8. Ipparco e Olimpia

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Ipparco si trovava nella stanza, in cui il ferito era stato portato, da circa due ore e Olimpia aveva perso ormai la speranza di ricevere dal medico una buona notizia.

Gli schiavi che aiutavano il dottore e che, ogni tanto, uscivano dalla camera, non avevano saputo dirle niente, se non che il ragazzo aveva perso troppo sangue.

Ipparco, finalmente, dopo altri trenta minuti, uscì dalla stanza e si avvicinò a Olimpia, che era seduta al tavolo della sala ad attendere notizie.

" Sarò chiaro e onesto " disse l'uomo sedendosi pesantemente su una sedia " il ragazzo è messo decisamente male e non credo che abbia alcuna possibilità di farcela.
Ha due ferite profonde al costato e ha perso un sacco di sangue.
Non ti elencherò nemmeno tutti i lividi, le escoriazioni e i tagli che gli riempiono il corpo e soprassederò anche sulla violenza fisica che ha sicuramente subito...
Quello che ti sto per dire è che è sicuramente uno degli iloti della Krypteia e che, in quanto tale, tu non dovresti occuparti di lui..."

" Ipparco, tu mi conosci " rispose Olimpia " io non nego l'aiuto a nessuno, uomo, animale e perfino pianta..."

" Gli iloti sono considerati immondi, lo sai...nemmeno degni di vivere..."

" Per me gli iloti sono uomini, come me e te e nessuno mi farà cambiare idea. Del resto, Ipparco, anche tu la pensi come me, perché, se non avessi la mia stessa opinione, non avresti curato il ragazzo..."

Ipparco sorrise, scosse la testa e si alzò, rifiutando i soldi che Olimpia gli tese.

" Ho fatto il possibile per il ragazzo, ma per lui ci vuole un miracolo. Comunque, se anche non ce la facesse, gli avrai dato in ogni caso una morte dignitosa "

Non appena fu sola, Olimpia entrò nella camera in cui era stato portato il ferito e si sedette accanto al letto su cui era adagiato.

Lo osservò attentamente e scosse la testa addolorata.

Tese una mano e gli accarezzò la fronte, ammirando  il suo bel viso e i morbidi ricci che glielo incorniciavano.

" Povero piccolo, povera creatura innocente..." sussurrò sottovoce.

Poi si alzò, uscì in silenzio dalla stanza e ordinò ad alcune delle sue schiave di controllare il ferito per tutta la notte e di chiamarla per qualsiasi problema.

Dopo aver dato questi ordini, se ne andò nella sua camera, si spogliò e si mise a letto, pregando Afrodite di dare al ragazzo la possibilità di salvarsi.

Krypteia, la cacciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora