Appuntamento a quattro - Hiroshi

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Credo di non essere portato per vestirmi elegante. Spero che queste cose vadano bene. Accidenti quanto sta diventando complicata 'sta cosa! Hanno voluto a tutti i costi che prenotassimo in un ristorante elegante.

«Kaito, forse ci sono.»

«Hai trovato qualcosa da metterti, alla fine?»

«Sì, è la roba più elegante che ho. Non la metto quasi mai. Tu, invece? Sei pronto?»

«Sì, Hiro. Secondo te come sto?»

Mi giro verso di lui. Ho la stessa sensazione di quando l'ho visto la prima volta. Credo di essermi innamorato di lui un'altra volta.

«Caspita...»

«Che ti prende? Ho qualcosa che non va?»

«N-no, no, al contrario. Sei stupendo.»

«Mi stai guardando come se non mi avessi mai visto. Sei sicuro di stare bene?»

Meglio che mi riprenda dallo shock. Credo di sapere perché Sato-san lo ha definito rubacuori.

«Sì, sto benissimo. Però sono quasi geloso. Ti sei vestito così bene per una ragazza. Mi sa che ti sarà difficile tenerla lontana.»

«Non pensarla così. Pensa che quando verremo a casa sarò vestito così per te.»

«D'accordo, allora va bene così. Ora è meglio andare, che facciamo tardi.»

«Sì, ma prima di uscire ancora una cosa.»

Mi bacia. Un bacio intenso, come per sostituire tutti i baci che non ci daremo durante la serata.

«Ora possiamo andare.»

Abbiamo appuntamento a casa loro alle diciannove e trenta. Vogliono che le passiamo a prendere in macchina e che ci presentiamo ai genitori. Neanche fosse un fidanzamento! Eccoci arrivati.

«Sono un po' agitato, Kaito. Inizio a credere di aver fatto male ad accettare.»

«Non preoccuparti. Andrà tutto bene. Poi saremo insieme comunque.»

Scendiamo dalla macchina e suoniamo il campanello. Ci apre la madre e ci fa entrare in casa.

«Entrate, ragazzi. Shizuka ed Arina sono quasi pronte. Potete aspettarle qua.»

«Grazie, signora.»

Kaito sembra molto più a suo agio di me. Quanto vorrei essere così tranquillo!

«Eccomi, Kurogawa-senpai, sono qui.»

È arrivata Shizuka-chan. È splendida. Sono sempre più agitato.

«Ciao, Namiya-chan. Sei stupenda stasera. Tua sorella?»

«Arina, coraggio. Scendi. E chiamami Shizuka, stasera, altrimenti andiamo in confusione.»

Ecco Arina. Sembra imbarazzatissima, un po' come quel giorno. Ancora non ci credo che sono sorelle.

«Ciao, Hanamori-kun.»

«Ciao, Arina-chan. Sai che sei molto carina stasera?»

«Grazie.»

Non mi guarda neanche in faccia, mi spiace solo che così si illuda. Non so cosa le ha detto sua sorella riguardo a stasera. Devo riuscire a mettere le cose in chiaro senza ferirla troppo. Ma non ora, altrimenti rischio che Shizuka-chan spifferi tutto.

«Mamma, noi andiamo.»

«D'accordo, Shizuka, ma non fare troppo tardi.»

«Sì, sì, d'accordo, mamma. Allora a dopo.»

Usciamo e saliamo in macchina. Poi ci dirigiamo verso il ristorante. Ora non possiamo più tirarci indietro. Chissà cosa ci riserverà la serata.

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