9. Guarigione

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Nonostante le previsioni di Ipparco, Harry resistette con forza e coraggio e, dopo una settimana, il medico cominciò a nutrire qualche speranza che ce l'avrebbe fatta.

Olimpia e le sue schiave lo curarono con grande dedizione e, nonostante il giovane non avesse mai dato segni di uscire dal suo stato di dormiveglia, il pallore che caratterizzava il suo volto si attenuò un po' e una parvenza di colore ricominciò a colorargli le guance.

Un pomeriggio Olimpia si trovava accanto al letto di Harry e gli stava bagnando il volto con un asciugamano fresco, quando si ritrovò due occhi verdi che la fissavano impauriti.

" Piccolo !" sussurrò la donna dolcemente " Sei tornato tra noi!"

Harry la guardò spaventato e tentò di parlare, ma non ci riuscì a causa del dolore che sentiva alla gola.

Gli sembrava infatti di avere tanti aghi conficcati in essa, che gli impedivano di parlare e perfino di respirare.

Olimpia capì subito il problema, riempì una coppa di acqua fresca e la portò alle labbra del ragazzo, sollevandogli la testa per aiutarlo a bere meglio.

Harry sentì con immenso sollievo il liquido fresco alleviargli il dolore alla gola e sorrise grato alla donna.

Sentiva dolori ovunque, gli sembrava che il suo corpo fosse stato fatto a pezzi e poi rimesso insieme in qualche modo, ma, il dolore più grande che sentiva era nel cuore, perché le grida strazianti dei suoi familiari e l'orrore a cui aveva assistito e che aveva sperimentato sulla sua pelle ricomparvero subito nella sua mente.

Olimpia gli accarezzò i ricci e sussurrò :

" Adesso devi riposarti, rimetterti in forze e pensare a guarire. Qui sei al sicuro e non ti capiterà nulla di male. Io sono Olimpia e, se e quando vorrai, mi potrai raccontare la tua storia "

Harry sorrise alla donna e, con voce roca, balbettò:

" Grazie...grazie...io sono Harry..."

La donna gli diede un bacio in fronte e se ne andò, per permettergli di riposare.

Harry chiuse subito gli occhi e cercò di dormire, ma i volti dei suoi genitori e dei suoi fratelli gli comparvero nella mente.

Sperò che fossero morti senza soffrire, ma sapeva che non poteva crederci, perché lui stesso li aveva sentiti urlare e piangere.

Rivolse allora una preghiera agli dei e chiese loro di accoglierli nel regno in cui dimoravano.

Quando stava per addormentarsi, gli comparve davanti agli occhi il volto del giovane che l'aveva picchiato e violentato...

Un odio cieco lo colpì dritto al cuore e si augurò che un giorno avrebbe avuto la possibilità di vendicarsi...

Krypteia, la cacciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora