E se questa sorta di vacanza inizialmente mi sembra una manna dal cielo, ci vogliono solo due giorni per farmi cambiare totalmente idea.
La ragione è semplice: Ryan mantiene, come al solito, le sue promesse e nel giorno della mia partenza ingaggia un detective che- vuoi per la sua bravura, vuoi per la possibilità che le prove si siano sempre trovate sotto i nostri occhi, in soli due giorni ci fornisce quella tanto attesa e temuta prova che sapevamo avrebbe distrutto totalmente la nostra linea di difesa, ovvero la dimostrazione che tra Ian e le vittime ci sia stato un qualche legame.Le foto trovate, che ritraggono Ian e le due vittime durante due feste di beneficenza, non lasciano spazio ad alcun dubbio. Pur non sapendo che tipo di rapporto ci fosse tra di loro, ora sappiamo che il gioco si sta facendo ancora più duro, poiché Ian, oltre ad aver tenuto all'oscuro noi, ha anche dichiarato il falso durante gli interrogatori della polizia. E ciò, senz'ombra di dubbio, verrà usato contro di lui durante il processo. Sarà dipinto come il peggior bugiardo della storia, e noi dovremo sforzarci di farlo apparire quasi come un angelo.
E francamente, ora più che mai, penso che sarò davvero un compito arduo...se non impossibile.Ammetto, inoltre, di essere stata debole per qualche istante nel vedere le varie foto in cui Ian interagisce con le due donne... perché ho davvero nutrito la speranza che questa prova restasse sepolta nella mia mente e quella si Ryan. D'altronde, nulla ci vieterebbe di non usarla in tribunale.
Tuttavia, la speranza si è spenta con la velocità con cui è nata. La consapevolezza che la nostra fortuna non sarebbe mai durata a lungo ha preso immediatamente il sopravvento.
E, forse, è per questo che non mi sento sorpresa quando, il giorno successivo, Ryan mi informa di aver ricevuto un avviso da parte dell'accusa sulla scoperta di nuove prove: anche loro sono riusciti a risalire al fotografo ufficiale delle due feste di beneficenza, esattamente come il nostro detective. Quindi, il processo è automaticamente diventato una certezza. Se prima c'era ancora una piccola probabilità che Ian venisse scagionato ancor prima di dover sopportare un lungo e logorante processo in tribunale, ormai quella possibilità è morta.E insieme a lei anche i tentativi di avere una breve vacanza all'insegna del relax. D'altro canto, nei giorni successivi, mi ritrovo a fare i conti con un'ansia perenne per aver lasciato Ryan da solo nel momento meno opportuno. Mi rendo conto di aver commesso uno sbaglio, lasciandomi trasportare dall'ebbrezza di avere qualche giorno per pensare solo a me stessa.
Ma mentre resto incollata al telefono in attesa di scoprire l'esito delle perquisizioni effettuate dalla polizia, capisco di essere lontana dal poter chiudere, anche seppur minimamente, questo caso in un cassetto e godermi qualche momento di pace.Inoltre, mi chiedo continuamente come Ian stia reagendo di fronte a questa situazione. Nella mia mente, me lo immagino fuori di sé mentre assiste alla perquisizione del suo ufficio o della sua macchina. Me lo immagino furibondo, mentre i suoi spazi personali vengono invasi senza un minimo di tatto, geloso com'è di ogni piccolo dettaglio della sua vita privata.
Lo sforzo che compio nell'intento di non chiamarlo o contattarlo in un qualunque altro modo è quasi sovrumano. Devo ripetermi costantemente che ha Ryan come avvocato, che non ha bisogno di me. Eppure, dentro di me, è come se sapessi sin dall'inizio che la presenza di Ryan non sia ciò di cui lui ha bisogno.Malgrado ciò, per l'intera settimana non abbiamo alcun tipo di contatto. Lui non mi chiede alcuna spiegazione per la mia lontananza, e io non mi ostino nel cercare di discolparmi.
Semplicemente lascio che la sua avversione nei miei confronti cresca piano piano, convincendomi che questo sia esattamente il modo in cui le cose debbano andare."Ho intenzione di salire sulla scritta "Hollywood" e scattare delle foto mozzafiato al paesaggio." Mi informa la mia amica Debby, impaziente di vedere il taxi che si ferma di fronte al palazzo degli Roberts.
"E' illegale avvicinarsi troppo, figuriamoci salirci sopra." Ribatto prontamente, alzando gli occhi al cielo.
"Non importa, sarai tu a tirarmi fuori di galera." Replica, ridacchiando per la mia evidente esasperazione.
"Oh no, io farò finta di non conoscerti." La avviso, arricciando il naso. La mia amica, come risposta, mi mette il braccio intorno alle spalle e rilascia un sospiro dall'aria sognante, pensando, probabilmente, alle due settimane che la attendono. Il sospiro che rilascio io, invece, appare più come un segno di disperazione assoluta per la consapevolezza di aver portato con me a LA un vero e proprio uragano.Certo, l'idea di poter vedere per un po' un volto per me estremamente conosciuto e amato, mi procura un certo sollievo. Ed è proprio per questo che quando Debby ha espresso il desiderio di fare una delle sue solite fughe proprio a Los Angeles, mi sono sentita come se dopo un lungo periodo di solitudine qualcuno avesse finalmente deciso di tendermi la mano.
Lo svantaggio, in tutto ciò, è che noi siamo l'esempio vivo di due persone agli antipodi, che finiscono per battibeccare anche per la più piccola sciocchezza. Debby è uno spirito libero che vive per la sua arte e che fugge da tutto ciò che ha le sembianze di una trappola, capace di privarla della sua libertà. Io invece mi lascio intrappolare volentieri nella mia routine per paura di sentirmi stravolta dai cambiamenti."Ci siamo." Le sussurro, guardando il complesso di edifici che diventa sempre più vicino.
"Non è illegale essere così ricchi?" Mi chiede, preparandosi già ad aprire lo sportello e fiondarsi fuori dalla macchina.
"Per quanto io ne sappia..." Inizio, per poi fermarmi bruscamente quando vedo la macchina di Ian sbucare da una stradina vicina. "Merda!"
"Che succede?" Mi chiede Debby, sorpresa e divertita per la mia esclamazione colorita, sapendo che raramente mi lascio andare con esclamazioni del genere. "Sembra tu abbia visto un cazzo di fantasma."Invece di risponderle, mi limito a borbottare tra me e me mentre pago il tassista con una lentezza quasi straziante, sperando che Ian entri nell'edificio ancor prima di vedermi uscire fuori dal taxi. Ma la fortuna, come al solito, mi abbandona proprio nei momenti più delicati e presto io e Debby ci troviamo fuori dalla macchina insieme alle nostre valige, sotto lo sguardo infuocato di Ian che presumo stia cercando di convincere qualche divinità a trasformarmi in un cumulo di ceneri.
"Credo stia cercando di ucciderti con lo sguardo." Osserva Debby sottovoce, per niente intimorita da Ian che si sta avviando nella nostra direzione.
"Cosa te lo fa pensare?" Le chiedo ironicamente, osservando attentamente l'uomo intento ad avvicinarsi a noi.
Però, proprio nell'istante in cui mi arrendo al pensiero che siamo in procinto di avere quello scontro che ho tanto voluto evitare, egli si ferma improvvisamente a qualche passo da me, quasi non si sentisse più capace di proseguire.
I suoi occhi fino ad allora infuocati, diventano freddi e disinteressati mentre il mento si alza in modo fiero e le sue gambe, dopo solo qualche istante, riprendono a camminare, ma questa volta nella direzione dell'edificio.E io, senza aver sentito una sola parola uscire dalla sua bocca, afferro al volo il suo messaggio: questo è l'inizio di una guerra fatta di silenzi, tensione e risentimenti. Qualunque cosa ci sia mai stata tra di noi si è appena volatilizzata sotto i nostri occhi, in quel lasso di pochi secondi in cui è rimasto a guardarmi cercando di trattenersi dall'arrivare di fronte a me e buttare fuori ogni pensiero formulato dalla sua mente forse ancor più complicata della mia.
"E' stato strano." Afferma Debby, mentre prendiamo anche noi a camminare lentamente nella direzione dell'entrata, trascinando svogliatamente le valige dietro di noi. "E' stato come se volesse ucciderti e baciarti allo stesso tempo. Giuro che avrei voluto immortalare quel momento in una foto."
"La smetti di voler fotografare qualunque cosa?" Le dico, cercando di sviarla da questo argomento.
"Non quando mi ritrovo davanti una cosa talmente bella. Le cose belle vanno sempre immortalate." Mi dice, come se stesse parlando ad una bambina.
"Non ci vedo niente di bello. E' stato solo estremamente imbarazzante." Ribatto, alzando ancora una volta gli occhi al cielo.
"Perché sei troppo pragmatica, Diana. Altrimenti saresti rimasta stupita nel vedere quanta paura di perdere il controllo ci fosse nei suoi occhi. Credo tu l'abbia ferito tantissimo andandotene."
STAI LEGGENDO
Baci dal sapore del sangue || Ian Somerhalder
RomanceSulla testa di Ian Roberts pendono ben due accuse di omicidio e quasi tutti intorno a sé sembrano concordare sul fatto che il suo profilo coincida perfettamente con quello di un sanguinario assassino che la polizia sta cercando disperatamente di inc...