27. Harry

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Le lenzuola del letto erano state cambiate e anche il corpo di Harry era stato ripulito dal sangue.

Louis si avvicinò lentamente e osservò il pallore cadaverico dello schiavo.

Il suo petto si alzava e abbassava a ritmo vertiginoso, segno che il respiro era difficile e affannoso.

I ricci erano attaccati alla fronte e grosse gocce di sudore gli colavano sul volto.

Louis prese una pezza di stoffa, la bagnò in una bacinella di acqua posta sulla cassapanca, la strizzò e poi la passò delicatamente sul viso dello schiavo, cercando di rinfrescarlo.

Ripetè il gesto diverse volte, ma non cambiò nulla, dato che Harry doveva essere preda di una febbre molto alta.

Non sapeva cosa fare, tanto più che Ipparco non gli aveva lasciato alcuna medicina, poiché reputava ormai vicina la morte per lo schiavo.

Poi, però, si alzò di colpo e si ricordò delle erbe che gli davano da piccolo per i malanni invernali....certo, non era la stessa cosa, ma, magari, qualcosa facevano.

Corse a prenderle nella sua stanza e le sciolse in un po' d'acqua.

Le fece bere a fatica a Harry e attese.

Il tempo passò, ma la situazione rimase sempre uguale e Louis, allora, si rese conto che, per il ragazzo, non c'era davvero più nulla da fare.

Si sedette quindi su una sedia accanto al letto e, con un gesto che lo stupì nel  momento stesso in cui lo fece, gli prese una mano e la strinse fra le sue.

" Senti..." sussurrò " per quel che può valere...io...io ti chiedo perdono per ciò che ti ho fatto. Mi dispiace, mi dispiace davvero e lo so che non dovrebbe dispiacermi perché sei un ilota, ma io...io non riesco...non riesco più ad essere indifferente...
Hai partorito una bellissima bambina...lei è piccola, ma è sana e sta bene e...e ti prometto che non le farò male e che la terrò nella mia casa.
Sai, io non sono bravo nei sentimenti, nessuno te lo insegna a Sparta, ma mi farebbe piacere se tu ti riprendessi e...magari...potremmo giocare ancora a Cubea e io...io non mi arrabbierei se tu vincessi...non più..."

Non appena smise di parlare, si asciugò una lacrima che era scesa dai suoi occhi e continuò a stringere la mano dello schiavo.

Lo fece per buona parte della notte, poi fu vinto dal sonno e si appisolò, con la testa appoggiata sul materasso sul quale era adagiato Harry.

Krypteia, la cacciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora