Oggi sono particolarmente in anticipo, essendomi addormentata presto ieri sera. Arrivata nella via dell'accademia decido di fermarmi a fare colazione in un piccolo bar, che tra l'altro è pieno di studenti assonnati, in cui noto una certa somiglianza alla sottoscritta.
Sono sempre di pessimo umore la mattina, che io dorma sei o dieci ore non fa differenza: mi si adirebbe il letargo come perfetto stile di vita.
Mi accomodo a un tavolo fuori, di quelli che adoro con gli sgabelli più alti. Riesco sempre a salirci con fatica, a causa della mia altezza pari a una bambina delle elementari, ma il caffè da quassù sembra avere un sapore migliore.
Addento il mio cornetto al cioccolato davanti a un cappuccino schiumoso e fumante.
«Se facessi colazione con te?»
Alzo lo sguardo di scatto, troppo presa dal mio cornetto caldo, trovandomi davanti quel viso conosciuto del ragazzo visto in metro.
«Scusa, non volevo spaventarti. Siamo nello stesso corso di fotografia e volevo presentarmi. Piacere, sono Leonardo.» Si presenta.
Ecco perché mi sembrava di conoscerlo.
«Sofia, piacere mio. Mi sembrava di averti già visto» dico un po' agitata, mentre gli stringo la mano.
La sua stretta decisa provoca un leggero brivido che mi percorre la schiena.
«Sono nel tuo corso e scendo in metro alla tua stessa fermata. Non sono un assassino, tranquilla.»
Sorrido e lo guardo: ha gli occhi di un verde smeraldo che danno luce al suo viso, grandi e profondi. I capelli lunghi cadono scompigliati sul suo viso, in cui noto alcuni segni, probabilmente provenienti dalla barba appena fatta, e l'assenza di essa gli dona un'aria sensuale.
Ha notato che lo sto fissando con aria imbambolata, perciò torno a concentrarmi sulla mia colazione, mentre lui si accomoda all'altro lato del tavolo.
Da quando le persone decidono di unirsi a me?
Probabilmente non c'erano altri posti, ma non che la sua compagnia mi dispiaccia.
Leonardo rimane al mio fianco nel breve tragitto verso l'accademia, finché all'entrata Ilaria mi viene incontro e lui sparisce nei corridoi, facendo un cenno di saluto verso di me.
«Sofia, chi era quel bel tenebroso?» chiede la mora, mentre si materializza al mio fianco.
«Oh, si chiama Leonardo, è del nostro corso e mi ha fatto compagnia al bar. Non lo conoscevo fino a quindici minuti fa.»
«Mmh, allora non è così asociale come sembra.»
«Non saprei...» Mi sento lievemente in imbarazzo a parlare di lui, dato che non lo conosco nemmeno.
«Va bene, va bene, andiamo.»
Entrando in classe lo rivedo, seduto nell'ultima fila e intento a scrivere non so cosa.
Raggiungo il solito posto di fianco a Ilaria e, in attesa del professore, faccio un salto su Facebook, in cui non trovo nulla di interessante. Ormai sono sempre le solite buffonate.
«Buongiorno a tutti, ragazzi!» Ludicoli sfodera il suo miglior sorriso e la classe ricambia il saluto. Se avessi anche solo la metà della sua energia, al mattino, sarei una persona più felice. «Allora, oggi vorrei parlarvi del vostro primo progetto di gruppo. Il tema sarà libero, dovrete semplicemente presentare dieci fotografie di dieci stili differenti. Saranno quindi due foto a testa, in gruppi di cinque. Ovviamente dovranno avere un collegamento descrittivo tra loro, creando una piccola storia fotografica. Il vostro primo voto si baserà su questo lavoro» spiega, d'un fiato.
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Caffè, amore e fotografia (Completa)
أدب نسائيSofia è una ventunenne romana con il grande sogno di diventare una fotografa professionista. Decisa a realizzarlo, si è da poco trasferita a Milano per studiare in una delle migliori accademie d'arte Italiana. Ricominciare da capo, da solitaria in u...