Mi svegliai avvinghiata a lui come una sanguisuga, le nostre gambe erano incrociate in modo piuttosto bizzarro e le sue braccia circondavano ancora la mia vita in modo possente, la sua testa era poggiata sulla mia spalla e i ricci che gli coprivano mezzo viso, mi solleticavano leggermente.
Dovevo andare in bagno e non volevo affatto svegliarlo, perché mancava ancora una mezzoretta all'ora in cui dovevamo svegliarci, perciò tirai via la mano da sotto il mio cuscino e per distrazione spostai la spalla facendo cadere la testa in malo modo, subito dopo si svegliò di scatto con gli occhi maledettamente azzurri e lucidi, socchiusi anche se non c'era poi tanta luce in camera.
"Scusa, scusa" sussurrai liberando la gamba e lui scosse la testa tornando giù disteso per metà sul mio petto.
"Ehi, tieni quella bocca lontana da me" dissi quando mi morse un seno da sopra la maglia del pigiama e rise mollando la presa.
"Devo andare in bagno, credi che sia possibile?" Tirai via le coperte e si mise di fianco lasciandomi il libero movimento.
"Approfitto per sistemarmi, papà dovrebbe essere sveglio per preparare la colazione, se vuoi.." lasciai in sospeso e chiusi la porta con un sorrisetto che proprio non voleva sparire.
Realizzai che cazzo, stavo con Alex, quel Alex che proprio volevo e cazzo, mi amava.
Lavai i denti e sistemai i capelli uscendo per spegnere la sveglia, Alex ovviamente era andato di sotto a mangiare e ne approfittai per rifare il letto, ma ci fu un contrattempo perché mi ritrovai con la faccia affondata nel cuscino che aveva usato Alex, sapeva di lui, una fragranza che creava dipendenza, o forse ero io dipendente da lui, ma quelli erano dettagli.
"Voglio aspettar-woow!" Aprì la porta facendomi perdere una serie di battiti che non mi resi nemmeno conto di avere ancora il cuscino che mi schiacciava il naso.
"Wow!" Ripeté avanzando piano come se volesse provare ad accarezzare un animale indomabile.
"Che stai facendo, piccola?" Lentamente, mi tolse di mano il cuscino alzandomi il viso per poterlo guardare con il sorriso divertito.
"Wow!" Disse ancora una volta per poi ridere.
"È un altro modo bizzarro per dirmi che mi ami?" Chiese prendendomi tra le braccia e risi anch'io ad occhi chiusi.
"Ti amo anch'io, ma le tue stranezze stanno aumentando o sbaglio?" Sfottè con il petto che vibrava ancora per le risate.
"Smettila, non è divertente" sbuffai lasciandogli un bacio sul collo.
"Ti aiuto per il letto? Poi devo sistemarmi anch'io" si mise dal lato opposto scuotendo le coperte, nel frattempo lo ammirai un attimo.
"Sei sexy anche cosi, sai?" Mi lasciai sfuggire tenendo a ricordarglielo.
"E tu sei stupenda sempre, ma questo lo sai" mi mandò un bacio volante e mi sentii scossa dai brividi di piacere.
Invece di scendere, preferii restare seduta sul letto a guardarlo scegliere qualcosa da mettere dal suo cosiddetto 'secondo armadio'.
"Finiamo la settimana e usciamo insieme nel weekend? Dei miei amici mi hanno consigliato un locale carino aperto da poco".
"Con piacere" arrossii giocando con le dita.
Infilò la felpa per ultimo e mi porse la mano per scendere assieme, lo presi con piacere uscendo in corridoio dove si sentiva già l'odore di cibo proveniente a sotto.
"Tuo padre cucina veramente bene, voglio impararlo pure io per poterti cucinare piatti più buoni" farfugliò controllando di beccare tutti i gradini.
"Che cosa carina. Me la cavo anch'io, potrei insegnarti qualcosa in più, sai.." annuì arrivando in fondo alle scale, si fermò e girò di fronte a me.
"Non vedo l'ora" disse circondandomi il viso e baciandomi subito dopo, non mi lasciò ricambiare sapendo che non saremmo più arrivati in cucina e avremmo perso tempo impalati in mezzo al salotto.
"Ciao, papà" feci ingresso e andai a dargli un bacio sulla guancia per poi accomodarmi a tavola accanto ad Alex.
"Spero tu abbia tenuto le mani lontane da mia figlia. Avrei controllato se non vigesse fra di noi la regola della privacy notturna" disse papà minacciando entrambi con lo sguardo.
Quella regola sembrava diventata un limite assoluto da quando una volta mi ero addormentata sul letto dopo aver fatto una doccia, avevo solamente un piccolo asciugamano addosso, senza coperte addosso e a forza di girarmi tale asciugamano si era sfilato e mio padre era entrato in camera mia trovandomi nuda e pensando subito male, il resto fu storia seguita da giorni e giorni di imbarazzo fra noi.
"Ve la state prendendo troppo comoda. Arriverete in ritardo" ci avvertì interrompendo la nostra chiacchiera libera, io ed Alex ci guardammo ed annuimmo contemporaneamente alzandoci.
"La mia cartella" avvertii correndo su afferrandola e seguendo Alex fuori.
"Ciao papà" urlai chiudendo le porte dietro di me.Neanche a farlo apposta la prima faccia che vedemmo fu quella di una Dove pensierosa seduta sola su una delle panchine davanti alla scuola, Alex guardò prima me e poi verso di lei scuotendo la testa.
"Vai pure, non me la prendo" intuii i suoi pensieri e tolsi il suo braccio dalle mie spalle.
"No, non voglio lasciarti sola".
"Alex, davvero, vai da lei, ci vediamo in classe" insistetti capendo dalla sua espressione che voleva correre subito da lei.
"Ci vediamo in classe" forzai un sorriso dandogli un bacio e ricambiò con un altro e mi promise di fare presto, di fidarmi di lui e cazzate varie. Io non mi fidavo di lei, perché ero certa che volesse ancora mettersi contro di me.
Arrivai in classe prendendo posto in fondo come al solito e invece di tirare fuori la roba, poggiai il mento sul palmo pensando a cosa lei gli stesse facendo.
"Eccomi" entrò nemmeno dieci minuti dopo e mi baciò prendendo posto.
"Sto broncio?" Abbassò il mio braccio e mi morse la guancia per poi abbracciarmi.
"Scusa se ti ho lasciata da sola" sussurrò sistemando i ricci e non riuscendo a non ignorarlo, sorrisi alzando le spalle ben altro che indifferente.Dopo tre ore di lezione a non finire, durante la pausa, mi prese da mangiare e volle addirittura accompagnarmi in bagno, ma non vi arrivammo mai, perché finimmo nel cortile abbastanza nascosti dagli altri; io con la schiena al muro e lui a intrappolarmi con i fianchi baciandomi il collo dove aveva lasciato un segno in precedenza.
Gemetti sulle sue labbra che morsi quando mi palpò il seno con potenza scorrendo piano al basso dove ricevetti un'altra stoccata dei fianchi contro l'intimità.
"Mi sorprende sempre il come non riesca a resisterti, piccola" portò le mani a palparmi il sedere ed era a un passo dall'alzarmi per avvolgere le gambe intorno alla sua vita, ma lo fermai.
"Scuola?" Chiese come nello spogliatoio ed annuii.
"Però ora sono eccitata da morire" lo informai per cui sorrise malizioso sollevando il sopracciglio.
"Possiamo sempre finire in bagno" suggerì e gli rivolsi un'espressione schifata.
"Assolutamente, non se ne parla".
"Uno degli stanzini dove i bidelli mettono i detergenti?".
"Alex! Smettila" bloccai la parlantina infilando la mano sotto la sua felpa per accarezzare il cenno di muscoli.
"Devo far sparire sta cosa e tu non mi stai affatto aiutando" tolse la mia mano di dosso portandosela alla bocca e mi baciò le nocche.
Guardai di sfuggita il rigonfiamento per poco non troppo evidente e sorrisi.
"Credo mi dispiace un po per te" lo racchiusi in una morsa provocandogli un sussulto di piacere e in pochi secondi mi ritrovai veramente in uno di quei stanzini stretti da far mancare l'aria e l'essere tremendamente eccitati non aiutava.
Alex infilò la mano dentro le mie mutandine andando a passare le dita sulla mia entrata, mi contorsi costringendolo a tenermi ferma prima di affondare un dito dentro di me seguito da un altro fino ad arrivare al terzo che mi fece gemere più forte per quanto lo spingeva dentro di me.
Essendo tutto sommato centrati nel corridoio secondario che alla fine prendevano in tanti, unì le nostre labbra per attutire i gemiti e spinse ancora abbassando i miei jeans seguito dalle mutandine per avere maggiore accesso alla mia intimità, poi fece la stessa cosa con i suoi pantaloni e assicurandosi di essere ben preparata, mi penetrò dandomi il tempo per abituarmi a tale intrusione.
"Stai bene?" Chiese al limite delle spinte baciandomi ripetutamente il viso.
"Sto bene" confermai e prese ad entrare ed uscire da me partendo subito con velocità per cui incrociai le braccia dietro il suo collo abbassando la felpa di lato per poterlo baciare su parte della pelle bollente per via dello sforzo.
Ormai entrambi vicini all'orgasmo, a causa di una spinta particolarmente violenta, beccai un lembo di pelle con i denti e lo sentii scosso da brividi e poi si fermò sempre più eccitato, lo feci uscire da me inginocchiandomi subito dopo e prendendolo in bocca, girai la lingua intorno alla punta, si contorse tenendomi dai capelli e andando a fondo un paio di volte prima di riversarsi nella mia bocca.
"Cazzo, piccola" disse fra i sospiri e mi mise in piedi baciandomi per sentire il suo gusto.
"Sai essere veramente eccitante" lo presi bene come complimento e tornai a baciarlo con vigore e possesso schiacciandolo alla parte di muro scoperto, ciò sistemando le mutandine e rimettendo i jeans.
"Credo che dobbiamo uscire, perché la campanella è già suonata" lo informai con le dita fra i suoi ricci per sistemarli un minimo. Ricambiò l'azione e mi guardò sconcertato.
"Non sei venuta" notò e sorrisi con le guance accaldate perché un conto era fare le cose direttamente e un conto era parlarne e pronunciare quei termini.
"Fa niente. Sbrighiamoci" gli tirai il labbro per far svanire quello sguardo duro, gli abbassai la felpa e chiusi la patta dei suoi pantaloni.
Aprii la porta controllando che non ci fosse nessuno.

STAI LEGGENDO
Solo Sesso Per Difesa
RomansaQuando nulla sembra ciò che vogliono far credere e tu sei comunque ossessionata dal sesso. Questa è la storia di Alex e Lily, se le cose fossero andate diversamente, LETTERALMENTE, in modo diverso