7. Tartaro

1.5K 169 26
                                    


Cupido si trovava in un luogo buio e freddo e non c'era nessuno intorno a lui.

Cominciò a singhiozzare e a guardarsi intorno con paura, finché non si accorse di avere la sua inseparabile borsa a tracolla.

La aprì, prese il suo cavallino e lo strinse a sè, facendosi forza.

Si guardò in giro e vide, da lontano, una luce brillare tremolante.

Si avviò allora in quella direzione e, quando si avvicinò, notò che si trattava di una clessidra, come quella che aveva suo nonno Relio in casa.

" Di chi essere clissidra?" chiese con voce tremolante.

Nessuno rispose, ma una mano adunca comparve dal nulla e dopo la mano apparve un vecchio gobbo, con una lunga barba bianca.

" Chi sei tu ?" chiese quello con cattiveria.

" Me io essere Cupido e lui essere mio cavallino " rispose il bimbo facendo vedere il suo giocattolo.

Il vecchio guardò stupito il bambino e disse, con tono querulo :

" Come mai sei qui ?"

Cupido chinò gli occhi pieni di lacrime e borbottò:

" Nonno di me io, nonno Iove, avere litigato con papà di me io Louis e lui preso fulmine e volere chilpire papà...me io avere provato a fermarlo e lui chilpito me..."

Il vecchio scoppiò a ridere con crudeltà e sbottò:

" Mio figlio è conciato ben male, se si è ridotto ad uccidere un bambino "

Cupido alzò di scatto gli occhioni e chiese:

" Tu essere papà di nonno Iove, tu come chiamare?"

" Mi chiamo Crono e purtroppo sono il padre di Giove " rispose il vecchio.

Cupido fece un tremolante sorriso, si avvicinò al dio e gli abbracciò le gambe.

" Me io essere contento di avere trovato te, nonno Trono, me io avere paura...tu potere abbracciare me?"

Crono rimase impietrito dal comportamento di Cupido, ma si riprese subito, lo allontanò bruscamente da sè e urlò:

" Io odio i bambini, li odio! Io ho mangiato i miei figli perché non prendessero il mio regno, ma alla fine Giove c'è riuscito comunque!
Questo limbo è abbastanza grande per tutti...stai lontano da me e lasciami in pace!"

Detto questo, prese la sua clessidra e sparì nel buio.

Cupido, rimasto solo, si sedette per terra e strinse a sè il suo cavallino.

" Me io volere tornare a casa...aiutare me io..." singhiozzò disperato, appoggiando la testa sulle sue ginocchia.

Crono ( Saga di Cupido libro 17 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora