9. Crono e Giove

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Giove ricomparve in un luogo buio e freddo e si rese conto di trovarsi nello stesso posto in cui era ambientato il sogno che aveva fatto giorni prima.

Si guardò attorno attento, ma non vide nulla muoversi.

Cercò di captare con la propria mente quella di Cupido, ma non ci riuscì, dato che, forse, nel limbo in cui si trovavano, tutto risultava falsato, anche i sensi degli dei.

All'improvviso, però, gli sembrò di sentire un singhiozzo leggero, quasi soffocato...

Allora si precipitò in quella direzione, ma, essendo buio pesto, non vedeva nulla...

Provò ad evocare una torcia con i suoi poteri divini, ma fu tutto inutile, non ci riuscì.

" Cupido..." chiamò a bassa voce.

" Chi essere?" rispose un leggero sussurro.

Giove, rendendosi conto che il bimbo era vicino, tese in avanti un braccio e con la mano riuscì a sfiorargli le ali.

" Sono nonno Giove " disse, riuscendo a prendergli una mano.

Cupido gli volò in braccio e si aggrappò disperatamente al suo collo.

" Nonno Iove, me io avere paura "

Il dio strinse a sè il nipote, non riuscendo a concepire che il bambino non avesse esitato nemmeno un istante ad abbracciarlo.

" Ora ti riporto a casa, Cupido...mi dispiace per quello che ti ho fatto...spero che un giorno riuscirai a perdonarmi " sussurrò.

" Me io avere già perdonato. Tu non eri nonno Iove quando avere linciato fulmine su me io, tu essere diverso...no nonno di me io."

Giove si commosse e gli bació la testa.

" Me io avere conosciuto nonno Trono " borbottò Cupido " ma lui no stato con me ma me io credere che lui no cattivo come sembrare. Lui essere solo e ibbindonato da tutti "

" Piccolo mio, mio padre Crono non ama i bambini...."

" Lui avere detto che mingiato suoi bimbini, ma lui no essere cattivo adesso....mio cuore sentire suo dolore "

" Tu sei troppo buono, Cupido, Crono è crudele, come lo sono stato io "

" Ma che quadretto tenero e dolce!" disse una voce gracchiante.

Giove si voltò di scatto e si trovò di fronte, dopo millenni, suo padre Crono.

" Lascia andare il bambino " disse teso Giove.

" Certo, non mi oppongo " esclamò Crono " tu puoi rimandarlo sull'Olimpo, ma  le Parche mi hanno comunicato la loro decisione e io non posso che esserne felice.
Ci faremo compagnia tu ed io, figliolo caro, qui nel nulla "

Giove strinse i pugni, ma non replicò...non poteva farlo.

Crono ( Saga di Cupido libro 17 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora