Capitolo 28 - Fuoco lento

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Leonardo

Tiene salda tra le mani la reflex: una mano sull'obiettivo per regolare la lunghezza focale e l'altra che sostiene il corpo macchina. Cerca tramite l'occhiolino l'inquadratura giusta per riprendere la laguna, su cui si affaccia il Ponte dei Sospiri, nel miglior modo possibile. La sua concentrazione è palpabile. Quando Sofia fotografa sembra non esistere nient'altro attorno e la trovo incantevole.

Mi perdo per qualche minuto tra uno sguardo verso di lei e alcuni scatti per conto mio. Osservo la costruzione interamente in pietra, uno dei principali simboli della città, riprendendolo interamente, accompagnato dall'acqua leggermente mossa della laguna e i palazzi che fanno da cornice, per poi allungare lo zoom e perdermi nei dettagli scolpiti che lo caratterizzano.

Quando mi volto e sento il professore che annuncia il cambio di direzione, Sofia sta guardando i suoi scatti tramite il piccolo schermo. Mi dispiace interromperla, eppure devo, se non vogliamo perdere l'intero gruppo.

«Amore?» la chiamo, stupendomi del nomignolo che le ho appena attribuito. Eppure lei non sembra avermi sentito. «Amore!» Ritento.

Si gira di scatto, guardandosi attorno con aria dubbiosa. «Come mi hai chiamata?» Chiede.

«Amore...» ripeto titubante, sperando di non averla spaventata. Al contrario, arrossisce stupita e si avvicina a lasciarmi un bacio.

«Attento, potrei abituarmici...» sussurra sulle mie labbra, accennando un sorriso e provocandomi un leggero brivido. Questa donna sa essere seducente senza nemmeno sforzarsi, anche nei momenti più dolci; sarà la mia rovina.

Dirigendoci verso il secondo ponte da itinerario, il Ponte di Rialto, sfociamo nella Venezia più colorata e turistica. I traghetti e le gondole galleggianti non mancano, così come i palazzi intrisi di sfumature gialle, rosse e aranciate, in netto contrasto con il resto. La vista è perfetta per le classiche fotografie da cartolina, che non mancheranno nei nostri repertori.

«Prof, non dovevamo visitare luoghi al coperto?» Chiede Ilaria dietro di noi, lacerandomi quasi un timpano. Quella ragazza dovrebbe seriamente rivedere il volume della sua voce. Servirebbe una rotella come nelle auto, ma non posso non pormi la sua stessa domanda.

«Sì, ma dato che siamo in zona ed è abbastanza tardi ci conviene fermarci qui, per non spendere ulteriori soldi in traghetti. Vi assicuro che in città sono parecchio costosi e abbiamo tutto il tempo di visitare ogni angolo nei prossimi giorni» annuncia Ludicoli. Non credo di aver mai avuto professore più saggio, o che semplicemente nasconde una leggera attaccatura ai soldi.

Sofia è intenta a godersi il panorama, senza fare caso al resto e approfitto della sua coda di cavallo per lasciarle un bacio dietro al collo, provocandole un brivido. «Questa città mi sorprende...» sospira, mentre si accoccola vicina al mio petto.

«Peccato per l'accozzaglia che ci portiamo dietro...» ironizzo verso Marco.

«Ehi, guarda che ti ho sentito!» Mi rimprovera Ilaria. «Così siamo di troppo, eh? Mi ricorderò di non invitarvi ai nostri venerdì sera scoppiettanti!» Esclama, fingendosi offesa.

«Mai detto di essere interessati, veramente...» rispondo io per entrambi.

«Giusto, piccioncini noiosi!»

Scoppiamo a ridere tutti e quattro di gusto, dirigendoci poi sulla strada verso l'hotel.

***

«Credo che non toccherò più cibo fino a Natale!» Esclama Marco, stendendosi sul letto.

«Il segreto sta nel non mangiare troppo, sai?» Sghignazzo divertito. Ha il viso paonazzo e sembra in pericolo di coma, neanche avesse un cinghiale sullo stomaco come nelle pubblicità.

Caffè, amore e fotografia (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora