41. PACE INTERIORE

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Son passati parecchi giorni dal famigerato giorno del mio compleanno. Mi sono divertita tantissimo, e ringrazio il gruppo per la sorpresa. E soprattutto voglio ringraziare Josh per aver trovato il coraggio di dichiararsi. Sto benissimo con lui. 

Essere la ragazza di Josh non comporta cose strabilianti, come ad esempio mille regali o strani nomignoli, no. Essere la sua ragazza comporta fare lunghe passeggiate mano nella mano sotto la pioggia, mettersi al letto mentre io leggo a voce alta il libro preferito di Josh mentre lui mi fa una treccia; e tra un bacio e l'altro dei mega abbracci in cui io sprofondo la faccia. Non mi piace però definirmi solo la sua ragazza, sono anche una sua grandissima amica, e stare con lui comporta anche giocare insieme con Luna, le lunghe chiacchierate sul balcone di notte, senza tralasciare il fatto di guardare film bevendo una cioccolata, e in caso Josh si dovesse addormentare, amo accarezzargli i capelli: sempre morbidi e profumati. Amare Josh Peters significa anche indossare le sue felpe e ricordargli di quanto sia felice di spendere del tempo con lui; e avere al mio fianco Josh significa anche addormentarsi sulla sua spalla, magari per vizio o perchè quando sto con lui tutte le mie parti del corpo sono rilassate. 

I ragazzi sapevano tutto, Josh ne parlò prima che io arrivassi. Così, quando ci videro tornare alla giostra, e al collo notarono la collana, si avvicinarono entusiasti. Mi ricordo che quella sera, quando tornai a casa, mamma stava ancora lavorando in cucina. Così le raccontai tutto, per poi andare a letto con una tale pace interiore e tranquillità da farmi addormentare quasi subito. Non ho avuto bisogno di scrivere sul mio quaderno per prendere sonno, poggiai la testa sul cuscino risvegliandomi al mattino. 

Sono passati ben undici giorni dal mio compleanno. Per natale ho regalato a Josh un profumo, che mette sempre, e due felpe, una rosa e una azzurra. Ad Amanda un piccolo orologio e a Crystal dei tacchi; mentre per Derek una confezione di cinque bandane. Oggi è il ventisette dicembre, e tutti insieme abbiamo deciso di andare a fare una gita. Direi che 'deciso' non è proprio il termine adatto, Crystal mi ha chiamata dicendomi 'Hei Sheila, oggi andiamo a fare una gita, metti qualcosa nello zaino. A mezzogiorno partiamo'. Effettivamente non ha specificato dove saremmo andati, infatti adesso, continuiamo a percorrere chilometri senza una meta fissa. 

Derek guida, affianco a lui c'è Josh.; mentre dietro ci siamo io e le altre. Sono seduta al centro e in lontananza vedo la spiaggia. So che siamo a Dicembre, l'aria è fredda, nessuno ha i vestiti adatti per la spiaggia e non abbiamo asciugamani per stenderci sulla sabbia. Nonostante questo mi farebbe molto piacere sedermi sulla sabbia e prendere un po' il sole, annusando l'aria di mare. Oggi è soleggiato e non è prevista pioggia, quindi perchè no?

'Ragazzi, io vedo una spiaggia, potremmo andare la' dico sporgendomi in avanti. 

'Per me va bene' dice Derek, seguito quasi subito dagli altri. 

'Possiamo anche fermarci a pranzo, vedo un piccolo fast food' dice Crystal alla mia sinistra. 

'Perfetto' dice Amanda con tono allegro. 

'Non pensavo fossi un'amante della spiaggia' dice Josh girandosi verso di me, guardandomi. 

'Beh, dobbiamo pur fermarci da qualche parte. Le mie gambe chiedono pietà.' dico ridacchiando. Oggi indosso una camicia bianca e sopra una giacca verde bosco, un cappellino bianco e dei jeans a vita alta e infine oggi mi sono fatta una coda. Le temperature sono aumentate e oggi nessuno porta il giubbotto. 

'Finalmente, non ce la facevo più' dico scendendo dalla macchina stiracchiandomi. 

Percorriamo un sentiero che ci porta in spiaggia, a quanto pare non sono l'unica ad aver avuto quest'idea, ci sono un po' di persone in spiaggia. Addirittura delle persone sono in acqua. Dopo aver camminato sulla sabbia bollente mi arrendo e lancio il mio zaino in un punto, sedendomi.  

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