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"Quindi mi sono ridotta ad essere solo una donna vestita di rosso, per te?" Gli chiedo, alzando un sopracciglio e sforzandomi di far andare via il sorriso ancora impresso sulle mie labbra.
"In realtà, sarebbe bello se tu fossi solo questo: una donna incredibilmente bella, vestita di colori che fanno ricordare le sere di mezza estate."  Proferisce, guardando dritto di fronte a sé.
"Shakespeariano oltre che adulatore. Sei un uomo pieno di sorprese!" Lo stuzzico, riuscendo a strappargli una risata gutturale.

"E tu, perché sei qui fuori?" Mi domanda poi, tornando a posare lo sguardo vitreo su di me.
"Uhm, onestamente non ne ho la più pallida idea. Forse mi sono fatta attirare dalla quiete." Rispondo piano, stringendomi di più nel suo giacchetto, intriso di un forte e piacevole profumo, che è come una sorta di sua impronta personale. Sarei in grado di identificarlo tra mille altre fragranze.

"Ma in questo modo togli alle persone la possibilità di ammirarti. È un gesto molto ignobile!" Proferisce ironicamente, alzandosi di poco per versare del vino nel suo calice.
"Mi dispiace, ma davvero non riesco a sentirmi un'egoista." Ribatto, osservandolo mentre si porta il bicchiere alle sue labbra rosee. Solo in questo momento noto che io sono già al secondo bicchiere, mentre egli ha a malapena assaggiato il vino che è stato lui stesso ad ordinare.
"Non so perché, ma ho come l'impressione che tu voglia farmi ubriacare... mentre tu resterai perfettamente sobrio." Constato, assottigliando gli occhi nel vano intento di apparire minacciosa.
"Preferisco avere la mente completamente lucida, mentre a te fa bene averla un po' più annebbiata. Ti rende più rilassata." Mi fa notare, provvedendo subito a riempire nuovamente il mio calice.

"Secondo me, tutto questo fa parte di un tuo segretissimo piano diabolico."  Asserisco, notando come i suoi occhi assumano un luccichio divertito, ma, allo stesso tempo, anche un po' misterioso. Avvicinandosi ancora di più a me, china la testa in modo da arrivare all'altezza del mio orecchio, pronto a ribattere alla mia ipotesi.
"Mi hai scoperto." Dice in un tono quasi impercettibile. "Ti farò ubriacare e ti porterò a casa mia, dove faremo sesso. Dopodiché, ti riempirò di barbiturici, in modo da assicurarmi che tu non opponga alcuna resistenza quando ti immobilizzerò e, in fine, ti ucciderò."

Un brivido mi percorre l'intero corpo e la bocca mi si spalanca senza tante cerimonie, pur sapendo che questa sia una presa in giro bella è buona. Allontanandomi quel poco che basta per guardarlo direttamente negli occhi, lascio che egli veda l'effetto che le sue parole hanno avuto su di me.

Perché, caspita, è stato incredibilmente convincente!

"Guai a te se dirai mai una cosa del genere ad un'altra persona!" Lo ammonisco, picchiettando l'indice sul suo petto coperto da una semplice maglietta nera. "Qualcuno potrebbe davvero prenderti sul serio."
"Non tu, però!" Constata, alzando le mani in segno di resa.
"Non io." Confermo, cercando di scrollarmi di dosso la sensazione di freddo che si è impossessata di me, e che mi fa accapponare la pelle, malgrado l'aria sia ancora accettabilmente calda.

Come se riuscisse davvero a leggermi nel pensiero, Ian fa un gesto che mai mi sarei aspettata potesse provenire da parte sua e che pertanto mi prende alla sprovvista, rendendomi, ahimè, letteralmente rigida come un pezzo di legno: avvolgendo le sue braccia intorno alla mia vita, mi attira a sé e lascia che il suo calore plachi i brividi che, fino ad allora, hanno percorso tutto il mio corpo.

Inizialmente, le sue azioni mi mettono così tanto in imbarazzo che non riesco ad uscire da quello stato di rigidità che mi rende simile ad una statua. Ma dopo un paio di secondi, inizio a sentire come i miei muscoli smettono di essere tesi e mi permettono di lasciarmi andare tra le sue braccia, appoggiandomi pigramente al suo petto mentre sento come le sue mani accarezzano le onde dei miei capelli biondi.

E ancora una volta, in questa serata piena di sorprese, succede qualcosa che non mi è mai capitato prima di allora: mi viene una voglia matta di sentirlo ancora parlare, catturare con avidità ogni sua parola e lasciarmi accarezzare dal suo tono di voce, basso e suadente. Perciò lo riempio di domande a cui egli non esita minimamente prima rispondere, continuando a tenermi stretta in quella sorta di abbraccio che mi porta a restare ancorata al suo petto, con la testa appoggiata nell'incavo del suo collo, dove il suo profumo è talmente forte da invadere completamente i miei sensi.

Baci dal sapore del sangue || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora