Leonardo
È un altro di quei giorni dall'aria pesante in cui mi piacerebbe essere un oggetto inanimato, come nelle mie fotografie. Una composizione floreale, senza anima. Immune alla sofferenza, avvenente all'occhio umano.
Invece mi ritrovo seduto in aula, nell'ultimo posto in fondo, per non perdere ulteriori lezioni.
Il mio sguardo continua a cadere sui capelli blu di Sofia, inconfondibili: immagino di poterli sfiorare mentre le sue mani, ora invece concentrate a scrivere sulla sua agenda, mi accarezzano il viso. Di tanto in tanto scambia qualche parola con Ilaria, fedele nel posto di fianco al suo da inizio anno. Do un'occhiata alle sue labbra, che questa mattina non sembrano accennare nemmeno un sorriso, prima di venire interrotto dal professore di storia dell'arte. Richiama il mio nome facendo voltare verso di me l'intera aula; tutti tranne lei.
«Mi dica, professore» rispondo in tono garbato, dandogli attenzione. L'ultimo mio pensiero di oggi è una discussione in aula.
«Data la sua dubbia attenzione alla mia lezione, mi ripeta il titolo del libro più famoso di Henri Cartier-Bresson.»
«Il momento decisivo» affermo con convinzione, mentre il mio sguardo torna a rivolgersi verso di lei. Sofia finalmente mi guarda di sfuggita, probabilmente colpita dalla risposta.
Il fotografo di cui stiamo discutendo è lo stesso autore di cui stavo leggendo la biografia in metro, quando lei si era seduta nel posto di fronte al mio pensando di passare inosservata. Eppure, da dietro il libro, avevo comunque una sua visuale perfetta mentre mi guardava sottecchi. Probabilmente tutt'ora pensa che quel giorno non l'abbia notata.
«Bene, allora possiamo continuare. Mi rivolga un po' più di attenzione, la prego, è qui per questo» sentenzia il professore, in tono autoritario.
Sono qui per questo, certo, ma so vita, morte e miracoli del personaggio stesso. È uno storico fotografo francese di cui ho sempre apprezzato opere e ideali da quando ho iniziato questo percorso artistico. Persino Giulia, quando ho finito il liceo, mi ha regalato una copia del libro citato poco prima.
Gli lascio un cenno di assenso per chiudere la discussione, anche se potrei parlarne fino a fine giornata.
Mentre distolgo lo sguardo dal professore, noto Sofia arrossire sotto ai miei occhi di nuovo puntati su di lei; ciò causa al mio cuore una lieve tachicardia, che non provavo da ormai molto tempo. Guardare quelle due intense nocciole che infondono senso di dolcezza mi porta a una realtà sempre differente, pacifica. Solo per un istante, quello, non esiste più nulla; nemmeno il mio passato.
***
Ho appena due ore di tempo per mandare giù un boccone e darmi una rinfrescata prima di iniziare il turno al bar. Il mio fedele tramezzino con tonno e maionese sembra risollevarmi un po' il morale, dopo la mattinata pesante passata in accademia.
Ho deciso di isolarmi per giorni cercando di togliermi dalla testa quel viso angelico, eppure mi sono ritrovato attratto persino dai suoi capelli. Provo quasi fastidio per la situazione sgradevole che io stesso ho creato, confondendomi non poco.
Il suo viso fino a un attimo prima triste e privo di sorriso, arrossito poi sotto un mio semplice sguardo, ha riservato al mio cuore una minuscola speranza per un secondo. Poi il mio cervello ha ricominciato a pensare, allora è svanito tutto; ci vorrebbe un tasto per spegnerlo nei momenti più opportuni.
Come se non bastasse, il professor Ludicoli ha annunciato la prima uscita fotografica di cinque giorni a Venezia, in cui la vedrò per forza molte ore al giorno. La partenza è tra una sola settimana e il viaggio è pagato da inizio anno; questa volta la scusa della sveglia che non suona non basterà.
È una condanna averla vicino e non poterla toccare. Un limite posto da me stesso, certo, che vorrei però cancellare in un battito di ciglia, ma da cui potrei ricavare quasi certamente l'ennesima delusione.
"Sei un vigliacco." Sento sussurrare dalla mia stessa coscienza, ma entro nella doccia facendo finta che non esista.
Se non fossi ormai abituato alla solitudine, se fossi sicuro della sua sincerità, Sofia sarebbe già tra le mie braccia. Tento di sciogliere invano, sotto l'acqua che scorre bollente, i muscoli ormai tesi dal troppo caos nella mia testa.
***
«Bentornato, Leo!» Sento esclamare, mentre la mano del titolare si appoggia sulla mia spalla. Lo ringrazio con un cenno del capo e mi allaccio il solito grembiule nero.
Oggi siamo solo in due a lavoro, dato che il palestrato è in ferie per un esame universitario; di certo avremo un pomeriggio intenso. Da una parte non lo invidio, dall'altra vorrei essere al suo posto. Sarei chiuso in casa con la testa china sui libri, solo, senza dover sopportare gli sconosciuti attorno a me.
Il lunedì pomeriggio suscita in molti turisti una particolare attrazione verso il bar. Per quale motivo non ne sono a conoscenza, ma ne farei volentieri a meno. Tra Londinesi presi dai loro tè fruttati che non sanno di niente e Tedeschi che cercano di parlare Italiano con pessimi risultati, è una continua corsa verso l'orario di chiusura. Forse decidono di fermarsi qui per il calore all'interno, data la stagione ormai fredda, oppure per le fotografie appese ai muri di cantanti famosi nella storia del rock. Probabilmente la prima, siccome nessuno presta mai particolare attenzione verso quei meravigliosi scatti.
Mi dirigo verso un tavolo occupato da una coppia di giovani intenti a guardarsi negli occhi, adoranti. Finché esiste ancora qualche innamorato che non passa la giornata con il proprio compagno attaccato al cellulare, c'è ancora speranza per l'umanità.
«Ciao ragazzi, cosa posso portarvi?» chiedo, sbloccando il pad per le ordinazioni.
«Due caffè normali e... avete dei dolcetti a forma di cuore? Sai, oggi è il nostro anniversario» chiede lui, speranzoso.
Vorrei davvero accontentarlo per il suo essere così romantico...
«Tanti auguri, ma... non è San Valentino, e purtroppo non ne abbiamo. Posso portarvi dei biscotti al cioccolato appena sfornati, però» propongo.
Acconsentono entrambi e mentre mi allontano li guardo sorridersi. Sembrano talmente innamorati che la mia glicemia sta aumentando prontamente, invidioso da un lato di non poter vivere un amore come il loro.
Mi avvicino al bancone scegliendo i biscotti migliori in vetrina e aggiungendo un cioccolatino di fianco al caffè. Se non posso gioire io di una tazza fumante con la persona amata al mio fianco, almeno che lo facciano loro.
Mentre torno indietro con uno spiraglio di luce negli occhi, scorgo in lontananza una figura femminile. È intenta a fumare una sigaretta mentre mi fissa, appena fuori dal locale. Quando capisco di chi si tratta mi incupisco immediatamente.
Entra dalla porta camminando a passo deciso nella mia direzione, con un'espressione indecifrabile, mentre ora le immagini del passato si mostrano vive e ben definite davanti a me.
Lei è davvero qui.
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Caffè, amore e fotografia (Completa)
Chick-LitSofia è una ventunenne romana con il grande sogno di diventare una fotografa professionista. Decisa a realizzarlo, si è da poco trasferita a Milano per studiare in una delle migliori accademie d'arte Italiana. Ricominciare da capo, da solitaria in u...