Baci dal sapore del sangue || Ian Somerhalder

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"Questa storia deve necessariamente venire fuori?" Chiede Ian per l'ennesima volta durante questa mattinata, a parer mio, interminabile.
"È la nostra carta vincente." Ribatte pazientemente Ryan, guardando l'orologio per quella che penso sia la decima volta nel giro di qualche minuto.
Siamo tutti molto tesi, e i nostri lati psicotici stanno facendo capolino tra le crepe di quell'immagine da adulti freddi e pienamente capaci di controllare ogni cosa che ci circonda.
La verità, però, è un'altra. Ci sentiamo tutti e tre, chi per una ragione chi per un'altra, come dei ragazzini terrorizzati da un mostro inesistente.

Ian sta cercando in tutti i modi di tenere fuori la sua famiglia da questo caos. Ma sappiamo tutti e tre con certezza che questa udienza farà venir fuori tutti gli scheletri nell'armadio della famiglia Roberts.
Ryan sta cercando di forzare la mano del destino, tentando di trovare mille modi per mettere fine a questo caso il prima possibile. Deve essere un processo lampo, ci ripete sempre. Ma sappiamo tutti e tre che il tutto sia diventato una sorta di gioco d'azzardo. Non si sa mai se le tue carte, benché in apparenza vincenti, siano realmente migliori di quelle dell'avversario.
E io, beh, sto cercando di mantenere il mio posto in seconda fila e continuare ad ammirare le mosse di Ryan, sapendo di aver dato il mio contributo, ma senza correre il rischio mettere a repentaglio il nostro duro lavoro.

Dopo le insinuazioni del procuratore, ho smesso completamente di desiderare di avere una parte attiva nel processo. Ho troppa paura che i giurati, guardandomi, potrebbero pensare soltanto alle sue parole, ignorando ogni altro mio tentativo di rendermi degna della loro attenzione con il mio lavoro.
Ma Ryan ha ragione, oggi non c'è alcuno spazio per la mia timidezza o per le mie paure.

"Fidatevi di me, questa sarà l'ultima udienza. Abbiamo la vittoria in tasca." Asserisce ancora Ryan, intimandoci ad entrare nell'aula.

Questa volta anche io sono seduta al banco della difesa e noto, lanciando uno sguardo nell'aula che si sta riempendo piano piano, che questo accaduto stia suscitando un po' di scetticismo. Questa constatazione mi innervosisce ancora di più, ma ormai, essendo sotto gli sguardi di tutti, mi sento costretta a mantenere un'aria neutra, nel disperato tentativo di sembrare padrona di me stessa. E, comunque, non importa quanto io mi senta pronta di dare l'inizio al gioco, perché presto viene annunciato l'arrivo del giudice. Il che vuol dire, in poche parole, che non ho più alcuna via di scampo. Perciò, non mi resta che chiudere gli occhi e rivolgere una preghiera veloce a tutti i santi disposti ad ascoltarmi, mentre Ryan se ne approfitta per chiedere il permesso di essere sostituito da me. E dal momento che l'accusa non solleva alcuna obiezione, il nostro teatrino, pensato nei minimi dettagli, inizia a prendere forma sotto gli occhi perplessi di tutti.

Il primo testimone è un detective che ha seguito questo caso sin dal principio, e viene chiamato alla sbarra dall'accusa.
Egli riesce a guadagnarsi sin da subito la completa attenzione di tutti, dichiarando che, finalmente, c'è una svolta nelle indagini, che riuscirebbe a rendere chiaro, almeno per quanto riguarda una delle due vittime, il motivo per cui Ian abbia presumibilmente ricorso ad un gesto talmente barbarico.

Nell'aula scoppia un brusio di voci che denota quanto sia forte l'impatto di questa notizia sulle persone presenti. Ma io non sono né sconvolta né tantomeno presa alla sprovvista.
Direi piuttosto che sono impaziente di fare qualcosa affinché la convinzione del procuratore, sul fatto di averci nel pugno, finisca subito nel dimenticatoio.

Le informazioni che il detective sta per rivelare, ci sono state già riportate dal detective privato che noi abbiamo assunto. Inoltre, il procuratore stesso ha rovinato la "sorpresa" informandoci, nella settimana passata, di avere elementi che potrebbero inchiodare Ian irrimediabilmente, per poi avanzarci una proposta che noi non abbiamo esitato a rifiutare: convincere Ian a dichiararsi colpevole in cambio di una pena più leggera.