con il corpo percorso da ferite superficiali e un'espressione confusa sul viso. «Cosa diamine sta succedendo qui?»

«Nobu!" esclamò Kotori, non appena incrociò lo sguardo del fratellastro. «Devi dirmi dov'è tuo padre, non possiamo più attendere. Mia madre ha completamente perso la testa, non ragiona! È convinta che sia stato Hideaki a uccidere mio padre e ha aggredito Mei...»

«Cos'ha fatto Minari?» domandò Kyoden, una volta emerso dalle shoji. I suoi occhi, puntati in direzione della moglie, si sgranarono e le sue gambe si mossero da sole verso di lei che, a stento, cercava di occultare con una mano il graffio che le aveva procurato. «Fammi vedere.»

La donna lasciò ricadere il braccio lungo i fianchi, e Kotori trattenne il respiro. Kyoden era la sua unica speranza e sembrava non avere la minima intenzione di aiutarla. «Per favore, dovete aiutarmi a...»

«Cosa?!» Kyoden si voltò di scatto verso di lei, facendola indietreggiale a causa della violenza nel proprio tono. «Vuoi che salvi Minari? Allora non hai capito davvero, Kotori. La verità è che Hideaki e Minari hanno dei conti in sospeso da anni, qui non si tratta solo di tuo padre, bensì di orgoglio ferito, onore infangato e rancore represso. Io non alzerò un dito per salvarla!»

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡àDove le storie prendono vita. Scoprilo ora