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«Cosa ti prende quindi?» incrociai le braccia al petto aspettando pazientemente.
«dovevi metterti qualcos'altro, fa freddo» allungò la mano per accarezzarmi la guancia. Mi allontanai in tempo.
«Possiamo darci un taglio, per favore? Non sopporto litigare con te» sorrise come se poco prima non stesse andando di matto, infatti lo guardai storto.
«Sei tu che fai sempre scenate quando sei fidanzato. Anche se odio Max, consideralo ogni tanto. Sembra quasi che voi due stiate insieme per finta» tossì fin troppo per i miei gusti, infatti per un attimo pensai che non fosse nemmeno realmente gay.
«Non sparare cazzate» rispose vago e avrei veramente indagato su cosa fosse la cazzata in questione, ma lui mi abbracciò con la faccia affondata nell'incavo del mio collo.
«Stronzo» dissi ricambiando ogni gesto possibile inalando a fondo il profumo che conoscevo ormai a memoria.
«Cretina» ridemmo ancora abbracciati, almeno finché non si tolse la giacchetta per farmela indossare.
«Ora dove starai?».
«Non so. Torno a casa» era troppo tardi e pericoloso per andare in giro in macchina, quindi lo portai su con me convincendo Jase a farlo restare con noi una volta averli presentati.
«Tu per terra» ordinò a Jase che alzò il viso pronto per mettere in atto una bellissima discussione, li anticipai, mi misi a letto coprendomi le orecchie con due cuscini e mi addormentai ricordandomi di eliminare non solo più Max, ma anche Alex stesso.

Alle prime luci dell'alba venimmo svegliati tutti a causa della musica rap che proveniva dal piano di sotto accompagnata dal profumo di cibo. Snoop Dogg di prima mattina assolutamente no!
Ci ritrovammo tutti a voler scendere le scale per primi, ci spingemmo di continuo non trovando soluzione.
«Se permettete, prima la mia donnetta preferita» Alex mi tese la mano zittendo tutti.
«Alex! Che ci fai qui?» domandò papà sorpreso come gli altri, nel frattempo feci il dito medio a tutti camminando col fare arrogante.
In cucina era tutto in perfetto ordine ed una volta chiuso la grande porta scorrevole, Alex mi mostrò un piatto di pancakes con la scritta 'mi spiace' fatto con del cioccolato fuso.
«Prometto che ti spiegherò tutto quando arriverà il momento, ma non voglio più litigare. Chiuderò con Max oggi stesso» promise suggerendomi di socchiudere la bocca, mi imboccò con un pezzo di pancake e chiusi un attimo gli occhi domandandomi se stessi assaporando quello che avevo in bocca o il sentirmi dire d'aver praticamente vinto contro Max.
«Mhm, si» ansimai di sfuggita pretendendo un altro pezzo.
«Non voglio essere causa della tua infelicità. Se ami veramente Max, Beh, dubito che avrai il coraggio di mollarlo dopo così tanto».
«Noi due non...» passò le dita tra quei dannati ricci che amavo tanto lasciando la frase in sospeso.
«non...» lo incitai.
«Niente, solo, sono consapevole d'aver esagerato in tutto ultimamente. Ti chiedo ancora scusa»
«Scuse accettate solo se perdoni anche me.» non resistetti nel dargli un bacio sull'angolo delle labbra finendo ancora tra le sue braccia.
«Torna a casa da Max e scusati pure con lui. Non saprò nulla di relazioni, ma mi incazzerei se il mio tipo mi trattasse con cosi tanta indifferenza» annuì soltanto.
«Torniamo a casa insieme? Abbiamo una gita programmata prima di lunedì. Da soli. Max sarà fuori con la sorella maggiore» si affrettò a precisare e accettai urlando il nome di mio padre ben consapevole che ci stessero spiando.
«Vai pure. Tienila bene d'occhio e se le succede qualcosa saprò chi cercare» informò prima me e poi Alex.
Salutai Jase scusandomi per i casini notturni e lo invitai a venire da me un weekend, dopodiché salii nella macchina che aveva parcheggiato furbamente a pochi metri dalla villa.
«Reggiti forte!» si avvicinò dandomi un bacio sulle labbra, restai immobile momentaneamente e quando ricordai la discussione a casa mia e quello che aveva detto in seguito, mi limitai in un sorriso.
Fortunatamente allacciai la cintura, perché l'ora e mezza di tragitto, lo passai ad urlare e stringermi forte alla portiera con in sottofondo la sua particolare risata.
«Non ti metterei mai in pericolo» mi morse una guancia facendomi prendere un vero e proprio infarto, ecco perché saltai giù dalla macchina rifugiandomi in camera sua una volta arrivati a casa sua.


Mi distesi sul suo letto dove mi raggiunse poco dopo sovrastandomi.
«Non ci crederai, ma mi sono mancati questi occhi stupendi» i suoi erano puntati nei miei quasi incantato.
«Solo per i miei occhi hai voluto fare pace?» mi morsi il labbro con il petto che combaciava perfettamente con il suo.
«No, anche la persona a cui appartengono e queste» passò le dita sulle mie labbra e poi le sfiorò con le sue spingendomi a chiudere gli occhi ed inarcare la schiena, fu allora che sentii quella cazzo di erezione imminente sulle mie cosce; strabuzzai gli occhi guardando in basso. In fondo non era la reazione che cercavo sempre?
«Alex, tu non sei gay!» l'unica cosa che riuscii a pronunciare prima di allontanarlo da me, lui entrò nel suo bagno sbattendo la porta.
Ci mise pochissimo, davvero poco per come la pensavo io, ed uscì tornato ormai ricomposto.
«sei il peggior gay che io abbia mai incontrato» ripetei come un mantra e all'improvviso un movimento così rapido che non potei reagire.


Per la miseria, raga, mi spiace un sacco per il ritardo, ma mezza estate senza internet non é il massimo.. Ve lo assicuro.
Intanto buona lettura

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