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Non è mai piacevole, né tantomeno facile, fare i conti con un paio di reporters insistenti che sono perennemente alla disperata ricerca di confessioni "eclatanti". Ma quando essi si radunano in un numero spaventoso e ti accerchiano come se tu fossi un piccolo animaletto raro, allora, giusto per usare un francesismo, puoi ben dire di essere nella merda fino al collo.

Così, mentre stiamo cercando di raggiungere le macchine appostate sul ciglio del marciapiede, di fronte al tribunale, ho come l'impressione che questa folla di maleducati farà in modo che io finisca col sedere per terra, per poi scrivere un articolo sull'avvocatessa bionda caduta miseramente sulle scalinate del tribunale.
Io ci provo a stare attenta a dove metto i piedi, ma le spinte e i miei tacchi dodici non stanno sicuramente giocando a mio favore. L'unica ragione per cui io non mi sia ancora resa ridicola è il fatto che Ian stia camminando dietro di me, sorreggendomi per la vita ogni volta che qualche reporter perde le buone maniere e cerca di farsi strada anche a costo di "regalare" qualche gomitata in qua e là.

"Signor Roberts, è contento di essere riuscito a farsi rilasciare su cauzione?" Sentiamo urlare da qualche voce irriconoscibile, mentre i flash continuano a pioverci addosso. Azzardandomi a voltare la testa e lanciare uno sguardo nella direzione di Ian, noto che ha ripreso ad avere la sua aria ostile e distante, con uno sguardo talmente glaciale che potrebbe davvero farti scendere la temperatura corporea, se solo ti venisse posato addosso per un paio di secondi.

"Cosa ne pensate delle accuse avanzate dal procuratore?" Sentiamo dire ancora, mentre la fine di queste odiose scalinate mi sembra sempre più lontana.
"Il signor Roberts non ha niente da dire riguardo a queste accuse ...abominevoli." Risponde Ryan, facendomi ridacchiare piano per il suo vano tentativo di restare neutro. Egli, così come Emily e Jason, sembra ben contento di trovarsi al centro dell'attenzione. D'altronde, anche questo fa parte dalla vita di un avvocato di successo. E, dal canto mio, non posso che consolarmi con la speranza che un giorno tutto ciò diventerà più sopportabile anche per me, malgrado al momento mi sembri un traguardo alquanto irraggiungibile.

"Mi lasci, mi sta facendo male." Mi ritrovo a dire, quando un uomo mi afferra per il polso con fare insistente, per poi lanciarsi in una serie di domande che nemmeno riesco ad afferrare.
Un ringhio rabbioso, proveniente da dietro, si insinua nella mia testa e il cuore mi balza in gola.

"Non toccarla." Proferisce Ian, facendo perdere l'equilibrio all'uomo con una spinta in pieno petto. Quest'ultimo si aggrappa prontamente alla prima persona che trova, per poi lanciare uno sguardo incredulo nella nostra direzione. Per qualche secondo temo che Ian provvederà a versare tutta la frustrazione provocata da questa situazione su di lui, ma fortunatamente riesce a trattenersi e, avvolgendomi la vita in un modo estremamente protettivo, comincia ad avanzare tra la folla con una determinazione che obbliga le persone intorno a noi a spostarsi e lasciarci passare senza indugiarvi oltre.

Dentro di me mi chiedo per quale ragione sia rimasto a sopportare le mille domande e le foto invadenti, quando semplicemente avrebbe potuto sgattaiolare tra la gente grazie ad un paio di sguardi minacciosi. Però, quasi istantaneamente, mi rispondo da sola a questa domanda tacita, rendendomi conto che in realtà egli abbia tollerato questo strazio soltanto per non lasciare che io finisca con le gambe all'aria. E mentalmente gli rivolgo mille ringraziamenti.

La macchina in cui mi fa salire non è la stessa che mi ha portato qui questa mattina, e, mentre egli sale vicino a me sui sedili in pelle dell'assurdamente costosa Rolls Royce, me ne accorgo improvvisamente di aver completamente perso di vista sia i suoi genitori che i miei colleghi. Questo non fa che amplificare i miei livelli già stellari d'ansia gratuita, insieme all'imbarazzo dovuto al fatto che mi stia attualmente trovando nella stessa macchina dello scaltro e incredibilmente bello Ian Roberts, senza nessun altro, se non l'ennesimo autista talmente silenzioso da farmi dubitare, in determinati istanti, della sua presenza. Ispirando profondamente e costringendo i miei polmoni a riprendere ad espandersi normalmente, mi incito ad acquisire nuovamente il controllo, tentando di farmi ben entrare nella testolina il fatto che ormai avrò a che fare spesso con lui.

Baci dal sapore del sangue || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora