Leonardo e la ragazza sciolgono il loro abbraccio, mentre io, presa dalla curiosità, mi affretto a nascondermi dietro il primo albero che trovo. In caso mi vedessero, sarei pronta a chiudermi in casa per in prossimi dieci anni o a sprofondare nel minuscolo laghetto poco lontano da qui, ma non è il momento di pensarci.
Osservo la figura femminile, notando che non è esteticamente perfetta come le modelle che sono abituata a vedere sulle riviste di gossip. Indossa dei jeans aderenti, neri, quasi sicuramente in pelle e una camicia bianca piuttosto lunga, che le arriva sino a metà coscia. I capelli corvini e molto corti, quasi mascolini, le donano un'aria sbarazzina, indurendole leggermente i lineamenti. A questa distanza non riesco a osservarla meglio, ma intravedo una bellezza piuttosto naturale e, probabilmente, ha anche qualche anno in più di Leonardo.
Iniziano a parlare, sorridenti, mentre lui è intento a riporre l'attrezzatura nelle proprie borse.
Dovrei smettere di fissarli e tornare verso casa. Non dovrebbe importarmi, lo so: avere la vana speranza che un ragazzo come lui potesse interessarsi a me è ormai nulla. Prima il suo disinteresse al bar e adesso lei... i conti tornano.
Cammino a passo veloce uscendo dal parco, diretta alla metro in cui spero di non incontrare altre modelle. Per oggi ne ho fin sopra i capelli.
***
Più mi osservo nel mio specchietto da viaggio, più noto una certa somiglianza con un personaggio dei film horror. Non intendo la ragazza bellissima che salva la terra da un'invasione zombie, no, ma lo zombie stesso.
Mi sono addormentata piuttosto tardi ieri sera, nonostante la tisana rilassante che ho deciso di prepararmi quando ormai era già notte inoltrata e oggi ne porto i segni, comunemente chiamate anche occhiaie da panda.
«Buongiorno ragazzi, come procede il progetto?» chiede il professor Ludicoli entrando in classe. Il chiacchiericcio in sottofondo si trasforma in un silenzio tombale.
«Per quanto riguarda il nostro gruppo, mancano solo pochi scatti e le stampe. Stavo giusto pensando che, se va bene ai miei compagni, potremmo trovarci oggi pomeriggio per concluderlo» interviene Ilaria, mentre cerca in aula i visi dei nostri colleghi con aria compiaciuta.
«Benissimo! Per quanto riguarda gli altri?» Il silenzio regna nuovamente sovrano, persino Ilaria tace. «Bene, li vedremo direttamente mercoledì, allora. Oggi invece affronteremo un argomento difficile nel mondo della fotografia: le luci. Tirate fuori i vostri appunti, nel vostro primo esame sarà un punto fondamentale!»
Dannazione, devo proprio comprare un Tablet. Mi sento un pesce fuor d'acqua con tutta questa tecnologia e il mio vecchio blocco note tra le mani.
Mi volto per cercare una dannata penna nella mia tracolla; alzando lo sguardo noto Leonardo, che si trova esattamente nel posto dietro al mio. Gli porgo un cenno di saluto alzando leggermente il mento, fingendo disinteresse, mentre lui mi sorride lievemente.
"Ci credono tutti che sei disinteressata. Guarda, stai arrossendo!"
"Non è vero, ho solo caldo!"
"Ma se sei a mezze maniche e ci sono quindici gradi!"
"Ssssh!" Alzo il dito verso il naso, facendo segno alla mia coscienza di tacere. Mi accorgo poi di aver discusso con me stessa e un ghigno prende forma sulle mie labbra, consapevole di essere ormai da manicomio.
«Sofia? La spiegazione del flash è così spiritosa o per caso ho del dentifricio sui baffi?» mi chiede il professore in tono spiritoso, facendo sghignazzare l'intera classe.
Arrossisco visibilmente. «No, scusi, ero solo distratta.»
«Bene, allora vieni pure qui. C'è un set al mio fianco che aveva giusto bisogno di un po' di colore e quale modo migliore se non avere una modella dai capelli blu. Forza, che iniziamo con la pratica!»
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Caffè, amore e fotografia (Completa)
Chick-LitSofia è una ventunenne romana con il grande sogno di diventare una fotografa professionista. Decisa a realizzarlo, si è da poco trasferita a Milano per studiare in una delle migliori accademie d'arte Italiana. Ricominciare da capo, da solitaria in u...