Baci dal sapore del sangue || Ian Somerhalder

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Dopo questa vittoria, il cui eco continuerà a sentirsi per molto tempo nelle nostre menti euforiche, i Roberts ci chiedono di lavorare per loro, incaricando il nostro studio ad occuparsi di tutte le questioni legali che spesso possono sorgere nel mondo degli affari.

E questo, francamente per il nostro studio legale vale molto di più della vittoria in sé, perciò io e Ryan non possiamo fare a meno di ritirarci nella sua villa, decidendo di festeggiare nel nostro modo preferito: facendo arrivare il nostro colesterolo alle stelle, grazie al nostro amico di vecchia data- il cibo spazzatura, e un paio di bottiglie di vino sopravvissute alla crisi isterica di ieri.

Avremmo potuto recarci in un ristorante di lusso e comportarci come due persone che stanno per incassare un assegno a molte cifre. Ma, in uno di quei ristoranti, sarebbe stato strano vedere due persone che consumano il vino come se fosse acqua a mezzogiorno, giusto?

Ed ecco perché abbiamo scelto di rinchiuderci nella tana di Ryan, al riparo da ogni sguardo indiscreto e completamente liberi di danneggiare il nostro fegato in santa pace.

"Cosa avete intenzione di fare tu e Ian, ora che il processo è finito?" Mi coglie di sorpresa Ryan, senza curarsi assolutamente dell'effetto che mi fa questa domanda, che davvero non dovrebbe uscire dalla sua bocca.
"Cosa vuoi dire?" Chiedo prudentemente, guardando di sottecchi il suo petto lasciato in bella vista dalla sua camicia completamente sbottonata. Non so esattamente come ciò possa davvero succedere, ma, per la prima volta da quando ci conosciamo, il suo addome ben scolpito mi lascia completamente indifferente.
"Non puoi credere davvero che io sia così stupido da non non vedere ciò che sta succedendo intorno a me." Asserisce in tono divertito, stendendo le gambe di fronte a sé e iniziando ad analizzare il soffitto con fare distratto.
"Non so quello che succederà tra di noi." Rispondo alla sua precedente domanda, rilasciando un lungo sospiro. "Se è destino, le nostre strade si incroceranno ancora."
"Non lasciare tutto nelle mani del destino. " Ribatte, voltando finalmente la testa nella mia direzione. "Molte volte, tende a rivelarsi un vero stronzo."

E benché la sua ultima affermazione abbia il preciso scopo di farmi sentire a mio agio grazie al suo solito pizzico di ironia, divento ancora più tesa al pensiero che forse, oramai, sia arrivato il momento di affrontare questo spiacevole argomento con lui.
La prima regola d'oro, che un avvocato dovrebbe tenere ben a mente, è che non c'è guaio più grande del lasciar che la vita privata si intrecci con il lavoro. Io ho commesso un errore, sotto questo punto di vista, perciò, per rispetto di quest'uomo che ha sempre creduto in me, devo trovare il coraggio di essere sincera.

"L'hai sempre saputo, vero?" Chiedo, con un filo di voce. "Voglio dire, l'hai sempre saputo che tra me e Ian ci fosse qualcosa che andava oltre il rapporto avvocato- cliente."
"Ho intuito che sarebbe finita in questo modo sin dalla prima volta che siete capitati uno accanto all'altra, durante la prima udienza per il suo rilascio." Confessa, rilasciando una risata che, alle mie orecchie, arriva un po' amara. "Ed è stato terribile. È stato come se avessi finalmente capito che il destino, quello di cui ti ti fidi tanto, mi abbia finalmente fatto capire che il mio treno era già passato da un po'."

E non c'è alcun modo adatto per esprimere la confusione che le sue parole fanno divampare dentro di me. Non so se la colpa sia del troppo vino che ho buttato giù senza batter ciglio, o semplicemente sono scioccata nel sentir proferire queste parole che, un anno fa, mi avrebbero fatto piangere per la gioia.

Ma il tempo è passato e i miei sentimenti per lui sono appassiti come un fiore sotto il sole arido di inizio agosto. I fiori perdono la loro bellezza se lasciati senza alcuna cura...e così i miei sentimenti hanno perso, man mano, la loro intensità.
Ora, le sue parole mi fanno sentire soltanto una morsa dolorosa allo stomaco.