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Finalmente decisi di provare ad uscire dalla stanza e scesi a mangiare qualcosa siccome mi girava la testa per i giorni di digiuno causati dai sensi di colpa.
Sentivo l'assoluta voglia di uscire e vedere nuove facce per distrarmi un po, perché di quel passo sarei finita in una depressione permanente.
Provai a chiamare Emily per sapere dove fosse, ma al quinto squillo a vuoto capii che forse anche lei aveva deciso di non avere contatti con me, un 'forse' che divenne sicuro dopo averla vista online su whatsapp.
Non volli ammetterlo, ma ci stetti male, più della storia con i suoi genitori e decisi di andare a fare serata da sola bevendo fino a non capire più nulla e se necessario avrei dormito in macchina.
Si, avrei fatto proprio cosi.

Pulii la casa che mi prese ben tre ore per quanto era grande finendo giusto in tempo, mi lavai e truccai al meglio per finire con una gonna di lunghezza un po più sopra del ginocchio e il top più attillato che possedevo.
Mentre ero davanti allo specchio ad ammirarmi, mi resi conto che Alex mi avrebbe uccisa piuttosto che farmi uscire in quel modo e per non averlo sulla coscienza tutta la sera, presi un cardigan di sicurezza e misi i tacchi, presi la borsa, il cellulare e soldi a sufficienza per potermi permettere di bere una buona quantità di alcolici.
Presi le chiavi della macchina e ringraziai Dio perché papà mi aveva già messo fuori la macchina e già girata verso il cancello.
"A noi due" mi augurai buona fortuna da sola e salii accendendola, non ero spaventata come aspettavo e una volta uscita dal vialetto e immersa nella strada, mi rilassai ricordando tutti i consigli che mi dava papà per guidare con sicurezza.

Parcheggiai, si fa per dire, davanti al 'Music Tris' e spesi qualche secondo a chiedermi se davvero volevo farlo e soprattutto da sola per quanti stronzi avrei rischiato di incontrare.
"Perché no" mi dissi e afferrai le mie cose entrando dalla porta sul retro essendo che l'entrata principale fosse stracolma di gente.
I posti al bancone erano tutti occupati, così restai in un angolino per aspettare che qualcuno si alzasse per poter ordinare.
"Posso aiutarti?" Una ragazza dal sorriso gentile mi costrinse ad alzare il viso dal cellulare, osservai la sua divisa leggendo il nome sulla tessera che portava al collo.
"Si, io..ehm...aspetto per ordinare. Il bancone è già pieno" risposi spaesata e lo notò anche lei.
"Puoi ordinare lo stesso, sai, devi solo alzare un po la voce. Oggi la musica è più alta del solito" fece un cenno a uno dei ragazzi impegnati a preparare i cocktail e mi indicò, lui fece l'occhiolino, non so se a me o a lei, ma mi disse di andare da lui.
"Ecco fatto" lei sparì dal nulla dopo avermi dato una spinta di incoraggiamento, guarda caso mentre mi avvicinavo si alzò la coppia seduta davanti a lui e mi affrettai a prendere un posto.
"Buonasera, signorina, desidera qualcosa?" Lo disse con un tono sarcastico che anche i suoi colleghi si girarono verso di lui ridendo.
"Si, un piña colada andrà bene" risposi fredda e perse il sorriso annuendo.
"Arriva subito"
Nell'attesa mi girai verso la pista intasata, c'era a malapena lo spazio per respirare, ma non vedevo l'ora di andare a ballare e scaricare ogni peso di dosso.
"Ecco a te" il tizio richiamò la mia attenzione picchiettando sulla mia spalla.
"Grazie mille" tirai fuori il portafoglio e gli porsi i soldi.
"Ci sono gli armadietti per posare le borse, sai?" Disse e lo guardai interrogativa siccome la prima e ultima volta che ero andata lì era stata con Emily, era stato il suo ragazzo a tenerci tutto mentre ballavamo.
"ah, non sapevo. Dove sono?"
"Nate, le mostro gli armadietti e arrivo. Ti consiglio di prenderti il drink" avvertì il collega per poi rivolgersi a me e si asciugò le mani invitandomi a seguirlo.
"È sicuro, ti do la mia parola" mi fece scendere le scale e in un attimo pensai che fosse stata una scusa per portarmi nello scantinato e nel peggiorissimo dei casi addirittura uccidermi.
"Ecco qui, devi mettere una moneta così si apre"
"Se basta solo quello, allora non è proprio sicuro" gli feci notare.
"Invece lo è, perché solo tu sai che moneta hai messo. Guarda, ti viene restituito e dopo hai solo una possibilità per aprire l'armadietto, se non sei tu la moneta non sarà la stessa e suonerà l'allarme"
"Mhm, geniale" posai le mie cose e ripresi la moneta pensando a dove poterla mettere.
"Te la tengo io, se vuoi"
"Perché dovrei fidarmi?" Gli passai davanti e lo misi nel reggiseno.
"Ti ho vista lo stesso, sai" rise costringendomi a girarmi da lui.
"E che male c'è? Ora puoi dire anche agli altri maschi che il reggiseno non serve solo a contenere le tette" lo sfottei e scosse la testa mordendosi le labbra.
"Penso che terrò questa novità solo per me, sai per non spifferare il vostro segreto" sorrise e ricambiai senza volerlo sostenendo il suo sguardo come una stupida quale ero, decisamente.
"Bhe, grazie. Ho bisogno di qualcosa di più forte e di ballare subito" tolsi il braccio dalla sua stretta e mi sbrigai ad uscire tornando al bancone, prima di chiamare un altro barman, lui mi raggiunse e prese a carico il mio ordine.
"Sei qui da sola?"
"No" risposi cercando di fargli capire che non volevo parlare, dopo aver ricevuto il drink, lo scolai tutto in una sola volta e mi buttai in pista saltellando in giro. Tanto nemmeno i presenti sapevano ballare.
"Ehi, ti unisci a noi?" Un gruppetto di ragazzi, con qualche ragazza evidentemente ubriaca, mi invitarono, uno in particolare che mi prese la mano e baciò le mie nocche facendomi girare su me stessa.
"Sei qui da sola?" Chiese, ma alzai le spalle per stare sul vago.
"Bhe, nell'attesa che arrivi il tuo accompagnatore, scatenati con noi" barcollava pericolosamente, ma sembrava piuttosto simpatico e quindi cedetti dandogli anche l'altra mano, ballammo fuori tempo, ma stranamente non importava a nessuno dei due, riusciva a trasportarmi con se senza darmi il tempo per capire quello che stavo facendo.
Al lento, in tutte le coppie davanti a noi c'erano i tipi che tenevano la mano sul culo delle loro compagne, ma lui, cazzo lui mi teneva stretta in un modo cosi dolce che mi ci lasciai andare contro affondando il viso nell'incavo del suo collo.
"Adoro la canzone. La conosci?" Sussurrò e amai la voce più roca rispetto a prima.
"Veramente no, ma è rilassante"
"Ashiqui, è di un film, sai"
"Pensa che non sapevo nemmeno che mettessero cose del genere in disco" lo sentii sorridere e mi strinse ulteriormente stando un po più lontano dai suoi amici.
Alla fine della canzone cercai di salutarlo definitivamente per andare a bere altro alcol e ballare altrove, ma insistette per aspettarmi e ballare nuovamente insieme.
Al bar beccai lo stesso barman e assottigliai gli occhi per la troppa coincidenza.
"Hai già trovato un partner per la serata. Comprensibile" aggrottai la fronte non riuscendo a capire bene il tono.
"Non è il mio partner e cosa è comprensibile?" Domandai ordinando comunque.
"Oh no, no, no, non fraintendere. Comprensibile per quanto tu sia bella e ancora non capisco cosa tu sia venuta a fare qui da sola" semplicemente alzai gli occhi al cielo trovando la cosa un modo patetico per conquistare una ragazza.
"Ehm, certo..."
"Theo"
"Theo, si, Theo. Grazie, ecco a te" assaggiai il cocktail per sentire se fosse buono e poi lo pagai facendo dietrofront.
"Ehi, eccoti" mi ballò intorno toccandomi il corpo di sfuggita con i fianchi, sorrisi tenendo il bicchiere in alto, sorso dopo sorso per non farmelo rovesciare.
"Ancora non mi hai detto il tuo nome!" Urlò sopra la musica.
"Perché tu non lo hai chiesto!"
"Lo sto facendo" mi portò al suo petto tenendomi sulla schiena e dovetti seguire i suoi passi scomposti per non cadere in mezzo alla pista.
"Non mi va" dissi di rimando e morse il labbro sorridendo ancora.
"Vedi che entro la fine della serata me lo dirai. Io comunque sono Liam, piacere" annuii solamente.

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