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Naturalmente, capisco all'istante che questa sia una di quelle volte in cui devo assolutamente dare ascolto a quello che mi viene detto dalle persone che tengono a me in maniera sincera e completamente disinteressata. D'altro canto, io stessa sono arrivata alla conclusione che Ian sia troppo lontano dal prototipo di uomo che dovrei voler accanto.
Perciò le parole della mia amica mi giungono piuttosto amare, ma per niente nuove e scioccanti. Percepisco all'istante la verità che si nasconde dietro ad esse.

Per fortuna però, i mille impegni che mi attendono nella settimana successiva mi impediscono di cadere in preda al mio solito impulso di rimuginare e ritornare sui miei stessi passi.
In più, durante questa intera settimana caotica, l'unico volto familiare che ho il tempo di vedere per più di dieci minuti è Ryan. Come già da un po' da queste parti, ci ritroviamo a lottare fianco a fianco per non lasciarci sommergere da tutti i dettagli, le testimonianze e tutto ciò che ci serve per affrontare il processo, oramai, imminente.

E, francamente, questi giorni si rivelano i migliori in assoluto da quando ho messo piede a LA. Forse devo ringraziare proprio quest'ultimo, perché, con ogni attimo trascorso in sua compagnia, mi sono convinta sempre di più di quanto sia bello passare il tempo a guardarlo all'opera. Ha un'intelligenza fuori dal comune e una grande capacità nell'unire dettagli che ai miei occhi, ancora inesperti, spesso sembrano non avere alcun legame logico.
In fondo, è proprio questo il motivo per cui l'ho seguito fino a cui ciecamente: lavorare vicino a lui il più possibile e catturare ogni piccola competenza che egli è disposto a condividere con me.

Probabilmente, se avessi avuto la possibilità di sapere anticipatamente che sarei rimasta intrappolata in intrighi "amorosi" e drammi che non hanno niente a che fare col lavoro, avrei battuto i piedi per terra, come una bambina capricciosa, e avrei chiesto fino allo sfinimento di essere lasciata a New York ad occuparmi di piccoli casi che non avrebbero messo a repentaglio la mia salute mentale.

"Guarda la donna col vestito rosso." Sussurro nell'orecchio di Ryan, distogliendo la sua attenzione dal monologo del procuratore. "Ha appena arricciato il naso. Credo proprio che Darril non stia suscitando una grande simpatia tra i giurati."
Ryan conferma la mia ipotesi con un sorriso luminoso, mentre aspetta impaziente che possa prendere la parola. Dal suo sguardo capisco che ci sia ancora qualcosa che vuole trasmettermi, eppure non dice nient'altro, giacché le occhiatacce del giudice ci riducono al silenzio.
Forse se fossi seduta accanto al lui, al banco della difesa, potremmo comunicare liberamente. Ma dal momento che sono inchiodata nella fila dietro, accanto ai genitori di Ian, non posso che guardare ogni scena come se fossi un semplice spettatore.

Quando Ryan mi ha comunicato il fatto che non avrei esercitato un ruolo attivo durante le udienze, il mio primo impulso è stato quello di accusarlo di starmi sottovalutando. Però poi i sospetti che, in realtà, sia stato Ian a richiedere questo cambiamento ha preso il sopravvento, e la delusione è andata scemando.
Se Ian non sopporta nemmeno di vedermi seduta accanto a lui, non posso che rispettare la sua volontà e restare a guardare come sua madre si tormenta le mani ripetutamente.

Quando il procuratore finalmente finisce il suo infinito, noioso ed esageratamente enfatico discorso di apertura, Ryan si alza prontamente dalla sua postazione regalando ai giurati uno dei suoi sorrisi smaglianti.
Sul suo viso non si intravede altro che un'infinita calma, dovuta alla consapevolezza che, dopo il monologo disastroso del suo avversario, ormai, per oggi, davanti a lui il terreno è completamente spianato.
In più, il fatto che la maggioranza dei giurati sia costituita principalmente da donne sotto i trentacinque anni sicuramente gli fornisce un vantaggio non indifferente, perché, si sa, benché i giurati debbano essere il volto imparziale della giustizi, spesso anche loro si lasciano guidare da sentimenti capaci di "annebbiare" la mente. Io stessa, nonostante fossi presente nel giorno in cui è avvenuta la selezione dei giurati, mi chiedo cosa abbia portato l'accusa a non contestare le scelte fatte dal mio capo.
Le opzioni sono due: o ha sottovalutato lo charme di Ryan, o ha sopravvalutato il suo.

Baci dal sapore del sangue || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora