Ci sono un sacco di facce nuove che mi guardano come se fossi un'intrusa. M, in un certo senso, è così che mi sento anche io, mentre rimetto piede, a distanza di quasi sette mesi, nei corridoi di quello che ha sempre rappresentato la mia aspirazione più grande.
Per mia fortuna, intravedo ancora anche qualche faccia a me familiare che mi fa ricordare di non essere capitata nel posto sbagliato.
Le domande che mi pongono tutti sono sempre le stesse e le mie risposte sono altrettanto meccaniche: "si, ho visto un sacco di posti"; "si, sono ritornata per restare"; "si, sono pronta a riprendere il lavoro".
Ma la ciliegina sulla torta, l'ultimo colpo per farmi sentire come se fossi stata isolata dal mondo per un'infinità di tempo, è il rifiuto della nuova assistente di Jason di lasciarmi avvicinare a quello che solo qualche mese fa era il trono indiscusso di Ryan.
Oh Ryan, quanto mi manca. Angela, la sua vecchia e simpatica assistente mi avrebbe trattata con più tatto e, soprattutto, mi avrebbe riconosciuta, a differenza di questa rossa con atteggiamenti da primadonna. Per sua grandissima fortuna, sono troppo impaziente di rivedere Jason, altrimenti l'aiuterei volentieri, per così dire, a capire che non sono una semplice visitatrice, né tantomeno una delinquente con un disperato bisogno di trovare un avvocato.
Ignorando i suoi continui tentativi di impedirmi di bussare alla porta del "capo", aspetto di sentire la voce baritonale di Jason prima di abbassare la maniglia e fare l'ingresso in quel ufficio che per me urla ancora il nome "Ryan".
"Pierce, ti ho già detto che non voglio essere disturbato." Proferisce il mio amico, senza alzare il suo sguardo dalla scrivania piena di scartoffie.
"Nemmeno quando si parla di un'amica che non vedi da un paio di mesi?" Ribatto in tono flebile, voltandomi nella direzione della sua assistente che è rimasta sulla soglia della porta, pronta a discolparsi per la mia irruzione.
"Diana!" Esclama ancora Jason, scattando in piedi alla velocità della luce, per poi attraversare la stanza a grandi falcate. "Pierce, ti prego, lasciaci soli."Il suo tono autoritario, che gli è così poco caratteristico, mi fa scoppiare a ridere, e non posso fare a meno di voltarmi nuovamente nella direzione della sua insopportabile assistente, in modo da lanciarle uno sguardo vittorioso prima di vederla sparire dalla nostra visuale. Dopodiché, mi lascio avvolgere in un abbraccio che colma un po' i dispiaceri e i dissapori avuti per il mio ritorno al New York.
"Hai una brutta cera." Constata, prendendomi per la mano e costringendomi a sedermi accanto a lui su un divano in pelle nera posto vicino alla parete. "Il che è strano. Mi sarei aspettato di vederti spruzzare allegria da tutti i pori."
"Diciamo che gli ultimi giorni non sono stati proprio una passeggiata." Rispondo in maniera evasiva, abbozzando un sorriso mesto. Jason mi prende le mani tra le sue e continua a guardarmi come se stesse cercando di intrufolarsi nella mia mente. E, ancora una volta, constato quanto mi sia mancato essere circondata da persone che mi conoscono in tutte le mie sfumature.Come avrei potuto resistere lontano dal mio nido?
"Quando sei tornata?" Prosegue, mantenendo un'aria preoccupata.
"Due giorni fa." Replico, pronta a scusarmi con lui per non averlo avvisato. Ma la sua prossima domanda porta la conversazione in una direzione totalmente diversa...e più dolorosa.
"Ian è tornato insieme a te?" Mi chiede, assottigliando i suoi occhi inquisitori.
"Si." Confermo, evitando il suo sguardo.
"E questo non dovrebbe renderti felice?" Mi chiede, cercando di ottenere nuovamente un contatto visivo.
"No." Nego, scuotendo la testa in segno di rassegnazione. "Ian è tornato solo per me, ma è evidente che preferirebbe trovarsi da qualunque altra parte. L'aria di New York non dona granché alla nostra relazione."La mia mente viene attraversata da un freschissimo ricordo: il momento in cui siamo scesi dall'aereo, due giorni fa. Lo sguardo di Ian è diventato istantaneamente distante e io ho capito che, pur avendo deciso di non voler stare lontano da me, l'ho comunque perso.
Ha rinunciato ai suoi desideri per starmi accanto. Ma questa non è la ricetta perfetta per un solido rapporto, vero? Qualcosa mi dice che un giorno di questi si sveglierà con la consapevolezza di aver fatto uno sbaglio seguendomi quasi ciecamente, per poi andarsene senza più guardarsi alle spalle.
E io non avrò voce in capitolo, perché io stessa ho scelto di restare fedele ai miei desideri. Ian, perciò, ha diritto di fare lo stesso, seppur mettendo fine alla nostra relazione."Ma basta parlare di me, okay?" Asserisco, cercando di cacciar via lo sguardo compassionevole dal viso stanco di Jason. "Immagino tu abbia un sacco di lavoro in arretrato, a giudicare da tutte quelle scartoffie. Quindi, io ora me ne vado, ma non prima che tu mi prometta di fare un salto a casa mia, stasera, così avremo la possibilità di aggiornarci su tutto."
"Promesso." Conferma Jason immediatamente, portando la mia mano alla bocca, per poi lasciarvi un piccolo bacio sul dorso. " Ma sappi che questo non ti salverà dalla mia vendetta. Quando riprenderai a lavorare, ti darò i casi più difficili. Così imparerai a non sparire più per mesi."Ridendo piano di fronte al piccolo broncio che mette su, e che lo fa sembrare più un adolescente viziato che un capo autorevole, lo abbraccio velocemente prima di lasciarlo alla sua routine sfiancante. Il suo viso lascia trasparire un enorme bisogno di finire il tutto al più presto, per poi prendersi un paio d'ore per se stesso. Istintivamente mi appunto nella testa di fare in modo che stasera riesca a staccare un po', giacché mi sembra che egli stia seguendo perfettamente le orme di Ryan e ho sinceramente paura che, andando di questo passo, anche lui avrà bisogno di prendersi una lunghissima pausa. Per qualche strana ragione, questi uomini di successo hanno la terribile abitudine di ammazzarsi di lavoro finché tutto intorno a loro diventa insopportabile, tanto da aver bisogno di sparire per un po'.
L'ironia di questo mio pensiero non mi sfugge, comunque. Io stessa, prima di incontrare una certa persona che mi ha letteralmente messo la vita sottosopra, non facevo altro che pensare a come arrivare in vetta al più presto possibile.
E ora, quella stessa persona, mi sta lasciando ricadere in questa trappola, nonostante io stia cercando di aggrapparmi al suo petto forte per restare a gala e conservare quello che abbiamo costruito in questi mesi.
Dopo aver abbandonato lo studio, la prima cosa che faccio è controllare se Ian abbia risposto ad uno dei miei innumerevoli messaggi o chiamate. Non lo vedo e non lo sento dalla sera in cui siamo ritornati e abbiamo cenato insieme alla mia famiglia.
Occasione in cui, solo Dio sa perché, ha ripreso a comportarsi come se non odiasse la mia presenza. I miei l'hanno letteralmente adorato, mia madre era pronta ad innalzarlo su un piedistallo...e francamente anche io mi sono sentita come se non ci fosse alcun problema tra di noi.Poi però la cena è finita e lui mi ha riportata a casa. Non ha voluto fermarsi e non si è lasciato andare in alcuna effusione d'amore, se non un piccolo bacio sull'angolo della bocca. E questo è tutto.
Ogni mio tentativo di mettermi in contatto con lui è stato ignorato, immagino piuttosto accuratamente, a partire da ieri mattina. E so per certo che egli abbia scelto di sua spontanea volontà di rendere i miei sforzi vani.
La conferma è arrivata quando dopo avergli mandato un breve messaggio per informarlo che, come previsto da lui, il motore della mia Wendy, aka la Mini Cooper che mi accompagna dal primo anno del college, ha smesso di collaborare. E solo due ore più tardi mi sono state consegnate le chiavi di una Cardillac.Questo gesto mi ha fatto provare un'ondata di nausea.
Seriamente pensa di potermi tenere a bada facendomi regali costosi, mentre non mi degna più nemmeno di uno sguardo? Io non voglio le sue macchine super lussuose, non voglio niente della sua ricchezza. Io voglio soltanto che la smetta di comportarsi come se fossimo separati da un oceano. Ma non ho ancora avuto modo di esprimere a parole il mio disappunto, dal momento che Ian-sono-bravissimo-ad-ignorare-le-persone ha continuato ad essere irreperibile.E io, da testarda quale sono, ho ripreso il mio lavoro di persuasione questa mattina, avvisandolo della mia intenzione di piombare nel suo ufficio e trascinarlo a forza a pranzo con me, in modo da poter avere una conversazione matura e degna di due persone adulte. Lui, invece, da persona matura quale è, ha ignorato anche questo messaggio, lasciando che sia io a decidere se lasciar cadere nel vuoto ogni tentativo o proseguire sulla stessa strada.
E se qualche mese fa il suo comportamento avrebbe rappresentato un motivo per proseguire sulla mia strada così come ho sempre fatto, ovvero da sola- senza nessuno al mio fianco, ora invece so di essere abbastanza forte e di essere in grado di lottare fino in fondo per ciò che voglio.
E in questo preciso istante voglio che mi ami, o che ritorni là dove ci è rimasto il suo cuore. Non c'è una via di mezzo.
N.a
Domandona: qualcuna si è fatta già qualche idea del perché Ian non voglia più restare a New York?
Dal momento che questi sono gli ultimi capitoli, lo scoprirete molto presto. Però mi piacerebbe sapere quali sono le vostre ipotesi.
A presto! Baci xx
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Baci dal sapore del sangue || Ian Somerhalder
RomanceSulla testa di Ian Roberts pendono ben due accuse di omicidio e quasi tutti intorno a sé sembrano concordare sul fatto che il suo profilo coincida perfettamente con quello di un sanguinario assassino che la polizia sta cercando disperatamente di inc...