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«Non pensare male, è che non vedo Max da un po'» e mentre lo diceva, arrossì violentemente con lo sguardo basso.
Per un attimo avevo sperato che fosse stato per me, ma immaginai l'imbarazzo del momento e cambiai argomento chiedendo di andare un attimo in bagno.
«Cazzo, cazzo!» lo sentii esclamare e poi lo sbattere della porta, cosi mi bagnai la faccia e presi il cellulare chiamando Nick.
«Oh piccola, dove sei? Ho un tale bisogno di te» alzai gli occhi al cielo per il deficiente che era a volte.
«Da Alex, ma tornerò a casa tra poco, vieni? Mio padre andrà direttamente al lavoro, quindi sarò sola» confermò e lo salutai uscendo per cercare quel indiscreto di Alex.
«Ti capisco e ti rispetto se non...scopi da giorni, quindi ti lascio andare da Max, io torno a casa» gli strappai dalla mano il telefono per vedere con chi stesse massaggiando.

Fattelo fare un servizietto ogni tanto, nessuno ti direbbe di no.

Un messaggio da Max.​

«Uhh, prima o poi mi dovrai raccontare alcuni dettagli scottanti su voi due» lo baciai sulla guancia rubando un grappolo d'uva.
«Non abbiamo nulla da fare, quindi io scappo, a dopo!» corsi verso la porta.
«Veramente vol-» non ce la feci a sentirlo per la fretta di arrivare a casa prima di Nick.

Arrivai e tirai fuori degli snack di scorta e li posai sul tavolino assieme a bibite anche se era troppo presto per qualunque cosa, infatti ci ripensai e nel rimettere tutto a posto, suonarono al campanello, andai ad aprire e Nick mi travolse abbracciandomi.
«Ehi piccola, come stai?» mi allontanò di poco per potermi baciare.
«Bene, vieni» lo tirai in cucina e gli offrii una spremuta d'arancia prendendo posto accanto a lui.
«Stavo pensando a cosa fare insieme più tardi...»
«Doomani ho scuola e non ho ancora studiato o toccato qualche compito assegnato»
«Ah bene, non c'è nessun problema, ti darò una mano io. Me la cavavo piuttosto bene a scuola, sai?» prese il bicchiere e poi me per mano portandomi in camera mia, feci uscire libri e quaderni buttandoli quasi su di lui che si era sdraiato sul letto.
«Sono quasi le undici, possiamo farcela prima di oggi pomeriggio» mi rassicurò con il diario in mano, allora misi gli occhiali ed iniziammo.

Parte dei compiti iniziò a farmeli lui mentre io elaboravo degli schemi validi per studiare, però a lavoro quasi finito con i compiti di francese, notai che la nostra scrittura fosse troppo diversa, cosi tirai via il libro dalla sua portata.
«Ho scordato un piccolo dettaglio» dissi cancellando le scritte.
«Ehi! Mi sembrava di svolgere tutto correttamente» si lamentò riprendendo il libro e cercando di baciarmi, ma mi scansai in tempo.
«scrivi bene per essere un uomo, ma la professoressa riconosce la mia scrittura ed anche mio padre, e non è cosi» gli rivolsi un sorriso di scuse quando mise su il broncio.
«Allora come ti aiuto?» domandò mettendosi sulla scrivania dietro di me.
«Non saprei, se vuoi prendiamo una pausa? Sto cominciando ad avere fame» feci per chiudere tutto, ma lui mi bloccò scuotendo la testa.
«ci hai provato, piccola, ma tu studi e finisci in tempo per la mia sorpresa e io scendo a preparati qualcosa» un bacio sulle labbra e scese giù.

Nemmeno mezz'ora dopo ero già all'esasperazione, chi diavolo mi aveva fatto pensare che studiare economia sarebbe stato semplice? Avevo scelto l'indirizzo e i corsi più difficili che ovviamente non andavano oltre le mie capacità quando mi impegnavo, però mi facevano saltare i nervi quando mi passava il periodo della studentessa modello ed iniziava quello da studentessa pigra. Gli li ultimi mesi stavano rientrando nel secondo caso.
I libri erano tanti e gli studi stavano diventando pesanti per quelli come me che si impegnavano dei giorni si e dei giorni no, eppure ero al penultimo anno e mi servivano dei crediti scolastici per arrivare al diploma.
Non vedendo l'ora di stare con Nick, feci un piccolo sforzo e svolsi tutti gli esercizi e continuai a studiare con gli schemi sottomano prendendo pure ulteriori appunti dal libro, ma non vedendo Nick arrivare, decisi di andare a controllare.
Girai lungo il corridoio e prima di raggiungere le scale, mi scontrai con un corpo mezzo nudo, alzai lo sguardo e ricevetti in faccia i suoi capelli, fortuna che mi tenne prima che cadessi all'indietro.
«Ho combinato un po' di casini» mi avvertì immediatamente e subito dopo partì l'allarme in cucina perché qualcosa stava bruciando.
«Nick!» urlai correndo.

La cucina era un disastro e c'era fumo dappertutto, spensi il gas e spalancai la portafinestra per la tosse.
«Ma Nick, credevo sapessi cucinare» dissi tirandolo fuori da lì.
«Infatti è cosi, ma il sistema di casa mia è diversa dal tuo» Non riusciva a trattenersi dal ridere e contagiò anche me.
«Sei uno stupido» gli saltai in braccio e mi morse e baciò le labbra scusandosi.


«Credimi se ti dico che abbiamo due sistemi differenti» si giustificò aiutandomi a pulire.
«A meno che tu non abbia la casa intelligente, non hai scusanti, e poi che ci fai a torso nudo? Avresti potuto farti male con tutto sto olio bollente» presi un grembiule e glielo misi.
«Impossibile, so essere molto prudente».
«Sicuro? Basta solo una goccia d'acqua, vuoi provare?» posò la mano sulla mia facendomi mollare la pentola, mi spinse contro il frigo incastrandomi tra essa ed il suo corpo.
«Non sfidarmi, sono più grande e più esperto» sussurrò con la fronte contro il frigo.
«Sono parecchio grande anch'io e parecchio esperta» ribadii con fierezza.
«Bene, sarai abbastanza esperta da sapere cosa sto per farti» sorrise maliziosamente spingendo i fianchi contro i miei.
«Nick, ho fame» sfiorai le sue labbra con le mie e lui mi baciò mordendole.
«Ho fame anch'io, ma tu vieni prima» riprese a baciarmi con le mani ai lati della mia testa.
«Se la metti cosi, però...» gli impedii di allontanarsi e lo accarezzai lungo il petto scolpito scendendo fino alla parte dei boxer che fuoriusciva per via dei pantaloni tirati giù, lui prese la mia mano e la fece entrare nei boxer mostrandomi come voleva che lo toccassi, infatti gemette con la testa affondata nell'incavo del mio collo quando lo strinsi forte fra le dita, spinse ancora i fianchi contro di me volendo di più.
Lo spintonai contro il tavolo e sussurrando il mio nome una volta che capì le mie intenzioni, mi aiutò a togliermi la maglia prima che mi inginocchiassi abbassandogli i pantaloni e i boxer.
«Oh, piccola» gemette nel momento in cui presi a leccargli la punta del pene, lo circondai pompando il più velocemente possibile e lui gettò all'indietro la testa con gli occhi serrati e le labbra socchiuse dal piacere.
Lo presi in bocca e tenendomi dai capelli, si spinse in profondità, avanti e indietro senza sosta, finché non sentii il suo sperma scorrermi lungo la gola, fermò ogni movimento godendo ancora dentro la mia bocca.
«Cielo, piccola, non mi stancherei mai di te» mi permise di alzarmi e circondò il mio viso baciandomi intensamente, la sua lingua mi esplorava diffondendomi piccole scosse di piacere nel basso ventre che aumentarono allo scorrere della sua mano oltre i miei jeans e le mie mutandine.
Infilò due dita dentro di me muovendole a cerchio, intanto riportò le labbra sulle mie succhiandole e mordendole, ma parte della mia attenzione era su quelle mani che mi stavano torturando il clitoride.
Le labbra avevano raggiunto il mio collo ormai pieno di morsi da un lato, poi scese più in basso fino al mio seno che baciò, tirò fino a toglierlo dal reggiseno e prese in bocca il mio capezzolo mordendolo violentemente.
Ansimai con la fronte sul suo petto e posai la mano sul suo ancora dentro le mie mutandine.
Troppe emozioni, sensazioni e piacere, per questo mi lasciai andare raggiungendo il pieno orgasmo quando finì per mettermi tre dita dentro con una spinta decisiva.
«Nick!» urlai crollandogli addosso, tirò su i pantaloni sedendosi a terra con me in braccio.
«Hai ancora fame?» chiese più per provocarmi che altro.
«Si, molta» gli sorrisi maliziosamente e lui scosse la testa, ma altrettanto divertito e ancora eccitato.

Posai la mano sulle sue spalle sollevandomi di poco per farmi sfilare i jeans, poi mi abbassai lentamente dove mi aspettava la sua erezione ormai dura e gonfia, tirò ancora più giù i boxer che stavano diventando ingombranti, nel farlo, si dovette muovere parecchio e di conseguenza la sua erezione si spingeva sempre di più dentro di me, mi morsi le labbra dolorosamente guardandolo con gli occhi sbarrati per quanto quella invasione fosse troppo.
«Scusami, piccola» mi lasciò un bacio sulla fronte, sull'angolo delle labbra per poi tirarle in modo che non continuassi a farmi male e ci passò la lingua sopra sorridendo.
«Non lascerò mai che nessuno ti guardi godere in questo modo, solamente io, per sempre» mi afferrò dai fianchi cominciando a muoversi con piccole spinte.
«Ed io non voglio che provi piacere con nessuno, solo con me» dissi assecondando le sue spinte, ridacchiò scuotendo la testa e incrociò le nostre dita mentre entrambi ci lasciavamo andare un'altra volta persi l'uno nell'altro.




Scusatemi per il ritardo❤
























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