Una volta tornata a casa, Kotori si chiuse nella sua stanza. Trascorse lunghi minuti ascoltando la pioggia battere sulle serrande, riflettendo in silenzio su tutto quello che era accaduto quel pomeriggio.
Pensò fino a che non sentì la testa dolere e la voce di Ichiro rimpiazzare quella di Hideaki, che non se n'era mai davvero andata dalla sua mente. L'ombra di suo fratello maggiore, accompagnato da Nobu e Ryo, si riusciva a notare grazie alla luce di una lanterna che risaltava la sua figura sulla bianca e sottile carta di riso delle porte scorrevoli.
«Kotori-chan? Ci fai entrare?» domandò Ichiro, guardandosi bene dall'aprire la porta privo del permesso della sorella.
Quest'ultima sapeva che non avrebbe avuto senso dirgli di no: sarebbero entrati lo stesso, con o senza il suo permesso. Inoltre sembrava fossero preoccupati per lei, non sarebbe stato giusto mandarli via senza un apparente motivo. «Entrate pure.»
Ichiro socchiuse le porte, trovando la stanza era immersa nell'oscurità più totale. Sua sorella minore era accovacciata su se stessa, con le gambe al petto e la schiena appoggiata sotto la finestra.
Nobu reggeva in mano una lanterna di seta rossa, che produceva una calda e accogliente luce arancione che illuminava l'ambiente cupo e spoglio. «Va tutto bene, Imouto-chan?» le chiese, avvicinandosi in compagnia di Ryo.
Ichiro chiuse le porte e si avviò insieme ai ragazzi, notando subito il malcontento sul viso di Kotori. Lei però sorrise ugualmente, come a rassicurarli. «Sono solo stanca...»
«Sei una pessima bugiarda.» la rimproverò Ichiro, sedendo sul futon accanto a lei. La ragazza capì di essere stata scoperta dal fratello, che sapeva leggerle dentro fin troppo bene. «Dovresti essere sincera con noi.»
«Lo so, solo che... le gambe mi fanno ancora male e sento la voce di quell'uomo rimbombarmi nelle orecchie...»
«Ti sei davvero spaventata.» le sorrise Ryo, occupando la parte opposta del lungo futon insieme a Nobu. Lui aveva posato al suolo la lanterna, in modo che illuminasse i loro pallidi visi con la sua luce calda. «Non dovresti aver paura delle parole, non quanto delle azioni vere e proprie.»
«Ryo ha ragione, non puoi permettere a qualche frase di turbarti.» gli diede man forte l'amico.
Kotori scrollò le spalle, era evidente che loro non capissero. «Avete ragione, ma lui ha immobilizzato me e ha parlato con me. Non con voi...»
Bastarono quelle semplici parole per far piombare la stanza nel silenzio più totale. Il tempo non era più scandito dalle loro parole, ma dal ritmico picchiettare della pioggia sulle tegole della casa e dal parlottare degli adulti nella stanza accanto.
«Cosa si diranno, secondo voi?» Domandò Ryo, poggiando i gomiti sulle ginocchia.
«Di sicuro staranno valutando se recarsi veramente alla casa di quel pazzo...» rispose Nobu, storcendo il naso. Si sarebbe sentito più sicuro se avesse sentito una risposta negativa lasciare le labbra di suo padre, quel pomeriggio. Non voleva che i suoi genitori si recassero all'interno della dimora di quell'uomo, da soli.
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𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡à
FantasyPRIMO CAPITOLO DELLA SAGA Il Giappone è una terra antica, fatta di onore, di sacrificio, di uomini valorosi disposti a dare la loro vita per difenderla. Eppure, non tutti sanno, che è anche un luogo in cui gli Yokai abbondano: demoni, esseri malevol...