Arashiyama era un posto speciale e tranquillo, pervaso da una pace spirituale che nemmeno al Todai-ji, Ryo, aveva mai avvertito.
Il percorso che il giovane stava ammirando, a braccetto con la propria madre adottiva, era delimitato ai due lati con uno steccato di rami e paglia. Oltre quell'ispida barriera protettiva, i bambù si innalzavano fieri verso il cielo azzurro, quasi volessero sfiorarlo.
«È davvero splendido, non trovi Ryo?» gli domandò Mei, guardandosi intorno, estasiata quanto lui.
«È... suggestivo.» mormorò il ragazzo, continuando ad avanzare lentamente.
Kyoden li aveva abbandonati poco prima, lasciandoli indietro in modo da incontrare prima di loro Minari ed Eijiro lungo il corso della strada. Nobu, invece, passeggiava a pochi metri da loro, parlando con la sua classica voce suadente a una ragazza che lo osservava con gli occhi brillanti e un sorriso timido sul volto.
Quasi sicuramente, stava escogitando un metodo per infilarsi nel minor tempo possibile fra le sue cosce. Sembrava ormai diventata una consuetudine.
«Cos'è quello sguardo?» chiese Mei, con la voce incrinata a causa della sofferenza che stava provando. Non era di certo un mistero che i piedi le facessero male, per questo Ryo si fermò accanto alla staccionata in modo che la donna potesse appoggiare su di essa il proprio peso.
«Niente, è che...» lo sguardo dello Shinigami si fissò di nuovo sull'amico, che aveva afferrato la giovane per la vita per osservarla meglio, con uno sguardo sicuro e ammaliante. «Mi chiedo come faccia Nobu a trattare le ragazze come se fossero soltanto un modo per svuotare le palle. Non si sente in colpa?»
Mei sorrise dolcemente a quelle parole. «Credo sia semplicemente un modo per dimostrare a se stesso che vale quanto crede. Ha bisogno di conferme e, innegabilmente, sedurre le ragazze lo fa sentire bene. Sono sicura che smetterà, un giorno, quando troverà la persona giusta per lui.»
«Spero allora che quel giorno arrivi presto. Immagino che Kyoden sia stufo di dover fronteggiare tutti quei poveri padri che si presentano alla porta dicendo di voler picchiare il diretto interessato.»
Una risata leggera sfuggì dalle labbra della donna, il cui viso sembrava non essere stato minimamente scalfito dallo scorrere del tempo. «Altroché se lo è, dovresti sentirlo quando intavoliamo l'argomento. Con le sue insinuazioni finisce sempre per farmi scoppiare a ridere.»
Ryo si pose a fianco di Mei, più sereno. Quella donna aveva un grande potere su di lui e, in generale, sui restanti membri della famiglia.
Sarebbe stata in grado di portare calma anche nell'animo più irrequieto.
Eppure, in quel momento, le sue parole non fecero altro che farlo insospettire.
«Ryo?» lo chiamò, con un tono di voce totalmente differente. «Oggi, quando vedrai Kotori... trattieniti.»
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𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡à
FantasyPRIMO CAPITOLO DELLA SAGA Il Giappone è una terra antica, fatta di onore, di sacrificio, di uomini valorosi disposti a dare la loro vita per difenderla. Eppure, non tutti sanno, che è anche un luogo in cui gli Yokai abbondano: demoni, esseri malevol...