46

5.3K 119 4
                                    

Capitolo da parto, vi giuro.
Come al solito, ultimamente, scusate l'attesa e come sempre perdonate gli errori che possono essermi sfuggiti.
Buona lettura❤


Inarcai la schiena nel sentirlo di nuovo girare la lingua intorno al mio capezzolo per poi stringerlo con i denti tirando giusto per farmela pagare in quanto lo avevo insultato pesantemente prima di finire immobilizzata sotto di lui.
"Ah!" Gemetti non capendo se il fatto di avere i capezzoli pulsanti mi provocasse più dolore o piacere.
"Piccola, stai ferma" mi mise in guardia facendo scivolare la mano dentro i miei pantaloni fino ad oltrepassare le mutandine e infilarmi dentro un dito che spinse d'improvviso.
"Alex!" Gemetti stringendo la presa sul braccio per farlo smettere, ma non mi diede retta e si mise bene sopra di me per bloccarmi del tutto, si chinò in avanti tenendomi ferma la testa con una presa decisa sul mento e sfiorò le mie labbra con le sue, tenni gli occhi chiusi per non essere tentata ad assecondarlo, ma lui non mollò e continuò a sfiorarmi ogni dove con le labbra e a lasciarmi una scia di morsi che invece di farmi dimenare ancora di più, mi eccitarono da morire, tant'è che gemetti incitandolo indirettamente a continuare.
Non so come, ma riuscì a sfilarmi il pantalone assieme alle mutandine e spinse ripetutamente il bacino contro di me, gli andai incontro finché non smise e si spostò un attimo di lato per guardarmi tutta con gli occhi socchiusi.
"Hai capito che la devi smettere?" Osai a chiedere credendo che mi avrebbe liberata.
"No, piccola. Stavo pensando al fatto che la porta sia ancora aperta e che tuo padre potrebbe decidere di tornare a vedere se va tutto bene" mi fece il segno di tenermi d'occhio e andò a chiuderla a chiave ben tre volte e ci appoggiò la fronte in seguito.
"Mi spieghi che cazzo ti prende? Perché lo stai facendo con la consapevolezza che dopo verrai brutalmente cacciato via per sempre se decidessi di raccontarlo a mio padre? Che cazzo ti passa per la testa?" Massaggiai i polsi arrossati per il modo in cui me li aveva bloccati con le braccia, mi alzai a sedere e sentendo il rumore dei lacci del pantalone, tornò sui suoi passi e me lo strappò di mano rigettandolo per terra.
"Non rivestirti" sussurrò allungandosi finché non mi diede un bacio sulle labbra seguito da un morso sulla guancia e sul seno.
"Ora, sono tremendamente eccitato, voglio che tu lo sappia, perciò fammi spiegare velocemente" sospirò passando le dita fra i capelli, si sdraiò portandomi con sé e mi indicò di sedermi sopra di lui, incrociò le nostre braccia ed iniziò non prima di avermi baciato le nocche.
"Come dici tu, non avrei nemmeno dovuto vederla, ma devi sapere che quando uscivamo insieme, un giorno abbiamo visto Thomas e tuo padre insieme.
Pochi giorni fa lui me l'ha presentato e ho scoperto che è lo zio di Dove, cosa che lei non mi aveva mai detto. Tuo padre lo ha messo al corrente del fatto che stessi organizzando una festa e ci ha offerto il suo locale, ovviamente ha detto tutto a Dove essendo che lei è molto brava in queste cose e mi ha suggerito in seguito di farmi aiutare da lei. Lo so che non avrei dovuto accettare, perché tu la odi, ma mi ha suggerito delle idee molto valide e ha aiutato Emi a fare la spesa. La fontana di cioccolato è stata una sua idea." Sorrise per l'ultima frase e guardò in giro evitando la mia espressione accusatoria.
"Questo non spiega il perché stessi dormendo con lei e il perché mi hai trattata cosi male" mi spostai arrabbiata pronta a sbatterlo fuori, ma supplicò di aspettare.
"Per organizzare tutto ci eravamo divisi i compiti e le avevo dato la mia carta di credito per le comp-"
"Pure! Non lo daresti mai a me, manco in caso di morte" Lo interruppi colpendolo sul petto, scoppiò a ridere massaggiando la parte dolorante.
"Tu lo svuoteresti in cioccolatini e vestiti, ma non è questo il punto. Avrei voluto invitarla alla festa per quanto fosse stata gentile, ma te la saresti presa di brutto e per non rovinarti la serata, ho accettato che lei mi aspettasse a casa per fare i conti in modo da non doverci vedere il giorno dopo siccome volevo venire da te. L'idea mia e dei miei genitori era tornare molto prima facendo la festa di pomeriggio, ma tuo padre non poteva a parte la sera e Dove ha voluto rimanere ad aspettare in casa. Ovviamente non ho voluto lasciarti sola alla tua festa e quindi ho fatto tardi, perciò durante la serata le ho mandato un messaggio per dirle di restare a dormire nella camera degli ospiti e la mattina presto avremmo parlato, ma si è addormentata in camera mia e al mio ritorno l'ho svegliata per aver sbattuto contro ogni mobile in camera, mio padre le ha fatto il caffè e ha voluto discutere della cosa subito. Ora, ti assicuro tre cose; non ti ho tradita, accusa che mi fa ancora incazzare, perché le sono stata a debita distanza per tutto il tempo, seconda cosa, aveva la canottiera troppo scollata, si, ma le ho dato una mia maglia pregandola di coprirsi e se l'hai vista senza, sarà perché ha voluto farti ingelosire, e l'ultima cosa, cioè la più importante: ti amo da impazzire e vederti felice è sempre la mia priorità, perciò scusa se ci sei stata male. So che avrei dovuto metterti al corrente del fatto che fosse a casa mia" mi circondò il viso e dovetti abbassarmi finché non sforzò le mie labbra imbronciate infilandomi la lingua in bocca che esplorò scontrando le nostre lingue, sorrisi un po più felice e lo fermai un attimo per prendere l'iniziativa.
Lo obbligai ad alzarsi leggermente per potergli togliere la maglia, lo fece con le labbra attaccate al mio petto per lasciarmi un segno, cosa per cui gli tirai i capelli per distrazione e ne seguì un gran caos.
"Sei ancora incazzata, ma ahi! Vuoi uccidermi proprio? La caduta di prima ancora mi fa girare la testa" indicò la parte dolorante e lo baciai chiedendo ripetutamente scusa, dopodiché ribaltò le posizioni e si tolse i jeans sovrastandomi con addosso i boxer, lasciò una scia di baci dalla mia pancia fino ai fianchi che sfiorò con le dita finché non raggiunse le cosce, rifece la stessa cosa e passò il pollice sulla mia entrata sostituendolo subito con la lingua, mi costrinse a rafforzare la presa sui ricci quando mi sfiorò il clitoride e cominciò a stimolarlo impedendomi ogni tipo di movimento dei fianchi.
Alzò lo sguardo per sapere che stessi pensando, ma i miei pensieri erano alle sue dita che mi stavano sfiorando l'intimità e al labbro che stavo per far sanguinare a forza di morderlo; spinse un dito dentro di me e ne seguì subito un altro e un altro ancora, urlai il suo nome presa alla sprovvista e lo pregai di smetterla volendo molto di più.
"Non vuoi venire cosi?" Sorrise malizioso e portò le stesse dita alla bocca succhiandole, mi allungai un attimo e lo afferrai dalle spalle portandolo sopra, lo baciai con vigore sorridendo per il modo scoordinato in cui cercavamo di evitare di morderci la lingua a vicenda, non mancò quello sulle labbra e per farlo respirare un attimo, mi spostai sul suo collo mentre toglieva i boxer, lo sentii duro contro le mie cosce ed ebbi la sensazione di non averlo mai visto prima d'allora.
Si sostenne meglio sulle braccia, allargò le mie gambe ed entrò dentro di me facendomi contrarre ogni muscolo, annuii alla sua muta domanda di potersi muovere e lo fece davvero partendo con un ritmo deciso, con gli occhi socchiusi per il piacere, lo guardai contrarre ogni parte del corpo per lo sforzo e poi alzare il viso per potermi baciare.
"Ti amo, piccola" sussurrò e aumentò la velocità per cui gli circondai la vita con le gambe per sentirlo di più ormai vicina all'orgasmo, lo comprese piuttosto bene e si spinse più a fondo con il viso nascosto nell'incavo del mio collo che baciava per non farsi sentire più di tanto.
Portai un braccio dietro il suo collo e capì le mie intenzioni, per cui tornò a baciarmi evitando di farmi urlare mentre finalmente venivo sotto di lui, gli andai incontro per gli affondi più rudi ed è con il mio nome sulle labbra che uscì da me e mi venne sulla pancia, poco dopo perse l'equilibrio e si lasciò cadere su di me lasciandosi abbracciare.
"Anch'io" risposi in fine tutto sommato felice che avesse insistito nel rimanere per spiegarmi tutto.

Era passato qualche minuto e volevo chiedere che fine avesse fatto mio padre se prima era in casa, scossi Alex più e più volte ridendo nel credere che si fosse addormentato, ma portando a caso le dita sulla nuca con l'intenzione di accarezzare i capelli per farlo rilassare, mi accorsi che era tremendamente gonfio là dove era caduto in precedenza ed imprecai richiamandolo più e più volte, ma era decisamente svenuto e il suo corpo era diventato bollente, cosa non normale quanto grave.
"Cielo, no, no, no" girai di lato per farlo ricadere sul fianco, corsi in bagno e bagnai un asciugamano pulendo entrambi, mi rivestii senza fiato per l'agitazione e dopo un'impresa da minuti, riuscii ad infilargli almeno un accappatoio, coprii il letto bene con le lenzuola e corsi a cercare mio padre.

Uscii direttamente nel giardino e trovai mio padre seduto fra le gambe di Thomas che aveva le braccia intorno a lui per potergli fare vedere qualcosa, il doverli guardare mi infastidiva quanto mi dava sui nervi e restai a fissarli male finché non ricordai che Alex stava male.
"Papà!" Urlai alzando gli occhi al cielo e sobbalzarono entrambi con una mano sul cuore per lo spavento.
"Lily! Che succede?" Non risposi subito, finché Thomas non seguì la direzione dei miei occhi e non capì che doveva togliere quelle cazzo di braccia da mio padre.
"Alex è in camera...svenuto" si scambiarono ancora quell'occhiata, che avrei tanto voluto capire che cazzo volesse dire, e corse dentro.
Li assecondai e restai sulla soglia della porta abbastanza preoccupata e guardai come papà cercava di controllare i battiti.
"Chiama l'ambulanza, sta perdendo sangue anche dal naso" Thomas lo fece aumentando l'ansia di tutti con il suo andare avanti e dietro freneticamente.
"...si, da una decina di minuti..no, no" rispose al telefono per poi guardare me.
"Cos'è successo?"
"È caduto, stavamo litigando e senza farlo apposta l'ho spinto giù dal letto. Stava bene, lo giuro, abbiamo pure fatt-" mi coprii la bocca per non peggiorare le cose, ma il mio caro padre che pareva il più calmo, mi fulminò con gli occhi rimettendosi in piedi al rallentatore.
"Cosa avreste fatto?" Mi sfidò e scossi la testa indietreggiando.
"Non immagini in che guaio ti sei appena messa, ma ne parliamo dopo" aggiunse, prese un cuscino dietro di sé e tornò ad Alex mettendoglielo sotto la testa.
"Thom, fai presto. Potrebbe peggiorare" continuò a tenere sotto controllo il respiro e io mi sedetti davanti alla porta pregando che stesse veramente bene. Doveva stare bene.

Solo Sesso Per DifesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora