"Se non mi porti via tu all'istante, cammino fino a casa, non importa la distanza" dissi ad Alex che prese un sorso del suo mojito ancora con sguardo profondo a scrutarmi come per intimorirmi.
Aveva, oserei dire ovviamente, risolto col tipo che mi aveva toccata, che tra l'altro non avevo più visto uscire dal bagno, ed ero ugualmente incazzata. Gli chiesi di portarmi via.
"No" rispose infine e sgranai gli occhi sorpresa che mi stesse contraddicendo.
"Oh, bene" dissi semplicemente non riuscendo comunque ad essere abbastanza incazzata da tirargli addosso qualcosa, qualsiasi cosa. Da ubriaco qual era, la sua tenerezza superava ogni cosa.
"Bene" ripetei indietreggiando.
"P-Piccola, sto scherzando. Ho capito. Noi due da soli per stasera" mi fermò dal braccio giusto in tempo e mi prese poi dai fianchi passando la lingua sulle mie labbra che baciò permettendomi di sentire il forte gusto della foglia di menta, mi sottrassi dalla sua presa e lo guardai male, ma lui continuava a sorridere bevendo ancora, prese un sorso e mi riportò a lui posando le labbra sulle mie, le forzò e mi depositò in bocca parte del liquido, pensai subito che fosse già andato e avrei anche guidato se la cosa non mi terrorizzasse da morire, ma in realtà nulla doveva andare così: saremmo dovuti venire qui, bere, mangiare, ballare incollati l'uno all'altro, scambiarci effusioni amorose tutta la notte, finire a letto insieme, non sarebbe importato quale, e poi dormire. Chiedevo troppo?.
"Stai esagerando" Gli tolsi dalla mano il bicchiere e sorrise di nuovo senza rispondere.
Di colpo mi ritrovai dietro il locale dove però un ragazzo aveva avuto la stessa idea di Alex stando sul punto di stuprare la tipa fra le sue braccia, ma la cosa non fece intimidire Alex, mi mise contro il muro e con le labbra sul mio collo, lasciò cadere a terra il bicchiere e strinse in una morsa il mio seno strappandomi un gemito per l'improvvisa scossa di piacere che mi trafisse.
Provò a baciarmi, lo lasciai giusto tentare di sforzare le mie labbra con la lingua e lo morsi costringendolo ad indietreggiare. Sorrise con la lingua fra i denti.
"Piccola..." sussurrò con un sorrisetto malizioso e tornò davanti a me.
Approfittando della mia distrazione sulla coppia vicina, mi alzò sulle spalle e mi portò fino al secondo piano del locale, la musica era sorprendentemente diminuita di volume e Alex sotto quelle luci fluo viola-rosa, sembrava un Dio greco. Non per nulla alcune ragazze sedute sui divanetti che stavamo superando mi guardavano male, soprattutto quando Alex mi morse perché il vestito si era alzato di troppo.
"Dove mi porti, Alex?" Osai a chiedere con le braccia incrociate dietro.
"Dove posso averti" rispose semplicemente accarezzandomi lungo le gambe, poi si fermò davanti ad una porta che aprì con un calcio.
"Ecco" entrò e si diresse verso un divanetto dove mi posò con un bacio sulla fronte.
"Dove vai?" Mi spaventai quando credetti che stesse per lasciarmi sola, invece chiuse solo a chiave la porta e tornò accanto a me sbottonando la camicia.
"Che stai facendo?"
"Ho caldo" provò a rispondere con il labbro stretto fra i denti mentre mi scrutava con occhi lussuriosi.
"Forse non avrei dovuto lasciarti uscire di casa cosi, perché il vestito ti sta d'incanto e sei troppo eccitante con ste gambe perfette" fra il trattenere le risate per quanto riguardasse la camicia che non riusciva ad aprire perché troppo confuso per capire cosa fosse un bottone, mi chiesi cosa avesse ordinato di così potente che lo avesse ridotto a quello stato.
"Chi erano quei amici che non avevo mai visto prima d'ora?" Mi sorse il dubbio.
"Li ho conosciuti grazie a....ma perché non si aprono!?" Perse la pazienza strappando la camicia e facendo saltare i bottoni.
"Alex!" Lo rimproverai sbuffando e si lasciò cadere all'indietro finendo sui divanetti opposti.
"Non sto capendo più nulla, piccola" prese la testa fra le mani sbattendo ripetutamente le palpebre.
"Ci credo, per quanto stupido tu sia stato da quando siamo qui" dissi finendo di raggruppare i bottoni.
"Vieni qui" mi indicò le sue gambe e andai a sedermi sopra di lui che fece subito scontrare le nostre intimità.
"Come faremo a tornare a casa? Voglio stare con te, ma a casa nostra, non qui" sorrise aggrottando la fronte.
"Tornare a casa..." soppesò la frase sembrando non realizzare che saremmo dovuti tornare a casa.
"Cazzo!" Portò la mano alla testa tirandosi i capelli.
"Cazzo, piccola, devo guidare io!?".
"Ehm..dovevi, perché col cazzo che salgo in macchina con te ubriaco cosi" mentre pensava ancora alla cosa, passai il dito sulle sue labbra praticamente rosse e mi salì un'improvvisa ansia dopo essermi resa conto che diventavano cosi solo quando veniva baciato rudemente o morso; di quella sera lo avevo baciato bene solo due volte, a distanza di minuti e minuti, ma non lo avevo mai lasciato solo.
"Tutto bene?" Passò la lingua sulla causa della mia preoccupazione e dimenticai già la cosa avventandomici sopra.
Mi prese dai fianchi iniziando a muovere il bacino per andarmi incontro, mentre le mie mani lo tastavano lungo il petto andando a pizzicargli un capezzolo, aprì gli occhi socchiusi per il bacio e ci ritrovammo persi uno negli occhi dell'altro, senza la forza di staccarci.
"Sono stup-" venimmo interrotti dal bussare della porta.
"Amico, sono harvy" bussò di nuovo e liberai Alex che andò ad aprire.
"È qui? Ci stai dando dentro?" Gli arrivò una pacca che lui schivò con occhi di fuoco.
"No. Grazie per avermeli portati" gli sbattè la porta in faccia e la richiuse a chiave portando le bibite su un tavolino. Solamente allora osservai la stanza vuota a parte i divanetti, il tavolino e un mobiletto reggente una piccola tv.
"Alex.." lo richiamai un po in ansia e raccolsi la sua camicia porgendoglielo.
"Rivestiti" ordinai seria e mi guardò confuso e instabile.
"Perché?"
"Non voglio stare qui" lo guardai con occhi supplicanti.
"Ti faccio paura?"
"Dipende. Intanto vestiti e smettila di bere"
"Ok.." non stava seriamente capendo più nulla e mi chiesi se già da quando Max gli aveva detto dell'apertura si era fatto il programma cosi, perché se l'avessi saputo, non avremmo mai messo piede lì.
"Sei incazzata?" Chiese cauto.
"No, ma sono vicina" lo aspettai davanti alla porta, paziente, ma non riuscii ad evitare di sorridere vendendolo a torso nudo.
Era la perfezione.

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Solo Sesso Per Difesa
RomanceQuando nulla sembra ciò che vogliono far credere e tu sei comunque ossessionata dal sesso. Questa è la storia di Alex e Lily, se le cose fossero andate diversamente, LETTERALMENTE, in modo diverso