Siamo giunti a Venezia da soli dieci minuti e il fascino di questa storica cittadina mi ha già colpita in pieno. L'acqua delle lagune ondeggia sotto i passi delle gondole che le attraversano in piena tranquillità, guidate da uomini vestiti da artisti e accompagnate da melodiche fisarmoniche in lontananza. Gli imponenti palazzi storici e gli appartamenti variopinti di colori accesi donano alle piccole vie un'aria rustica e piacevole alla vista. Numerosi turisti si apprestano a bere un caffè in alcuni dei bar più eleganti, riempiendo i tavoli posti all'esterno delle piazze per riuscire a godersi il panorama. Gli innamorati, invece, si godono la vista abbracciandosi sui famosi ponti, considerati tra i più romantici d'Italia. Riesco persino a percepire l'atmosfera accogliente degli abitanti che salutano sorridendo a chiunque e che, nonostante il freddo, mi scaldano il cuore.
Ci stiamo dirigendo a piedi in un hotel a pochi passi da Piazza San Marco, in cui alloggeremo per le prossime quattro notti, sperando di poter appoggiare velocemente la valigia e approfittare della meravigliosa giornata di sole per scattare qualche fotografia.
Un salone curato, ampio e bianco ci accoglie all'entrata della hall, dirigendoci tramite un piccolo percorso di mattonelle nere al bancone che troviamo in reception. Affiancati alle pareti sono presenti alcuni divanetti in pelle color crema e alcuni dipinti rappresentanti la città, che le riempiono di colore. Di certo non ha niente a che fare con i Bed and Breakfast in cui alloggiavo al liceo.
«Ragazzi, prestatemi attenzione solo cinque minuti, poi vi lascio alle vostre faccende» annuncia il professore quando arriviamo all'entrata. «Siamo in un hotel a cinque stelle, come ben sapete, compreso di tutto. Un intero piano sarà occupato da noi, perciò sarà facile incontrarci. Intanto, prendete una camera scegliendo un compagno, sono tutte camere doppie. Mi raccomando, in un posto del genere l'educazione è importante; non siete più alle elementari, quindi mi fido di voi» continua. «Detto ciò, oggi siete liberi, inizieremo la vera visita solo domani. Ci vediamo a cena» conclude.
«Sono tentata di chiuderti in camera con Leonardo e buttare via la chiave...» mi sussurra Ilaria, facendomi l'occhiolino.
Arrossisco visibilmente all'idea di averlo con me, soprattutto durante la notte. Lei sembra accorgersene e non perde occasione di ridacchiare. «Tuttavia, farò lo sforzo di lasciare Marco solo soletto e sarò tua compagna anche in questa avventura» mi tranquillizza.
«Rimani comunque una pessima amica: sai di dovermi ancora delle spiegazioni, vero?» Domando retoricamente, guardandola di traverso.
«Non sono io a dovertele dare, tesoro. Dai, andiamo ad appoggiare questi macigni!»
«Se ti sei portata l'intera casa in una semplice gita non è certamente colpa della valigia. Per caso ci nascondi anche il gatto, lì dentro?» La prendo in giro di rimando, mentre ci dirigiamo al secondo piano.
La camera numero centoventi ci accoglie con una bottiglia di vino bianco, accompagnata da un biglietto di benvenuto, poggiata su un piccolo tavolino di fianco a due calici di vetro.
«Quanta galanteria! Questa ce la scoleremo questa sera!» esclama Ilaria estasiata, mentre lascia cadere il suo trolley da sessanta chili. Ridacchio senza controbattere e mi guardo attorno, poggiando le mie cose a mia volta.
È uno spazio fin troppo ampio e potrebbe perfettamente essere considerata una camera tripla. Due letti singoli sono posti al centro della stanza, separati da due comodini su cui è situato un telefono e il giornale del posto. Ci sono due piccoli armadi di fronte ai letti, che non sono nemmeno sicura di utilizzare, tenendo solitamente i vestiti in valigia. Alla loro destra ci si può affacciare su un piccolo balcone interamente fatto di pietra, con una meravigliosa vista sulla laguna, il punto forte e costoso della stanza. Il bagno personale è abbastanza intimo, ma caratterizzato da una moderna vasca idromassaggio. I due lavandini sono interamente di marmo, su cui rimangono alcuni prodotti per la cura del corpo; i classici tubetti che porterò a casa come souvenir e marciranno nel cassetto.
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Caffè, amore e fotografia (Completa)
ChickLitSofia è una ventunenne romana con il grande sogno di diventare una fotografa professionista. Decisa a realizzarlo, si è da poco trasferita a Milano per studiare in una delle migliori accademie d'arte Italiana. Ricominciare da capo, da solitaria in u...