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Finii tra le sue braccia spingendomici contro insistentemente e lo sentii, lo sentii duro su di me, subito dopo ero già sul letto, senza tuta, né mutandine e con le gambe aperte.
«Non immagini quanto sei eccitante così» mi morse l'interno coscia e cominciò a leccarmi ossessivamente facendomi contorcere sotto di lui; affondai le unghie nelle sue braccia eccitata oltre ogni limite, cosi spinsi la sua testa più giù in modo che andasse più a fondo.
Oltre la lingua aggiunse anche le dita spingendo fino a farmi male, ma non ci feci tanto caso perché il tutto mi stava già portando al limite.
Ad un passò dal venire, si fermò girandomi a pancia in giù e inserì ancora le stesse dita mordendomi i glutei ogni tanto.
Si fermò del tutto e risalì il mio corpo con le labbra fino al collo che prese a baciare e mordere senza sosta.
Si svestì anche lui sofferente per l'erezione che si stava gonfiando sempre di più, buttò i suoi vestiti sui miei e strusciò la sua erezione tra i miei glutei facendomi credere che stesse per entrare dentro di me, ma venni girata di nuovo e messa in ginocchio davanti a lui.
«Fammi impazzire» sorrise dandomi un bacio prima di infilarmi il cazzo in bocca, mi afferrò dai capelli e spinse i fianchi entrando fino a fondo.
«Cazzo, hai una bocca spettacolare» si complimentò quando gli leccai la punta praticamente rossa, proseguii lasciandomi guidare dalle sue mani e dalle sue spinte finché non mi venne in bocca, sorrisi soddisfatta e mi aiutò ad alzarmi una volta mandato giù lo sperma.
«Io ti...sei incredibile» esplorò la mia bocca come se non ci fosse un domani e io risposi al bacio stringendo la presa sul suo membro.
«ora voglio ricamb-» venimmo interrotti da qualcuno che prese a bussare alla porta violentemente.
«Prega che io non riesca a sfondi questa porta Nick, perché ti pentiresti di essere nato!» l'urlo di Alex mi fece andare in panico e ci rivestimmo velocemente mettendo tutto in ordine.
Andai ad aprire con l'espressione più innocente di questa terra.
«Cosa c'è?» chiesi corrugando la fronte.
«Che cazzo stavate facendo chiusi in camera tua?».
«Stavamo parlando. Hai presente?» indicai Nick che stava usando il cellulare.
«Vaffanculo Lily, Sono stato dietro la porta cinque minuti e sono bastati per sentire quanto foste chiacchieroni. Ma piantala!. Fallo andare via subito.» spalancò la porta fulminando Nick con lo sguardo.
«Non te lo dirò due volte» gli disse incrociando le braccia e Nick si arrese andando via, ma non prima di lasciarmi un bacio.
«Ti chiamo dopo e magari ci vediamo, se riusciremo a stare insieme tranquilli» mi morse ancora la guancia ed uscì dando una spallata ad Alex.
«Cosa ci eravamo promessi?»
«non ci eravamo promessi proprio nulla Alex» risposi a tono e lui tirò un pugno contro il muro spaventandomi.
«Smettila di prendermi in giro. So cosa stavate facendo e sai benissimo che non puoi farti toccare da nessun altro» faceva avanti ed indietro con le nocche rosse e sanguinanti.
«E da chi dovrei farmi toccare? Perché tu puoi scopare con Max quando cazzo ti pare e io non posso stare con nessuno? Sai, non sei mio padre, no, affatto» mi arrabbiai anch'io allontanandolo da me.
«Cosa? Io, Max...aspetta solo che lo dica a tuo padre» si finse disgustato seguito da un ghigno malefico.
«No che non dirai nulla, perché non sono cazzi tuoi, Alex»
«Si, sono cazzi miei e tu non vedrai più nessuno» e non era una richiesta.
«Perché tu si e io no? Per chi dovrei contenermi poi?» mi alterai ancora di più.
«Per...me?» sussurrò, dubito volesse farsi sentire, ma lo sentii lo stesso.
«Qual è il tuo problema esattamente? Stai andando fuori di testa. Invece di pensare a me, pensa a quanto è stronzo il tuo tipo».
«Lascialo in pace, non ho fatto proprio nulla. Gli ho detto io di tenerti d'occhio».
«Senti, vattene via pure tu e portatelo dietro. Non vi sopporto» tenni aperta la porta e passammo qualche minuto a guardarci in cagnesco, poi lasciò casa mia.

Scesi a cercare mio padre che stava già tagliando le verdure per il pranzo, lo abbracciai da dietro lasciandogli un bacio sulla schiena.
«Cos'erano quelle urla?» posò il coltello pulendosi le mani, vedendo che ero a testa bassa, mi alzò il viso con due dita sotto il mento.
«Qualcosa non va?»
«Va tutto bene, credo, però non lasciare più che Alex venga qui. Quello scemo sta dando di matto e non ho idea del motivo, forse non lo voglio nemmeno sapere» Aggrottò la fronte confuso.
«Piccola, voi non riuscite a stare distanti nemmeno per ore di fila» mi fece notare e cazzo se era vero.
«Beh non mi interessa più ormai. Voglio conoscere nuova gente, perciò usciamo con i tuoi amici stasera?» sbattei le ciglia per intenerirlo e siccome non riusciva mai a dirmi di no, si limitò a sbuffare.
«Piccola, i miei amici non sono la compagnia adatta per te».
«Infatti tu inviterai anche i loro figli» saltellai dall'altra parte della cucina per rubare un pezzo di torta.
«Quei fighi della madonna» dissi sotto voce, ma lui mi sentì.
«Ci devo pensare. Vedremo entro stasera, ma intanto dopo pranzo dobbiamo uscire. Hai finito tutti i miei dolci e il frigo è praticamente vuoto».
«Papà, sei tu che mangi per tre» gli ricordai e mi corse dietro prendendomi e lanciandomi in aria, la sua risata rimbombò per tutta la cucina e lo sentii vibrare dal petto mentre scivolavo giù.
«Ora però aiutami».

Io e mio padre eravamo seduti a tavola ad ingozzarci di cibo e ricordare i vecchi tempi.
Mangiare pranzo con lui mi ricordò i momenti che passavamo sempre insieme quando ci eravamo trasferiti nuovamente; non mi lasciava mai da sola eccetto per la scuola, qualunque cosa dovesse fare fuori con datori di lavoro o amici, mi ci portava sempre e a me piaceva, piaceva talmente che gli avevo promesso che non mi sarei mai fatta degli amici così non avremmo mai dovuto separarci, questo, prima che quello stronzo patentato di Alex entrasse nelle nostre vite.
«E ricordi quando siamo andati al mare con Mark e la sua famiglia?» rise gettando la testa dietro per quanto quel bambino ci aveva fregati di brutto.
«devo ancora farlo pagare a lui ed a sua moglie per averci ingannati» mi fece un sorriso furbo in una muta richiesta di collaborare con lui. lesse il messaggio che ricevette sul cellulare.
«perfetto. Per stasera è confermato. Ci saranno tutti. Non vuoi invitare al-» si zittì intercettando il mio sguardo omicida.
Finimmo di mangiare e ci dividemmo per andare a vestirci.

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