'A me è sembrato perso' dice Amanda sorseggiando il suo caffè, seduta nella sedia della mia scrivania, avvolta in una coperta di pile. 'Non perso nel senso senza speranze, perso nel senso che: lui sa che siamo suoi amici perchè più persone glielo hanno detto, ma allo stesso tempo è come se non fosse così perchè non ci ricorda' dice guardandomi negli occhi.
Le lezioni sono ricominciate e Amanda, dopo la scuola, è venuta a pranzo da me. Tra poco io andrò in ospedale, e accompagneremo Amanda a casa sua.
'Vorrei solo che sapesse che mi ha fatto trascorrere dei momenti bellissimi' dico un po' malinconica toccandomi la collana che lui stesso mi ha regalato.
'Sei sicura che raccontargli questa storia sia una buona idea?' chiede togliendosi la copertina dalle spalle.
'Amanda' dico io andando nel bordo del letto. 'Non posso andare da lui e dirgli -hey ciao! io sono Sheila! Sono la tua ragazza!- perchè sarebbe troppo ridicolo e imbarazzante.
'Okay allora fai in modo di farglielo capire' risponde lei alzandosi dalla sedia. Giro la testa, sono quasi le diciassette. Oggi le visite partono dalle diciassette e quindici.
'Prendo la giacca e arrivo' dico ad Amanda, ormai sulla porta di camera mia.
E dopo aver lasciato Amanda nel viale di casa sua, io e mia mamma ci dirigiamo all'ospedale.
'Senti Sheila, io non ti potrò accompagnare ogni giorno in ospedale. Questo lo sai, vero?' dice lei in tono dolce.
'Si, non ti preoccupare, troverò un'altro modo' dico guardando fuori dal finestrino. A mamma hanno dato di recente circa sette libri da tradurre entro la fine di gennaio, ha davvero tanto lavoro da fare.
'Grazie, sapevo avresti capito' dice mentre accosta nel parcheggio dell'ospedale. In qualche strano modo, ogni volta il tragitto si accorcia sempre di più. Forse perchè so la strada ormai a memoria, o magari perchè non vedo l'ora di vedere Josh. Saluto mamma e scendo dalla macchina, dirigendomi alla porta della stanza di josh.
Busso due volte alla porta.
'Avanti' dice lui dall'altra parte della porta, oggi ha un tono particolarmente energico.
Appena entro, lo vedo. E' in tuta da ginnastica e ha una piccola palla che lancia al muro che poi ritorna nelle sue mani.
'Ciao' dico io chiudendo la porta.
'Grandioso, sapevo saresti tornata. Stavo iniziando ad annoiarmi per davvero.' dice prendendo una sedia per me. 'Sai, oggi mi hanno fatto finalmente uscire da questa cavolo di stanza. Sono andato in giro per l'ospedale. So che non è il massimo del divertimento, ma è sempre meglio di restare coricato in questo letto per tutto il letto. Poi è venuto Derek, sto facendo amicizia con lui, sembra un tipo in gamba' dice sorridendo. 'Anche la sua ragazza sembra simpatica' dice sedendosi. I suoi occhi sono più belli del solito. 'Oh c'è anche un'altra ragazza, Amanda, credo si chiami così' dice voltando lo sguardo alla finestra. 'Ha una voce bellissima, potrei addormentarmi anche se mi leggesse lo scontrino di un super mercato' dice mentre entrambi scoppiamo in una genuina risata.
Vedo che ha tanta voglia di parlare, non lo costringerò ad ascoltare le mie parole se lui non vuole. A me va bene ugualmente parlare di queste cose. Sono qui per passare un po' di tempo con lui. Certo, spero che recuperi la memoria, ma non posso forzarlo, perchè otterrei l'effetto contrario.
'Oh, allora, che faremo oggi?' chiede cercando di scostare i ciuffi neri che gli ricadono sulla fronte.
'quello che vuoi fare tu' dico sorridendogli e aggiustandomi la coda.
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Libera solo con te.
Teen FictionCOMPLETATA. 'Se mai dovessi descrivermi in un tema di italiano ricordami di lasciare il foglio in bianco' dico a Josh,distesa sul prato. 'come mai?' risponde lui,tenendo lo sguardo fisso sul cielo stellato. 'probabilmente avrei troppe cose da dire...