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Ancor prima che l'udienza finisca, il procuratore chiede al giudice il permesso di avvicinarsi al suo banco, nel chiaro intento di convincerlo, a tutti i costi, ad accordargli un vantaggio.

E non mi sento affatto sorpresa quando egli insiste perché gli venga data una settimana di tempo per analizzare tutto ciò che riguarda il presunto coinvolgimento di McGregor nell'omicidio di Clara.
La  sua richiesta è incredibilmente assurda, considerando il fatto che, come procuratore, è semplicemente impossibile non essere a conoscenza dei precedenti di un testimone scelto proprio dall'accusa. E ciò vuol dire che il suo unico intento sia quello di fare il possibile per ottenere un po' di tempo per riuscire a trovare altre prove che inchiodino Ian.
Ma nonostante io sappia esattamente  a che gioco sta cercando di giocare, non mi prendo la briga di oppormi con veemenza alla sua richiesta. Nella mia testa, sono convinta che il giudice non esiterà ad accoglierla.

Ed è per questo che vengo colta di sorpresa quando quest'ultimo, a dispetto di ciò che pensavo, esprime il suo categorico rifiuto. Dentro di me gongolo come una bambina nel sentire come egli mette il procuratore con le spalle al muro, rimproverandolo per non essere stato in grado di costruire un caso solido da presentare di fronte alla giuria.

La sua decisione è lapidaria: non ha intenzione di assecondare i suoi capricci, perciò l'indomani si terrà l'ultima udienza del processo, dedicata alle arringhe finali.

E, in questo modo, viene dato il via al nostro conto alla rovescia.

Abbiamo un solo giorno per riunire tutti gli elementi a nostro favore in un discorso estremamente convincente, che non lasci spazio al dubbio. Ryan, solitamente, è un maestro in questo. Ma questa scadenza così vicina eclissa il suo lato geniale e lo fa entrare in una tale crisi che anche preparare il suo solito discorso risulta meno facile di quanto lo sia stato per tutti gli altri casi.

Lo vedo arrancare parecchie volte, storcere il naso dopo ogni più piccola frase, chiedersi se le sue parole siano abbastanza d'impatto e farsi altre mille domande che non ho mai sentito uscire dalla sua bocca.

Era sicuro che il processo sarebbe finito in un lampo, ma credo che la decisione del giudice vada al di là della sua immaginazione. Perché, io stessa, avrei potuto immaginare tutto fuorché il fatto che ci sarebbero rimaste solo ventiquattro ore per fare in modo che questo caso decreti il nostro salto di qualità.

E, nonostante la necessità di restare perfettamente concentrata, non posso fare a meno di chiederdermi che cosa stia pensando Ian in questo ultimo giorno che lo separa da una completa libertà... o dalla distruzione totale della sua vita.
Vorrei essergli accanto e cercare di calmare i suoi nervi, sbandierando un falso ottimismo; vorrei abbracciarlo e rassicurarlo, anche se io stessa sto temendo per la sua libertà. Scommetto che finirebbe tutto con lui che mi attira tra le sue braccia forti, infondendomi un po' di quella calma che ultimamente non mi appartiene più. I ruoli si invertirebbero e sarei io a bearmi nel suo calore, mentre lui nasconderebbe la sua paura e placherebbe i miei timori uno ad uno.

E così che vorrei che andasse questo ultimo giorno in cui c'è ancora qualcosa che ci lega. Ma devo lasciare da parte i miei desideri, restando accanto a Ryan finché riusciremo a portare al termine quello che sarà il nostro ultimo compito, per quanto riguarda questo caso.

Così, tra un'imprecazione detta a bassa voce, tanto cibo spazzatura e qualche bicchiere di vino di troppo, volano via anche le ultime ore che ci separano dal momento della verità. Per fortuna però, anche se si è dimostrato più difficile del solito, poco prima dello schioccare della mezzanotte io e Ryan ci dichiariamo soddisfatti del discorso di chiusura che siamo riusciti a mettere su e che rappresenterà l'ultima possibilità di convincere i giurati ad esprimere un giudizio a nostro favore.

Baci dal sapore del sangue || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora