7. Olimpia

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Olimpia depose le rose rosse intorno alla statua della dea Afrodite e si inchinò di fronte ad essa.

Raccolse da terra una ciotola di miele e gliela offrì, rivolgendole, come ogni settimana, la sua preghiera e la sua richiesta di protezione.

Olimpia, infatti, giovane donna di circa trent'anni era la più nota e famosa etera di Sparta.

Una massa di ricci capelli ramati circondava un volto, a detta di tutti, bellissimo e i suoi occhi grigi avevano spezzato i cuori di parecchi uomini.

Dotata di un corpo sinuoso con forme perfette, aveva fatto dell'arte amatoria la sua professione.

Viveva in una casa enorme e lussuosa, nella zona est di Sparta e riceveva solo ed esclusivamente una clientela ricca e selezionata.

Era una donna colta, raffinata e, cosa molto rara in una donna che faceva la sua professione, di animo buono e dolce.

Aiutava spesso chi era in difficoltà, soprattutto persone povere e bisognose e questo la rendeva amata dalla gente umile e modesta.

Olimpia terminò il suo sacrificio settimanale al tempietto della dea Afrodite e si avviò, con il suo seguito di schiavi, verso casa.

Stava percorrendo la strada sterrata che l'avrebbe riportata a Sparta, quando una delle sue serve, che la precedeva nel cammino, cominciò ad urlare.

Olimpia si affrettò a raggiungerla e si mise le mani sul volto, non appena vide un ragazzo che giaceva a terra, nudo e ricoperto di sangue, in mezzo alla vegetazione.

Incurante delle spine che le stracciavano la veste, si chinò e appoggiò la testa sul petto del giovane.

" È ancora vivo!" urlò "Sansone, Troilo, presto, prendetelo in braccio e avviatevi di corsa a casa "

I due servi accorsero, raccolsero il corpo del giovane, che altri non era se non Harry e si affrettarono verso Sparta.

Olimpia si rivolse ad un altro suo schiavo e disse:

" Urso, corri a chiamare il medico Ipparco e digli di venire in fretta a casa mia..."

Urso, un ilota di mezza età che serviva la donna da anni, sussurrò:

" Padrona....oggi gli efori avevano proclamato la Krypteia...il ragazzo sarà uno degli schiavi che doveva essere ucciso...sai che è pericoloso aiutarlo..."

Olimpia sorrise in modo dolce, appoggiò una mano sul braccio dello schiavo e chiese:

" Mi sono forse mai tirata indietro di fronte alle difficoltà e ai pericoli?"

" No" rispose Urso sorridendo " ed è per questo che prego gli dei ogni giorno affinché ti proteggano "

Dopo aver detto ciò si avviò di corsa a chiamare Ipparco, sperando in cuor suo che il ragazzo ferito ce la facesse.

Krypteia, la cacciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora