Cena e ritorno a casa - Kaito

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Abbiamo lasciato la spiaggia, ripreso il treno e siamo tornati in città. Siamo quasi a casa mia. È la prima volta che viene qua, per questo stamattina ho pulito la casa e preparato la cena.

«Eccoci, io abito in quella casa lì.»

Eccoci dentro. Vedo che si sta guardando intorno. Gli indico il tavolo apparecchiato.

«Vieni, ho già la roba pronta in frigo, devo solo tirarla fuori. Cena a base di sushi. Ti piace, vero?»

«Sì, adoro il sushi. Hai cucinato tu?»

Magari fossi in grado di fare certe cose. Ora che non ci sarà più Masaki mi sa che mi dovrò arrangiare.

«Beh, in realtà mi ha dato una mano Masaki. Io da solo so fare ben poco. Giusto l'indispensabile per vivere.»

«Allora devo insegnarti a cucinare. A me piace un casino dilettarmi tra i fornelli.»

Altro motivo perché venga a vivere qui, allora. Ha cambiato espressione. A cosa sta pensando?

«Sei diventato improvvisamente pensieroso. Cosa è successo?»

«Niente, ripensavo alla tua proposta e a come fare a convincere mia madre.»

«Ora pensa alla serata, a quello troverai una soluzione domani.»

Finito di cenare abbiamo sparecchiato. Ora però non riesco a trattenermi. Penso proprio che anche lui ha lo stesso mio desiderio.

«Andiamo in camera?»

Arrivati in camera iniziamo a spogliarci. Ci adagiamo sul letto. Inizio a baciarlo delicatamente su tutto il corpo. La sua pelle è morbida e il suo corpo è caldo. Quanto vorrei poterlo avere qui con me ogni sera, spero che sua madre gli permetta di venire qui.

«Kaito, ti amo» mi sussurra dopo l'orgasmo.

«Anche io ti amo, Hiro» gli rispondo, colmo di felicità.

Sfiniti ma felici, ci addormentiamo l'uno nelle braccia dell'altro.

Non mi fa quasi finire di fare colazione, che Hiro è già pronto ad andarsene.

«Kaito, ora è meglio che torni a casa.»

«Aspetta Hiro, ti accompagno. Voglio vedere dove abiti.»

«Ma non ce n'è bisogno.»

«Non accetto un rifiuto. Finisco di prepararmi e usciamo.»

Il tempo ieri è volato, peccato che non possa rimanere ancora qui un altro po'. Spero che riesca a convincere sua madre e che venga ad abitare con me.

Ok, sono a posto. Posso uscire.

«Eccomi, Hiro. Possiamo andare. Di chi era il messaggio?»

Non so perché gliel'ho chiesto. Non sono mica fatti miei.

«Eh? Ah, sì. Di Chiaki-chan. Voleva sapere com'è andata la giornata di ieri.»

«Vi raccontate proprio tutto voi due. Devo preoccuparmi?»

Chiaki-chan è fortunata, sa tutto di Hiro. Voglio assolutamente rimediare ed arrivare al punto di sapere più io di lei. Spero che questo non sia un desiderio troppo egoistico.

«Kaito, cosa dici? Lo sai che Chiaki-chan è come una sorella per me.»

«Ahah, sisì, lo so. Stavo scherzando. Non ti arrabbiare così.»

Non pensavo che prendesse le mie parole seriamente. Sta uscendo, devo fermarlo. Prima di uscire devo assolutamente fare una cosa.

«Aspetta, prima di aprire la porta.»

Lo prendo per un braccio, lo giro verso di me e lo bacio.

«Una volta fuori poi non potremo più farlo.»

È difficile una relazione del genere. Se qualcuno che conosciamo ci scoprisse chissà che scandalo ne uscirebbe. Per ora è meglio non rischiare.

È particolarmente silenzioso, che stia ancora pensando alla mia proposta?

«Hiro, come mai sei così silenzioso?»

«Scusami, ero assorto nei miei pensieri.»

«Stai pensando a come convincere tua madre, vero?»

«Già. Ecco, siamo arrivati. Io abito nella prossima via, quella che costeggia il parco.»

Non ci posso credere, passo di qui ogni mattina! Quel parco mi piace tantissimo e mi rilassa.

«Davvero abiti qui? Ci passo tutte le mattine da questo parco per andare all'università.»

«Lo so.»

Lo sa? Quindi ogni mattina mi vedeva passare?

«E così mi osservavi?»

«Già. Praticamente sapevo a memoria tutti i tuoi orari. Ogni giorno all'ora giusta mi mettevo a guardare fuori dalla finestra, sperando di vederti.»

Averlo saputo avrei fatto questa strada più volte sperando di incontrarlo.

«Sono contento che mi guardavi. Se avessi saputo, qualche volta avrei alzato lo sguardo.»

Già, se lo avessi saputo. D'ora in avanti lo farò.

«Io sono arrivato. Grazie per la splendida giornata. Ci sentiamo.»

«Certo. Fammi sapere per quella cosa.»

«Sì, d'accordo.»

È entratoin casa e già mi manca. Ora posso solo sperare di sentire la risposta chevoglio alla mia richiesta.

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