20. Ti prego...

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Louis arrivò nella camera di Harry e aprì la porta senza nemmeno bussare.

Il riccio era seduto sul letto, con la schiena appoggiata ad alcuni cuscini e si accarezzava lentamente la pancia.

" Quello che hai fatto per me oggi " sbottò Louis " non cambia nulla. Tu continuerai a farmi da puttana, quando e come decido io "

Harry si alzò a fatica dal letto, si mise in piedi, si avvicinò al suo padrone e, inaspettatamente, gli si inginocchiò davanti.

" Non sono mai stato un tipo che si abbassa e si umilia, ma ora lo devo fare. Ti prego, fai di me e del mio corpo ciò che vuoi, ma ti scongiuro...promettimi che non ucciderai il mio bambino.
Non farò leva sul fatto che è anche tuo figlio, perché so che lo odi pur non avendolo mai visto, ma è la sola cosa bella della mia vita...non portarmela via....o...o se davvero vuoi ucciderlo, uccidi me al suo posto...lui non ha alcuna colpa "

Harry non si aspettava lo schiaffo che gli arrivò in pieno viso e non si aspettava che fosse talmente forte da farlo vacillare.

Tuttavia resistette e disse ancora:

" Ti prego..."

Louis fu preso da una furia cieca, alzò di peso Harry e lo gettò sul letto, strappandogli letteralmente la tunica di dosso.

Lo girò da un lato, pronto a violentarlo di nuovo, ma la sua mano, inavvertitamente, finì sulla sua pancia e lo sentì...sentì il bambino muoversi.

Allora la staccò subito, come se si fosse scottato e si gettò letteralmente, in fretta e furia, fuori dalla stanza.

Non appena si ritrovò all'aria aperta, si appoggiò al muro del porticato e chiuse gli occhi, cercando di regolarizzare il respiro.

Aveva bisogno di distrarsi, aveva bisogno di uscire da casa sua, aveva bisogno, soprattutto, di ritrovare il vecchio se stesso.

Con questo pensiero nella testa, si guardò le vesti e si accorse che, prima di uscire, doveva cambiarsi e lavarsi e così si diresse alle terme che aveva in casa.

Harry, nel frattempo, era rimasto sdraiato sul letto con gli occhi lucidi di lacrime, accarezzandosi la pancia e ascoltando i movimenti del suo bambino.

Cominciò a sussurrare una ninna nanna dolce, che sua madre gli cantava sempre e si appisolò, cercando di allontanare dalla mente il dolore che provava e, soprattutto, la paura che Louis, davvero, alla fine, avrebbe ucciso il suo bambino senza pietà.

Krypteia, la cacciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora