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Guardo Debby con una certa dose di rassegnazione, sapendo di non poter ribattere in alcun modo. Benché lei sia la mia amica più intima, non posso assolutamente confidarle il motivo che mi spinge a non curarmi dell'apparente malessere di Ian.
Per quanto mi riguarda, vorrei davvero parlarle dei dubbi che mi assalgono continuamente e lasciare che lei mi infonda un po' di quella positività che l'ha sempre caratterizzata, ma non posso rischiare di lasciarmi sfuggire alcun dettaglio sul caso. Perciò, non mi resta che sorbirmi le sue constatazioni basate su un brevissimo incontro che non racconta veramente nulla di ciò che è stato il nostro rapporto altalenante.

Fortunatamente però, dopo un po', la mia amica si lascia distrarre dalle possibili attrazioni di LA, stillando un lunga lista di "cose da fare assolutamente" (parole sue) in queste due settimane. Restando accanto a lei e osservando meravigliata la vivacità con cui non lascia al caso alcun dettaglio, mi rendo conto che, pur essendo qui da circa un mese, non mi sono mai data la briga di conoscere questa meta così ambita dalla gente, se non sotto l'influenza di Ian o Ryan. E allora una sensazione forse di sconforto, anche se non potrei giurare che si tratti proprio di questo, si impossessa di ogni fibra del mio essere e fa nascere dentro di me il desiderio di assecondare volontariamente Debby in ogni sua impresa, lasciandomi contagiare dall'entusiasmo con cui farnetica sui posti migliori da immortalare in quelle sue foto che l'hanno da sempre resa un'artista agli occhi di tutti.

La sera stessa, condividendo ormai un po' del suo entusiasmo, mi lascio convincere ad accompagnarla in un pub sulla spiaggia, a Malibu, nonostante mi attenda un giorno in cui l'essere riposati e con la mente lucida sarà fondamentale.

Ma non mi pento neanche per un secondo per la scelta fatta. D'altronde passiamo una serata davvero bella, rammentando i tempi dell'università, quando lei cercava ancora di trasformarmi in una "festaiola".

Debby beve tanto, ma l'alcol non sorte su di lei l'effetto che sortirebbe su di me. La ragazza continua ad essere perfettamente abile nell'usare tutte le sue facoltà mentali e motorie, mentre io mi sento in colpa anche solo per aver mandato giù un cocktail leggero, sapendo che il compito di portare i nostri sederi illesi a casa spetti proprio a me.

In ogni caso, l'atmosfera si mantiene piuttosto tranquilla e piacevole. Dopo aver osservato Debby mentre prova cocktails di cui non ho mai nemmeno sentito parlare, ci rifugiamo in spiaggia dove la mia amica si rinchiude nel suo mondo, stabilendo uno strano rapporto col paesaggio e la sua macchina fotografica.
Seduta sulla sabbia, la guardo incantata mentre scatta foto al oceano da ogni angolazione possibile e inimmaginabile.
È talmente immersa nel suo mondo che non si rende nemmeno conto di star esprimendo a voce ogni suo pensiero. Tant'è che ogni tanto la sento imprecare per qualche scatto non all'altezza delle sue aspettative , seguito da una parola di apprezzamento quando riesce a raggiungere i suoi obiettivi.

Quando oltrepassiamo la soglia della mia temporanea casa, sono da poco passate le due, ma nonostante ciò le mie palpebre non accennano a volersi chiudere per darmi quel riposo di cui ho tanto bisogno. La mia mente ritorna a tormentarsi per l'imminente incontro col giudice, tenendomi sveglia persino quando mi lascio cadere sul morbido materasso del mio letto.

La mia agitazione svanisce soltanto quando Ryan mi viene a prendere per raggiungere insieme il tribunale, la mattina successiva. La sua espressione calma riesce ad infondere anche a me un pizzico di tranquillità, benché egli mi avverta subito della presenza di Ian durante l'incontro.
Eppure, non m'importa. Il fatto che ci sia Ryan mi toglie il peso dell'avere lo sguardo di Ian, freddo e risoluto, su di me.

"Comunque, d'ora in poi sarò io ad occuparmi di Ian. Il tuo compito sarà quello di aiutarmi nella rielaborazione delle prove che poi presenteremo al processo. Avrai a che fare com lui solo in maniera indiretta. " Mi informa tranquillamente, mentre osserviamo la strada, nell'attesa di veder comparire la Rolls-Royce del diretto interessato nella nostra visuale.
Inizialmente sono quasi tentata di chiedergli la ragione di questo cambiamento che, benché sia necessario, non avrei avuto mai il coraggio di richiedere. Ciononostante, una vocina nella mia testa mi dice in un tono alquanto deciso che non potrei che odiare la sua risposta, perciò mi astengo dal lasciar prevalere la mia, a volte, sconfinata curiosità.
"Mi sembra ragionevole." Ribatto semplicemente, captando con la coda dell'occhio l'arrivo di Ian.

Baci dal sapore del sangue || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora