26

8.6K 142 0
                                    

Anche se non volevo ammetterlo soprattutto a me stessa, Alex mi era mancato davvero tanto e tutto il tempo passatoci lontano mi aveva fatto capire cose che avevo sempre cercato di trascurare.
Ovviamente non avevo cambiato idea, perché la colpa rimaneva sempre sua per essere stato fin troppo scemo, tuttavia, dopo una lunga chiacchierata con Jace ed Emily, avevo anche capito che dall'altro lato se mi avesse subito detto di amarmi, avrei reagito male finendo ugualmente a rovinare tutto.
In tutti quei mesi mi ero promessa una sola cosa; pensare anche per ore e ore prima di prendere una piccola decisione per evitare malintesi o di perdere l'unica persona veramente capace di incidere così tanto su di me.
Ero felice d'aver fatto pace e i due giorni passati, li avevamo usati per ritrovarci trascorrendoli in giro per la città fino a tarda sera una volta finito scuola.
Decisi di andare a trovarlo a casa dopo aver saputo da Emily che era solo a casa; finii i compiti di fretta e rimisi le scarpe per poi uscire.
Una decina di minuti e profondi respiri dopo, arrivai trovando il portoncino aperto, cosi suonai solo all'entrata.
«chi è?» chiese una volta raggiunto la porta, lo sentii alzare il coperchio dello spioncino e mi abbassai per mettergli un po d'ansia.
Aprì dopo qualche secondo e sorrisi aspettandomi un ben venuto, ma era impallidito all'istante e solo allora notai che era a torso nudo, la cerniera dei jeans era abbassata lasciando intravedere meglio la marca dei boxer.
Non ero stupida e capii subito che lo avevo interrotto, anzi, li avevo interrotti, perché poi Dove lo raggiunse anche lei poco vestita.
Stai calma, stai calma, stai calma.
E lo ripetei per i famosi dieci secondi prima di rifingere un sorriso per non mostrare segni di indubbio fastidio.
«oddio, scusate» dissi e Dove rise appoggiandosi ad Alex che sembrava il più scemo di tutti.
«stavamo per farci la doccia tanto, non hai interrotto nulla» mi rispose Dove e se quando l'ho conosciuta mi pareva simpatica, in quel momento dovevo ucciderla per calmare i frenetici battiti del cuore.
«no, no, io...mi spiace, credevo Alex fosse rimasto da solo e avevo pensato di fargli compagnia, ma sono felice che ci sia tu con lui..solo, mi dispiaceva pensarlo da solo» cominciai a sparare parole senza sapere dove guardare esattamente.
«Lily, entra. Dovevi avvertirmi che volevi venire» Alex si riprese e aprì bene la porta per farmi entrare, ma io indietreggiai.
«oh no, non è necessario. L'importante è che sei in buona compagnia..io, io vi lascio soli. S-scusate» mi girai salutandoli con un cenno della mano, malgrado ciò riuscii comunque a vedere il bacio volante che Dove mi mandò.
Una volta girato l'angolo, mi sedetti su una panchina e mi partirono tutte le parolacce esistenti al mondo.
«lo hai rifiutato tu, ora non rompere» mi sussurrai ritrovando la calma e vedendo il lato comic-no, non c'era un cazzo di comico.
«quello che non sai, è che io ti conosco fin troppo bene, piccola» Alex si sedette accanto a me circondandomi con le braccia.
«dovevi avvertirmi, almeno avrei evitato di lasciarla venire» aggiunse vicino al mio orecchio e mi scostai di poco per la sensazione che mi provocava.
«immagino quante volte sia venuta in quasi tre ore» commentai e lui rise mordendomi il lobo.
«la usi solo per il sesso?».
«veramente no, è una ragazza stupenda e forse saremmo finiti insieme..sai, come coppia».
«perché il forse?» mi morse la guancia.
«ora ti ho di nuovo e non voglio fare cose che potrebbero causare altri problemi. Ho imparato la lezione» sbuffai, ma allo stesso tempo sorrisi fra me e me.
«mi hai, Alex, ma non ti impedirei mai di essere felice» lo guardai negli occhi che chiuse per secondi.
«lo so. Sono felice proprio ora, seduto qui con te» e con ciò mi strinse di più sospirando e io non ebbi il coraggio di dirgli di tornare da Dove, perché lo volevo tutto per me.

Tornai a casa in pieno tramonto una volta lasciato andare via Alex con Dove, ero nuovamente da sola e pensai a cosa cucinare e se avrei dovuto lasciarne anche a mio padre.
Oramai il nostro rapporto di prima era via via scemato e a parte i brevi scambi di battute, non avevo ancora trovato un valido motivo per dimenticare tutto dato come mi aveva trattato da schifo nei giorni a seguire la nostra discussione sulla scuola.
Optai per l'ordine dalla pizzeria più vicina e per la troppa bontà chiesi di riceverle per le nove, al rientro di mio padre, ma nel frattempo presi un po di dolci e mi guardai qualche serie tv alla televisione con quattro ore di nulla davanti.

«sono tornato» mio padre chiuse la porta dietro di sé con un calcio per la torta che teneva in mano, mi sorrise, ma io lo guardai solo e poi riposi l'attenzione sullo schermo del televisore.
Sembrava voler dire qualcosa, ma da uomo saggio qual era, stette zitto e se ne andò in cucina.
«è al cioccolato, il tuo preferito» spuntò dietro di me, prese il telecomando dal divano e spense la tv.
«papà, non ho fatto nulla e non puoi vietarmi di guardarlo» lo avvertii provando a riprendere il telecomando, ma si allontanò in tempo.
«noi due dobbiamo parlare seriamente».
«non credo proprio».
«qui decido io, non tu, perciò smettila» si sedette accanto a me e io mi spostai.
«ok, vado fuori, dove ho la possibilità di decidere anch'io» e lo avrei fatto davvero, se lui non mi avesse trattenuta fra le sue braccia con forza.
«mi dispiace, piccola» sussurrò baciandomi sui capelli.
Si scusò continuamente assicurandomi che non si sarebbe mai più verificato un comportamento del genere da parte sua e quando credetti che fosse tutto finito, lui riprese a parlare.
«...Anche se ho una figlia maledettamente testarda».
«si certo, ecco perché ti creo problemi di continuo, vero?. Ammettilo, è tutta colpa tua, solo t-».
«lo so» disse.

Solo Sesso Per DifesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora