17. Non voglio vivere...

5.2K 393 78
                                    


Da quel giorno per Harry iniziò una triste routine, che si ripeteva costantemente, sempre in modo uguale.

Al mattino presto veniva svegliato da uno schiavo e portato alle terme, dove alcune schiave lo lavavano, profumavano e vestivano.

Poi veniva accompagnato a fare colazione e il suo piatto di cibo era sempre ricco e abbondante.

Non appena aveva terminato di mangiare, era ricondotto nella sua stanza, spogliato e legato al letto e lì rimaneva fino all'ora di pranzo.

Louis, a volte, veniva nella stanza anche al mattino e lo violentava senza alcun problema, ma di solito giungeva nel tardo pomeriggio o alla sera.

Harry, man mano passarono i giorni, smise di reagire e di ribellarsi.

Quando vedeva Louis arrivare, chiudeva semplicemente gli occhi e aspettava che tutto finisse.

Ormai anche il dolore e l'umiliazione erano diventati compagni della sua vita e li accettava passivamente.

Gli unici suoi pensieri, nei momenti in cui si trovava da solo, legato al letto, erano rivolti alla sua famiglia e, talvolta, anche ad Olimpia, alla quale pensava con affetto.

Il suo chiodo fisso era, invece, diventato quello di trovare un modo per togliersi la vita, ma non era mai lasciato da solo e, le volte in cui lo era, era sempre legato al letto, incapace di muoversi e di fare qualsiasi cosa.

Le cose, però, cambiarono per lui, quando, dopo aver fatto colazione, una mattina, fu colpito da una violenta nausea e fu costretto a vomitare tutto in bagno.

La stessa cosa si ripeté per parecchi giorni e gli schiavi, che si occupavano di lui, lo riferirono a Louis.

Quest'ultimo, non volendo che il suo giocattolo sessuale si ammalasse, chiamò il medico e lo fece visitare.

Ad Harry non venne detto nulla, ma, dopo che erano passati alcuni minuti da quando il dottore se ne era andato, Louis entrò come una furia nella stanza.

Si spogliò in fretta e penetrò il riccio con più violenza del solito.

" Aspetti un bambino, lurido bastardo" sibilò con rabbia tirandogli i capelli e assestandogli spinte forti e profonde " ...spero solo che muoia prima di vedere la luce, se no ci penserò io ad eliminarlo prima ancora che emetta il primo vagito "

Harry chiuse gli occhi per il dolore e il suo pensiero corse subito alla vita che stava crescendo dentro di lui.

Sperò anche lui che suo figlio morisse prima di nascere, perche quella povera creatura aveva già il suo destino segnato.

Ciao a tutti!
Vorrei spendere qualche parola per il Louis di questa storia.
So che può sembrare solo un sadico e una persona pessima, ma chi nasceva a Sparta ed era un nobile cresceva con un'educazione rigidissima.
A sette anni i bambini venivano tolti alle famiglie ed allevati in comunità, secondo ferree regole militari che esaltavano la forza fisica e la resistenza al dolore.
Se nascevi debole o con un handicap di qualsiasi tipo, venivi ucciso proprio da chi ti aveva messo al mondo, senza alcun problema.
Fra i giovani Spartiati, come è Louis nella mia storia, c'era una rivalità tale che era difficile trovare  amicizie o gesti di affetto e gli stessi maestri incitavano i bambini a cercare di prevalere sempre sugli altri, con ogni mezzo.
Gli Spartiati non si occupavano di nulla se non di esercitarsi alla guerra e non avevano  paura o pietà...mai.
Fin da quando erano piccoli veniva loro insegnato che un ilota non era una persona, ma un oggetto di cui tu potevi fare ciò che volevi.
Uno come Louis veniva educato a non provare pietà o misericordia per nessuno, nè per un nemico in guerra, nè tantomeno per uno schiavo.
Quindi è un personaggio sì cattivo, ma figlio della società in cui vive.
Avrà un'evoluzione difficile nella storia e, anche se vi sembra impossibile da credere, qualcosa lo farà cambiare, lentamente, ma definitivamente.
Me io ora salutare e piccicarvi di baci piccicati❤️

Krypteia, la cacciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora