Chiudermi la porta alle spalle senza cercare di convincere Leonardo a rimanere soli è stata un'ardua impresa. Il desiderio di averlo, di fondere i nostri corpi e scoprirsi, per un attimo ha avuto la meglio sulla ragione.
Tutti descrivono la loro prima volta d'amore come un momento meraviglioso, da vivere con la persona che si ama, perciò io ho pensato bene di chiudermi in camera con lui, senza ancora sapere cosa siamo in realtà. Credo di aver perso qualche rotella lungo il tragitto Milano - Venezia, altrimenti la questione non si spiega.
L'aria gelida della laguna ci accompagna fino al locale scelto dalla coppietta piena di vita, che sembra stranamente un bar tranquillo di quartiere. Finché non sento della musica che spacca i timpani, la serata può solo che andare bene.
Ci accoglie una piccola insegna che porta il nome del locale. Il P.s. I love my coffee ha un corridoio all'entrata, illuminato da una flebile luce blu, che porta a tre piccole salette piene di tavolini accompagnati a divanetti in pelle. Le luci rimangono soffuse, ma cambiano colore con lentezza. I giovani da cui siamo circondati sorseggiano i loro drink, godendosi la musica soft in sottofondo e sgranocchiando qualche patatina. Prendiamo posto in uno dei tavoli liberi nella saletta in mezzo, da cui si intravede il bancone bianco del bar e qualche cameriere intento a preparare bevande.
«Come promesso, un bar noioso per piccioncini noiosi!» Ironizza Ilaria.
Leonardo la guarda, alzando un sopracciglio. «Ti assicuro che non siamo poi così noiosi, solo che amiamo i posti tranquilli» afferma, facendole l'occhiolino, per poi girarsi verso di me e lasciarmi uno di quei sorrisi da togliere il fiato. Ecco perché il mio cervello prende volontà propria.
«Beh, tranquilli o meno, tu e Marco andate a ordinare un bel drink per tutti, intanto!» esclama lei, tentando di imitare il gatto con gli stivali quando apre i suoi dolci occhioni.
«Come mai ci hai messo così tanto a prepararti?» Mi chiede con aria maliziosa quando i due si allontanano.
«Come mai non mi sorprende questa domanda da parte tua?» Chiedo retorica, tentando di sviare il discorso. Lei fa per rispondere, quando sento una lunga vibrazione provenire dalla borsetta. «Oh, sono i miei genitori. Scusa, devo rispondere.»
Mi alzo, lasciandola nel suo brodo.
«Tanto torniamo comunque in hotel insieme. Non la scampi, bella!»
Una chiamata di mia madre alle dieci e mezza di sera mi preoccupa di più, al momento. «Pronto, mamma?»
«Tesoro, sei viva! Ti pare il modo?» esclama Jessica, lacerandomi un timpano, già indebolito dalla voce squillante di Ilaria.
«Perché?» chiedo, confusa.
«Ti ho mandato cinque messaggi su Whatsapp e non hai risposto neanche a uno. Ho pensato al peggio!» esclama, apprensiva. Sposto lievemente il cellulare dall'orecchio per guardare lo schermo e noto la connessione a internet staccata.
«Oh, mi sono appena accorta di non avere connessione. Scusa, ma potevi chiamarmi anche prima invece di riempirmi di note vocali!» Dico. «Mi stanno arrivando tutte adesso. Ti ha insegnato papà a mandarle?»
«Quali note vocali?» chiede lei.
Mi porto la mano alla fronte, curiosa di sapere cosa ha registrato; lei e la tecnologia non andranno mai d'accordo. «Lascia perdere. Comunque ora stai tranquilla, sto bene e sono in un bar con altre persone» la informo.
«Con chi sei? Non sarai mica uscita con degli sconosciuti!»
«Mamma, sono maggiorenne da qualche anno, sai? Sono con degli amici di corso.» La sento sospirare. «Voi come state? Papà?» chiedo. Da lei non manca il buongiorno ogni mattina, mentre papà non lo sento mai.
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Caffè, amore e fotografia (Completa)
ChickLitSofia è una ventunenne romana con il grande sogno di diventare una fotografa professionista. Decisa a realizzarlo, si è da poco trasferita a Milano per studiare in una delle migliori accademie d'arte Italiana. Ricominciare da capo, da solitaria in u...