Capitolo 5 - Silenziamo le chat di gruppo?

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Non credo esista al mondo, dopo un'intera giornata fuori casa, momento migliore di quello in cui ci si spaparanza sul letto accompagnati da un buon libro. Questo semplice passatempo, per me, equivale al raggiungimento del Nirvana, peccato che venga spesso interrotto da un cellulare squillante.

«Pronto? Mamma?» rispondo.

«Ciao tesoro! Come stai? Ho una novità, spero di non disturbare» afferma.

«Qui va tutto bene, voi? Che novità?»

«Noi stiamo bene. Volevo solamente dirti che tuo padre ha una presentazione Venerdì, a Milano, quindi abbiamo pensato di passare il fine settimana con te. Sei libera?» chiede, fiduciosa.

«Certo che sì! Vi ospiterei volentieri, ma non ho molto posto qui...» mi giustifico. Più che altro, si accorgerebbero del caos che regna sovrano nel mio appartamento.

«No tesoro, non preoccuparti, abbiamo già prenotato l'hotel, volevo solo sapere se sei libera sabato.»

«Mamma, la mia vita sociale è sempre la stessa, ovvero inesistente. Vi aspetto sabato, fammi solo sapere l'ora.»

«Certamente, ti scrivo su Wassup.»

«Whatsapp, mamma, si dice whatsapp!» la correggo, ridendo.

«Ma si, quello lì!»

Riattacco il telefono, sperando che si ricordi di avvisarmi. Non è mai stata tecnologica, ma da poco mio padre le ha regalato uno smartphone, stanco del suo telefono anni novanta, il cui segnale ormai non prendeva nemmeno più e ogni volta che la chiamavamo dovevamo urlare. Così ha deciso di installare Whatsapp e iniziare a tartassare me e lui con pagine e pagine di faccine del tutto inutili.

Sono contenta di passare il fine settimana con loro, siamo sempre stati una famiglia molto unita, nonostante i continui spostamenti di mio padre.

Lui lavora in una famosa azienda di cosmetici ed è sempre in giro per l'Italia, tra convegni e presentazioni dei nuovi prodotti, in continuo aggiornamento. Mia madre da quando mi sono trasferita lo segue nei suoi spostamenti, avendo un proprio negozio di gioielli da gestire liberamente e decidendo per sé stessa. Conoscendola, oltre ad essere amante dei viaggi, non ama rimanere sola a casa.

Essendo la loro unica figlia mi hanno sempre trattata come il loro amore più grande, senza farmi mai mancare nulla, ma senza viziarmi. Ora è bello avere la mia indipendenza, ma devo ammettere che le pessime battute di papà a ora di cena e le finte risate di mamma, solo per renderlo felice, mi mancano.

Ormai interrotta dalla telefonata, decido di riporre il libro al proprio posto. Non sopporto essere distratta dalle mie letture e quando succede preferisco fermarmi, ricominciando in un secondo momento. Come quando, mentre viaggi o cammini, stai ascoltando la musica e una persona ti obbliga a toglierti una cuffietta per sentire il suo discorso, così alla fine decidi, amareggiata, di staccare definitivamente il lettore musicale.

È ancora presto per dormire, così decido di infilarmi sotto la doccia, in cui sperimento le mie ferrate doti canore, sperando di non rompere alcun vetro con gli acuti. Mentre spazzolo e asciugo i miei lunghi capelli blu, sento un trillo provenire dal mio telefono, questa volta segnale di un messaggio.

Ilaria ha creato un nuovo gruppo per il progetto, intitolato "I fotografi del verde". Da lei non mi sarei aspettata nulla di diverso, se non un titolo più ironico. Siamo tutti presenti, lo riconosco dalle foto profilo, avendo solo il suo numero salvato in rubrica.

"Sappiate che, se mi tempestate di messaggi, vi silenzio!" mette in chiaro Leonardo.

"Ok, ma stai tranquillo! Dobbiamo solo metterci d'accordo. Ho rubato i vostri numeri in segreteria, spero non vi dispiaccia ;)" scrive Ilaria.

"Si chiama stalking, ne sei consapevole?" ribatte lui, nuovamente. Esagerato.

"Tranquilli!" Si intromette Laura.

"Leo, ti chiamavano simpatia! Tranquilla Ilaria, mi salvo i vostri numeri." interviene Marco.

Non sapendo cosa rispondere, quoto il messaggio di Marco e premo invio.

Sto per spegnere il cellulare, ma, poco dopo, ricevo un altro messaggio.

"Comunque oggi Leonardo ti mangiava con gli occhi... e che occhi! ;)" Leggo.

Scoppio a ridere di gusto, Ilaria è sfacciata come poche.

"Ciao Ilaria, io tutto bene, tu? ;)" le rispondo in chat privata, sicura che comprenda il mio sottile sarcasmo.

"Fai pure finta di nulla, io intanto ci vedo bene!" controbatte.

La liquido dandole la buonanotte, ridendo davanti allo schermo del cellulare. Se continuo a risponderle, il discorso si dilunga fino a notte inoltrata, conoscendola.

Non nego che le attenzioni di quel ragazzo mi lusingherebbero, ma si sbaglia. Tra bar e accademia è colmo di ragazze che sembrano provenire da un set cinematografico: slanciate, fisici asciutti, vestite bene, curate... i miei opposti. Io, di curato, ho solo i capelli e sono fuori dal normale persino quelli. Sono la classica persona che, al massimo, ti porta il caffè al mattino per augurarti una buona giornata, con tanto di occhiaie e cuscino ancora attaccato alla faccia, e con cui scambiare poche chiacchiere giornaliere, tutto qua. L'ultima donna con cui un bel ragazzo vorrebbe avere a che fare.

Decido di stendermi nel letto, al caldo, improvvisamente stanca. Spesso è più semplice credere ai propri pensieri, soprattutto quelli negativi, piuttosto che a quelli positivi altrui.

Caffè, amore e fotografia (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora