Non riesco proprio a calmarmi. Eppure non è la prima volta che incontro i genitori di qualche amico, però stavolta è diverso.
«Kaito, calmati. Mia madre non ha mai mangiato nessuno dei miei amici.»
Se n'è accorto che sono ancora agitato. Tenta di calmarmi. È un tesoro.
«Si vede tanto che sono agitato?»
«Sì, non hai aperto bocca da quando abbiamo lasciato la fumetteria. Comunque non preoccuparti, stai semplicemente andando a casa di un tuo amico per la prima volta e ovviamente conosci sua madre. Pensala così.»
Ha ragione, ma non è facile pensarla così. Non sto semplicemente andando a casa di un amico, sto andando a casa della persona che reputo più importante per me.
«Hai ragione. D'altronde noi agli occhi di tua madre siamo semplicemente amici.»
«Ed è meglio che la situazione rimanga così, almeno per ora. Non so che reazione potrebbe avere se scoprisse la verità. Glielo dirò quando sarà il momento, ma per ora è meglio di no.»
«Sì, in questo momento gli unici a rimetterci, se si sapesse, saremmo noi.»
Eccoci arrivati. Hiro apre la porta di casa ed entriamo. Non è una casa tanto grande, ma è molto accogliente.
«Vieni, Kaito-kun. Mamma, siamo qui!»
«Permesso.»
Non risponde nessuno. Che non ci sia?
«Strano, non c'è. Oh, c'è un biglietto.»
"Hiroshi, sono uscita per una commissione urgente. Torno subito."
Mi viene quasi da dire meno male, anche se so che comunque l'incontro è rinviato solo di pochi minuti.
«C'è scritto che torna subito, dobbiamo aspettare.»
Potremmo approfittarne di questo. Ma dopo quello che ha detto a Sato-san, forse è meglio che glielo chieda, altrimenti gli do ragione sul fatto che ci provo sempre io.
«Dato che siamo soli, me lo dai un bacio?»
«Non vorrei che mia madre entrasse proprio in questo momento. Andiamo in camera mia, così la vedi.»
Saliamo in camera, Hiro chiude la porta e io immediatamente lo stringo a me.
«Ora?»
Ci baciamo intensamente. Non riesco ad accontentarmi di un bacio. Anche se so che non dovrei, inizio a far scorrere le mani sul suo corpo e a baciargli il collo, finché Hiro non mi blocca.
«Aspetta, Kaito, mia madre potrebbe tornare da un momento all'altro.»
In quel momento sento aprire la porta. Meno male che ci siamo fermati. Ho rischiato di rovinare tutto.
«Scusami, Hiro, mi sono fatto prendere dal momento.»
«Non preoccuparti. Possiamo continuare dopo a casa tua, che ne dici?»
«È una promessa?»
In quel momento la madre di Hiro dal piano di sotto lo chiama.
«Hiroshi, sei a casa?»
«Sì, mamma, siamo in camera. Arriviamo.»
Scendiamo le scale ed arriviamo in salotto.
«Ciao, mamma, lui è Kaito-kun.»
«Buongiorno, signora.»
«Ciao, Kaito-kun, piacere di conoscerti. Accomodati pure. Intanto preparo un tè.»
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Love & Comics
ChickLitHiroshi è un ragazzo che vive la sua vita di liceale come chiunque altro. Negli ultimi 3 mesi però sembra avere la testa altrove. Pensa continuamente ad un ragazzo che lavora in una fumetteria. Riuscirà finalmente a parlarci?