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Alla fine della giornata scolastica uscii per prima dall'aula e mi confusi tra i numerosi alunni per non essere notata.
Una volta nel cortile mi sentii afferrare dal braccio, credevo fosse Alex, ma Nick mi sorprese abbracciandomi seguito da un bacio quasi sulle labbra.
"Ho pensato di farti una sorpresa. Emily mi ha detto il nome della scuola" spiegò e lo abbracciai anch'io sorridendo.
"Credevo che saremmo usciti nel tardo pomeriggio" dissi camminando con lui, si strinse nelle spalle scusandosi. E di che? Almeno sarei stata in compagnia tutto il giorno.

Lo feci entrare in casa prendendo la camicia che si tolse in seguito restando con la maglietta, andammo in cucina e tirai fuori gli ingredienti per fare un semplice panino.
"Ne vuoi? O sei uno da un pranzo coi fiocchi?" lo presi in giro tirando fuori un altro panino.
"E tuo padre?" chiese guardandosi in giro, i suoi occhi caddero su un quadro appeso all'entrata della cucina che raffigura me e papà.
"Lavora, torna tardi, perciò sono sola a casa" gli passai il suo panino e mi assecondò sedendosi accanto a me attorno al tavolo.
"Mi piace casa tua. É molto accogliente e molto grande per solo due persone" notò anche lui e lo ringraziai.

Ci spostammo in camera mia una mezz'ora dopo pranzo e ci sdraiammo sul letto ognuno dal lato opposto evitando ogni tipo di contatto, anche perché avevo il volto coperto dal libro di civiltà.
"Ti aiuto a fare il compito? Almeno finisci in fretta" si offrì prendendo il libro, prese un evidenziatore e sottolineò tutte le cose più importanti spiegandomele.
Per i primi minuti non capii nulla, ma alla fine, con tutta la sua pazienza, mi spiegò bene la vita delle sorelle Brontë.

Finimmo verso le quattro e mi venne nuovamente fame, quindi andai a prendere i dolci che avrei dovuto mangiare con Alex.
Ci misi più del dovuto per rimandare qualunque cosa sarebbe successo se fossimo rimasti senza fare nulla, però alla fine cedetti e tornai di sopra scusandomi per il ritardo.
"Tieni" gli porsi una barretta di Kit Kat e ne prese un morso, nel farlo, si avvicinò piano come ieri sera e ci ritrovammo con le labbra incollate a baciarci come se stessimo insieme da sempre. Allacciai le mani dietro il suo collo e lui posò le sue ai miei fianchi avvicinandomi ulteriormente, scontrò la lingua con la mia e cercai di staccarmi per riprendere fiato, fortunatamente lo capì e si staccò leggermente accarezzando le mie labbra con il pollice.

Sorrise guardandomi osservare le dita ansiosa, poi tornò a baciarmi, mi distese completamente sul letto salendo sopra di me, cosi facendo mi rialzò leggermente la maglietta e ne approfittò tentando di sfilarmelo.
Mi coprii la faccia con il braccio che lui tolse baciandomi sulla fronte, sulle guance, sulle labbra per distrarmi. Finì per spogliarmi dalla vita in su accarezzandomi la pancia fino ad arrivare al seno, lasciò cadere il mio reggiseno a terra dopo averlo tolto, prese tra i denti il mio capezzolo tirandolo possessivamente.

Con la solita demenza, non ci pensai nemmeno al fatto che non sarei dovuta andare a letto con lui siccome ci conoscevamo da veramente poco e tirai la sua maglietta aiutandolo a toglierselo, lo fece assieme ai pantaloni e ai boxer restando splendidamente nudo sopra di me, a seguito mi tolse i leggins con l'intimo e rimanemmo nudi e già ansimanti.

Lo attirai a me baciandolo con più insistenza, ricambiò in modo violento, ma dolce. Si abbassò ancora usando le labbra per tracciare una linea immaginaria dal mento fino alla mia intimità, ci passò sopra la lingua più e più volte tenendomi  ferma dai fianchi, sostituì la lingua con due dita e le spinse fino alla fine come per farmi male volontariamente, non mi resi conto di essermi stretta a lui e che gli stavo andando contro.
Continuò a spingere le dita dentro e fuori con velocità fino a farmi venire su di lui, fece scontrare le nostre intimità prima di penetrarmi piano andando ad un ritmo tutto suo, strinse i denti per trattenere i gemiti, ma si lasciò andare acquistando un ritmo più sbrigativo, strinse il mio seno in una mano e usò l'altra come appoggio per poter arrivare al mio viso, tracciò il contorno delle mie labbra con la lingua prima di infilarmela in bocca. Ero un mare di sensazioni indecifrabili, le mie gambe tremavano per il piacere che piano piano saliva, segno che sarei venuta per la seconda volta.
Nick mi penetrò tutta massaggiando il mio clitoride e scoppiai arrivando all'orgasmo, lui mi seguì poco dopo cadendo al mio fianco, mi spostò sopra di lui e ci baciammo ancora fino a rimanere senza fiato, muovendo i fianchi, mi strusciai sul suo petto toccando anche il suo cazzo dove si stava formando un'altra erezione.
Indicò le mie mani e poi la sua erezione facendomi capire le sue intenzioni, sfiorai la punta arrossata con il pollice e poi con la lingua lasciando che mi entrasse in bocca. Mi tenne dai capelli legati in una coda e mi penetrò in bocca spingendomi l'enorme cazzo quasi alla gola.
"Ancora?" mi chiese e accettai lasciando che mi scopasse ancora.
Quando mi venne in bocca, lo baciai per fargli sentire il suo sapore che sembrò gradire.
Mi spinse all'indietro lasciandomi confusa e si piegò in avanti passando la lingua sul mio clitoride, leccò via quello che era rimasto del suo orgasmo e mi morse ogni punto facendomi gridare.
"Oddio, Nick!" mormorai inarcando la schiena incoraggiandolo a continuare, leccò ogni punto possibile spingendosi dentro con la lingua, mi strinsi intorno a lui per i brividi e lui continuò fino a portarmi ad un passo da un altro orgasmo, ma si interruppe e mi penetrò di punto in bianco facendomi scattare sui gomiti per guardarlo
"Ho bisogno di una doccia" me ne andai lasciandolo solo e stupendamente nudo sul mio letto.
"Fa presto. Ti aspetto" rispose in tempo prima che chiudessi la porta dietro di me.
Mi sedetti per terra con l'acqua che cadeva sui miei capelli obbligandomi a chiudere gli occhi. Pensai a cosa avrei fatto se Alex fosse qui. Di certo non mi sarei lasciata scopare cosi alla cazzo. É troppo sapere che non ho una vita e non ho voluto amici al di fuori di lui. Che cazzo!
Mi salirono le lacrime agli occhi e non mi disturbai a trattenermi. Piansi come una bambina a cui era stata negata una caramella.
'É solo un cosa momentanea. Lo dimenticherò presto" mi convinsi con la testa tra le mani.

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