22 - Alex

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La ragazza in foto è Dove come Dove Cameron.

Bastava un colpo della sveglia e la mattina presto stranamente ero il primo della casa ad essere in piedi intento a prepararmi per arrivare una mezz'ora prima a scuola, la colazione non esisteva eccetto i due soliti muffin che portavo per me e Dove.
«ferma, ferma. Un attimo signorino» mia madre scese in cucina con gli occhi ancora socchiusi.
«ciao mamma» la baciai sulla guancia e ripresi a fare tutto sbrigativo.
«Alex, stai facendo un gran baccano» disse mettendo in funzione la macchina del caffè, mi scusai tirando fuori due bustine per i muffin, lei mi diede una mano per farmi smettere e finalmente finii correndo fuori.
Lungo il tragitto, una nuova strada rispetto a quella che percorrevo una volta, sentii qualcosa che mi bloccò. Una bizzarra sensazione al petto e quel qualcosa che mi fece entrare in un vincolo per poi finire dall'altra parte.
Controllai l'ora ed erano le sette e mezza, tutto studiato nei minimi dettagli e lei che appunto spuntava al parchetto con la testa china sul cellulare, mi nascosi dietro un albero e aspettai che mi sorpassasse per poterla seguire, ma cessò la camminata e si girò dietro agrottando la fronte, controllò il cellulare e poi guardò ancora la stessa strada, ma non c'era anima viva e la cosa stava iniziando ad essere piuttosto inquietante, si, finché non lo vidi, quello stronzo che voleva scoparsela la sera in cui mi ero intrufolato nella casa dell'amico di Steve, quel gran bastardo che aveva preso la rincorsa e ora teneva fra le sue sudicie braccia la mi-. No, non lo era.
"Dove di aspetta, Dove ti aspetta" mi feci presente dandomi dei colpetti sulla testa per tenere ciò come unico pensiero, così scappai via attento a non farmi vedere.

"Sei in ritardo, oggi" mi disse dandomi un bacio, mi accarezzò la guancia che morse poi.
"Mi sono svegliato con qualche minuto di ritardo" mentii anche se odiavo farlo a lei che alzò le spalle indifferente regalandomi il solito abbraccio del buongiorno.
"Ecco qui" le passai i muffin e la tirai dal braccio al mio petto alzandole il viso verso di me.
«Ciao piccola Dove» sussurrai intento a baciarla a perdifiato, ma venni preso con forza da Luck, compagno di classe, dal bavero della giacchetta portandomi lontano da lei.
«a dopo» mimò e io annuii sparendo in mezzo alla folla di alunni.
«abbiamo la prova. Ricordi? Arrivare cinque minuti prima perché ci sono le ore corte oggi» mi informò mollandomi all'ultimo e sbuffai entrando in classe.

«smettila, smettila! Ora mi cambio» mi disse quando le intimai di andare a vestirsi immediatamente in modo decente, perché uscire con me mezza nuda comportava occhiate che non avrei tollerato.
«contento? Prepotente che non sei altro» mi colpì sul petto e la ristudiai ancora con qualche disappunto; i pantaloni a vita alta le facevano un culo troppo grosso e il top le rimarcava troppo le tette.
«Alex, finiscila» disse capendo a cosa stavo pensando e salì in macchina regalandomi una visuale mozzafiato.
«sei un maniaco del cazzo» aggiunse con le mani ai fianchi ed evitai di rispondere per non finire a guardarla troppo a lungo.
Eravamo giunti davanti alla yogurteria e rimaneva solo un tavolo libero all'aperto, perciò Lily decise di aspettarmi lì per non farlo prendere ad altri ed io andai a ordinare.
Non mi sembrò di averci messo tanto malgrado la lunga coda, ma quando tornai da lei, vidi un gruppo di ragazzi che si erano messi al tavolo accanto e stavamo borbottando fra loro lanciando occhiate di apprezzamento verso Lily, la cosa mi innervosì e non poco, ma vederne uno seduto proprio vicino a Lily che le accarezzava la mano provandoci, mi fece ribollire il sangue.
«scusa, disturbo?» chiesi mantenendo la calma, lo sbruffone mi guardò con sorriso malizioso cacciandomi con un cenno della mano.
«amico, sei arrivato troppo tardi, ora ci sono io» rispose poi mentre fulminavo Lily con gli occhi.
«scusa, puoi ripetere?» lo obbligai a girarsi e mentre lo faceva gli tirai un pugno in pieno viso e un calcio alla sedia lasciando che cadesse.
«sta lontano dalla mia ragazza» lo avvertii senza pensarci e si rialzò per difendersi, ma i suoi amici corsero da lui portandolo via.
«ma che ti prende? Voleva solo scambiare due parole».
«si, e finito ste parole ti avrebbe direttamente scopato qui? Ti stava fottutamente fissando le tette».
«quindi sono la tua ragazza, eh?» cambiò argomento rialzando la sedia per me.
«stai pure zitta e la prossima volta decido io come ti dovrai vestire» la avvertii sospirando con la testa fra le mani.
«scusa, puoi ripetere?» scimiottò la mia voce e raddrizzai la schiena pronto ad insultarla, ma mi precedette accarezzandomi il labbro inferiore prima di baciarmi.

Cazzo, in fondo non era del tutto colpa mia se mi ero innamorato di lei, ma anche sua per quei stupidi gesti senza preavviso e che il secondo dopo mi facevano balenare mille cose in testa fino a darmi la speranza che forse fra noi due poteva funzionare.
«amico, se non ti svegli ora la Blair ti sbatterà fuori a breve» mi scosse il mio vicino di banco e sbattei le palpebre per riacquisire il controllo della vista.
Dopo due ore di prova era illegale fare una materia pesante come economia e altrettanto sbagliato finire per ripensare a lei ancora una volta, doveva essere un capitolo chiuso già da molto e dovevo assolutamente rimuovere quei stupidi ricordi.
Passai le dita fra i capelli piuttosto stanco della situazione e richiamai l'attenzione della professoressa.
«posso uscire un momento? Non mi sento bene» chiesi e lei annuì non prima di controllare che avessi davvero la faccia di uno che aveva qualche problema.
Aprii la porta attento a non sbattermelo in faccia e misi piede in corridoio facendo per avanzare, ma giurai d'aver sentito la sua voce provenire da dietro, infatti mi pietrificai dai brividi indeciso su cosa fare.
Fortuna che non pensai troppo e corsi verso i bagni sentendomi chiamare, ma non mi osai cercare di sapere chi fosse.
Cazzo, non poteva essere lì, biologia era dal lato opposto.



Spero non sia pieno di errori che mi sono sfuggiti.
Buona lettura😘

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