L'invito - Kaito

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Finalmente ho l'occasione per uscire con lui. Non saremo soli, ma è meglio di niente. Non ci saranno clienti che ci disturbano mentre parliamo e potremmo comportarci come buoni amici.

«Sono arrivato, Sato-san, buongiorno.»

«Buongiorno a te, Kaito-kun, e ben arrivato. Tra poco apro il negozio. C'è da finire di sistemare questi, mi dai una mano?»

«Certo, arrivo subito.»

Guardiamo un po' cosa c'è da fare. Allora, questo va negli shojo, questo negli shonen. Chissà se accetterà il mio invito. No, ora non è il momento di pensare a queste cose, sto lavorando. Ci penserò quando lo vedrò.

«Kaito-kun, sei più silenzioso del solito oggi. Ti vedo pensieroso. È successo qualcosa? Spero niente di brutto.»

«N-no no, Sato-san. È tutto ok. Non preoccuparti» gli rispondo allegramente. Anche Sato-san si è accorto che non ero concentrato.

«Meglio così. Ma cerca di non distrarti. Hai appena messo uno shonen tra gli shojo manga.»

«Accidenti, non me ne ero accorto. Scusami tanto.»

«Non è un errore grave, è facilmente risolvibile. Basta che non sbagli a darmi i resti e poi va bene.»

«Sì, hai ragione. Scusami ancora.»

Devo concentrarmi sul lavoro adesso.

Eccolo finalmente.  È arrivato. Meno male.

Ma... non è solo, è con una ragazza. E sembrano anche molto in confidenza. Non dirmi che stanno insieme...

Mi fa un cenno, mi ha visto. Gli rispondo con la mano. Chissà se viene qua a parlarmi?

Eccolo, sta arrivando.

«Ciao, Ka... ehm, Kurosawa-kun. Tutto bene?»

Mi stava chiamando per nome, ma non l'ha fatto. Peccato. Mi piacerebbe che mi chiamasse Kaito. Quanto è carino però quando è così imbarazzato.

«Ciao, Hanamori-kun» gli rispondo. Quanto sono felice in questo momento, chissà se anche lui se n'è accorto. «Chiamami pure Kaito, se ti va. Per me non ci sono problemi.»

Ecco, gliel'ho detto. Spero di non essere stato troppo precipitoso nel chiedergli una cosa del genere. Ma ormai è fatta.

«D'accordo, allora ti chiamo Kaito-kun.»

Ha accettato, stupendo. Ora dovrebbe essere normale che mi permetta di chiamare lui con il suo nome, Hiroshi.

«Anch'io posso chiamarti per nome? Hiroshi-kun va bene?»

«I miei amici mi chiamano Hiro, quindi se vuoi puoi chiamarmi anche tu così.»

«Ok, Hiro-kun.»

Ancora non ci credo che stia filando tutto liscio. Ah, già. La ragazza. Chissà chi è. Non posso rimanere con questo dubbio, devo chiederglielo, anche a costo di sembrare inopportuno. Devo togliermi ogni dubbio.

«Ho visto che sei venuto con una persona. È una tua amica?»

Dimmi di sì, dimmi di sì. Dimmi che non è la tua ragazza, ti prego.

«Parli di Chiaki-chan? È la mia migliore amica. Andiamo a scuola insieme dall'asilo e ci raccontiamo tutto. È venuta anche lei perché doveva comprare una cosa e sapeva che sarei venuto qua.»

Per fortuna, mi sento sollevato.

«Ah, quindi non è la tua ragazza? Mi sembravate molto uniti.»

Ma che ho detto? Me lo ha appena detto che sono amici e basta.

«No, siamo solo grandi amici. È come una sorella per me.»

Ora gli chiedo della fiera, prima che torni la sua amica. Chissà se accetterà.

«Hiro-kun, prima che mi dimentichi. Sei libero domenica?»

Dai, rispondi. Non farmi aspettare.

«Sì, perché me lo chiedi?»

«Beh, sai. C'è la fiera del fumetto e pensavo ti interessasse. Ti va di venirci con me?»

Detto così sembra un appuntamento. Non risponde. Forse è meglio che gli dica subito che non saremo soli. Ho trovato, gli dico di chiedere di venire anche alla sua amica, così si sentirà meno isolato domenica.

«Ci sarà anche un mio amico dell'università e forse anche altri suoi amici. È lui che me lo ha chiesto e ho pensato di invitarti. Puoi chiederlo anche alla tua amica se vuoi. Chiaki-chan, giusto?»

Forse non era quello che voleva sentirsi dire. Mi è sembrato deluso da questo.

«Sì, si chiama Chiaki. Per me non ci sono problemi per domenica. Ora lo chiedo anche a lei. Aspettami qua.»

Ha accettato. Non ci credo. Viene. Peccato solo che non saremo soli. Se la giornata andrà bene gli chiederò un appuntamento. Ormai ho deciso.

Eccolo che torna. C'è anche la sua amica.

«Kaito-kun, ti presento Chiaki-chan. Ha detto che viene anche lei domenica.»

«Molto piacere, Chiaki-chan, va bene se ti chiamo così? Mi fa molto piacere che tu abbia accettato il mio invito.»

Mi sembra una ragazza molto decisa e diretta. L'esatto contrario di Hiro-kun. Forse è per questo che vanno così d'accordo.

«Certo, chiamami pure così. Ti ringrazio molto dell'invito. Ah, pago questi intanto.»

Vediamo di non sbagliare il resto altrimenti sono guai.

«Ecco, a posto così.»

«Sì, per oggi va bene così.»

Non gli ho detto a che ora domenica. Che sciocco.

«Allora ci vediamo domenica. L'appuntamento è alle dieci e mezza davanti alla fiera.»

«Allora a domenica. Ciao.»

«Vado anch'io con lei, ci vediamo domenica.»

Se ne va? Di già? Peccato. Lo saluto e mi dedico agli altri clienti. Non vedo l'ora che sia domenica.

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