Le condizioni - Hiroshi

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Accidenti, ho agito senza pensare. Ho urlato davanti a tutta questa gente. Mi sento imbarazzatissimo, non so che dire. Sato-san sta parlando con Kaito. Spero di non averlo messo nei guai.

Kaito si avvicina a me.

«Meglio che ne parliamo sul retro, vieni con me.»

Mi prende per un braccio e mi trascina sul retro del negozio. Nel frattempo Sato-san interviene a zittire i clienti.

«Su, gente, non è successo niente. Probabilmente una ragazza ha accettato il suo invito. Tutto qua.»

Che strano, sembra che Sato-san ci stia coprendo. Che sappia tutto?

Arriviamo sul retro. Kaito si gira verso di me.

«Ho capito bene? Hai parlato con tua madre?»

«Esattamente. Le ho chiesto se potevo andare a vivere per conto mio.»

«E lei? Come ha reagito?»

«Mi ha fatto un po' di domande, ma alla fine ha accettato a patto che soddisfi quattro condizioni.»

«Condizioni? Quali condizioni? Non sono cose impossibili, vero?»

«No, no, o almeno lo spero. La prima condizione è che superi l'esame di ammissione all'università.»

«Quindi il trasferimento non sarà immediato.»

Accidenti, ci è rimasto male. Purtroppo non posso fare altro che sottostare alle condizioni della mamma. Se mi mettevo a discutere di questo rischiavo che mi dicesse di no alla fine. Spero che Kaito mi capisca.

«No, ha detto che non mi farà trasferire prima, perché ha paura che trascuri lo studio proprio adesso. Non ti spiace aspettare ancora un paio di mesi, vero?»

«Aspetterei anche degli anni. l'importante è sapere che prima o poi verrai, anche se avrei preferito che venissi subito, ovviamente. Le altre condizioni?»

«La seconda condizione è che mi cerchi un lavoro part-time in modo da contribuire alle spese.»

«Per questo ho la soluzione io. Che ne dici di prendere il mio posto qui alla fumetteria?»

Lavorare qui al suo posto? Perché? Si licenzia? O è per la scena di prima? Eppure Sato-san sembrava che ci stesse coprendo. Non capisco.

«Perché al tuo posto? Non dirmi che Sato-san ti ha licenziato per colpa mia?»

«No, no, non sono stato licenziato. Ora ti spiego. All'università mi hanno offerto di diventare l'assistente di un docente e dato che dopo la laurea mi piacerebbe darmi all'insegnamento ho deciso di accettare. Solo che non avrei più il tempo di venire a lavorare anche qua.»

Non sapevo che volesse insegnare. Continuo a pensare che non lo conosco affatto e che voglio sapere tutto di lui al più presto.

«Davvero vuoi insegnare? Non lo sapevo. Spero che tu riesca a diventare un ottimo insegnante.»

«Credo che sia il mio sogno da una vita. Sono sempre stato affascinato dall'insegnamento e dalle lingue straniere, così ho deciso di diventare un'insegnante d'inglese. Mi impegnerò con tutto me stesso per riuscirci.»

«E io ti sosterrò sempre.»

È bello avere delle ambizioni. Io invece sono ancora in dubbio su quale facoltà scegliere. Darò l'esame di ammissione alla stessa università di Kaito, ma non so ancora, se riuscirò ad entrare, quali corsi seguire.

«Questa condizione diciamo che è risolta. Ne mancano due.»

«Sì, giusto. La terza condizione è molto semplice. Ha detto che vuole conoscerti e che vuole vedere la casa in cui andrò ad abitare.»

«Sì, mi pare giusto. Solo che prima devo sistemare la camera degli ospiti. Non vorrai mica dirle che dormirai con me?»

«No, forse è meglio di no.»

In effetti se arrivassi lì con mia madre e le dicessi che dormo in stanza con Kaito nello stesso letto credo che le prenderebbe un colpo, oltre ovviamente a riportarmi a casa immediatamente e a vietarmi di rivedere Kaito.

«Manca la quarta condizione.»

«La quarta condizione è che se trascuro l'università mentre vivo con te allora dovrò tornare a casa. Ha paura che possa trascurare lo studio e pensare solo a divertirmi.»

«Ti obbligherò a studiare, allora. In pratica l'unica condizione che potrebbe dare problemi è la prima. Se hai qualche difficoltà su qualche materia dimmelo, che ti aiuto.»

Dopo aver detto così, Kaito mi abbraccia da dietro e mi sussurra all'orecchio.

«Stacco tra pochi minuti, che ne dici di andare a casa mia a festeggiare la bella notizia?»

«Sì, d'accordo.»

Le nostrelabbra si sfiorano in un tenero bacio. Poi Kaito mi lascia e torna al negozio.   

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