44. CINQUANTA LETTERE

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'Sheila' qualcuno mi scuote debolmente la spalla. 'Sheila, svegliati, sappiamo qualcosa' dice Amanda sottovoce. Apro lentamente gli occhi, senza dire niente. Do uno sguardo veloce al telefono, lo avevo in tasca durante tutta la notte. Sono le 6.15. 

'Abbiamo notizie?' chiedo sistemandomi e stropicciandomi gli occhi. Mamma e il padre di Derek sono ancora addormentati. 

'Si, il dottore ci sta aspettando nella stanza affianco' risponde Amanda. 'Dovremmo anche svegliare loro' dice indicando mia mamma e il padre di Dek. 

'Io mi posso occupare di mia mamma, ma Derek dov'è?' chiedo alzandomi in piedi. 

'Sta arrivando, sta portando un bel caffè a tutti' dice Crystal avvicinandosi. 

Non nego di avere un po' d'ansia. Chissà come sta Josh, e come sta Luna. 

Leo stamattina presto è tornato a casa, cedendo il suo posto a mamma. Dopo aver svegliato i nostri rispettivi genitori, bevuto il caffè e parlato di come avevamo dormito, ci dirigiamo nella stanza affianco per avere qualche notizia in più. 

'Buongiorno' diciamo tutti a turno, una volta varcata la soglia della porta. E' uno stanza abbastanza piccolo e stretto, ci sono dei certificati appesi alle pareti, alcuni disegni e vari strumenti base. Ci sono solo quattro sedie, ma noi siamo in sei. Ovviamente il padre di Derek e mia mamma si siedono subito. Io cedo il posto ad Amanda e Crystal. Così in piedi ci siamo solo io e Dek. Scruto per un paio di secondi il volto del dottore. Sembra piuttosto stanco. 

'I ragazzi purtroppo hanno avuto davvero un brutto incidente.' incomincia a parlare il dottore, togliendosi gli occhiali e poggiandoli sopra una cartellina. 'Ho già detto le stesse identiche cose che sto dicendo a voi ai tutori dei ragazzi, e a stento le parole mi si bloccano in gola' dice accennando un sorriso triste. 'Purtroppo stanotte, la piccola Luna ci ha lasciati. Non ce l'ha fatta, avvertiva già da tempo dei gravi problemi respiratori e stanotte ha avuto una complicazione.' dice congiungendo le mani davanti ai suoi occhiali. 

Se in questo momento avessi la possibilità di spaccare tutto, probabilmente lo farei. Non posso trattenere le numerose e infinite lacrime, questa volta silenziose, insonorizzate nel petto di Derek. Luna era una bambina così dolce, intelligente e soprattutto con un'intera vita da vivere davanti. Lei e Josh sono ( o erano, non so più in che termini ragionare) molto legati, ne hanno passate tante assieme. 

'Dottore, e del ragazzo si hanno notizie?' chiede il padre di Dek. 

'Si' risponde. Io mi scosto da Derek per sentire meglio. 'Il ragazzo è fuori pericolo' dice accennando un mezzo sorriso, ma non mi sembra tanto convinto delle parole che escono dalla sua bocca. Tuttavia non posso fare a meno di fare un bel respiro liberatorio. 

'Però non possiamo dire che stia bene al cento per cento, certo ha diverse parti del corpo fratturate, ma non è per quello. Josh non si ricorda di niente. Per niente intendo la sua famiglia, il fatto di avere una sorella, gli amici e addirittura quando gli abbiamo detto che in sala lo stava aspettando la sua ragazza ha recitato la seguente frase "non mi ricordo di aver mai avuto una ragazza".' conclude il medico. 

C'è una piccola pausa tra le sue strazianti parole, in cui io non so cosa dire e cosa pensare. Quando continua a parlare, non posso fare a meno di uscire dalla stanza correndo. Con gli occhi pieni di lacrime e il cuore a pezzi. 

Cammino velocemente per qualche corridoio fino a quando non ne trovo uno completamente vuoto in cui mi fermo e piango. Josh mi ha dimenticata, ha dimenticato ogni singolo nostro momento passato assieme. Ha dimenticato tutte le sere passate a studiare biologia. Ha dimenticato le chiacchierate fatte sotto le stelle, ogni singolo sguardo. Il nostro litigio e quando mi ha posato quella bellissima collana tra le mani. Mi sento le guance in fiamme, a momenti non riesco a respirare dai lunghi singhiozzi che faccio. Piango anche perchè Josh non ricorda la prima persona che gli è stata vicina subito dopo la perdita dei suoi genitori: Luna. Cerco un bagno per lavarmi la faccia. Riesco a pensare ad una sola cosa in questo momento: voglio andare a casa, farmi una doccia bollente e credere che questo sia tutto un'incubo. Non voglio vedere subito Josh, l'idea di apparire ai suoi occhi come una semplice passante in visita mi fa star male, ma d'altro canto, devo vederlo. Mi manca. 

Uscendo dal bagno trovo mamma. Mi fa un sorriso stanco. 
'Il dottore ci ha detto che lavorando tanto si può rimediare' dice abbracciandomi. 'Verso le diciotto possiamo andare a visitarlo' continua. 

'voglio andare a casa' dico con voce stanca. Ho davvero bisogno di dormire, ancora. Di auto convincermi che tutto questo sia frutto della mia brutta immaginazione, anche se so benissimo che non è così.

Usciti dal bagno, ho saputo che gli zii di Josh e Derek, Amanda e Crystal sono andati a visitarlo poco fa. Parlando con il dottore, ho compreso che non è facile riacquistare la memoria, anzi, per il 70% dei casi è inutile. Ma mi ha detto che bisogna dedicarsi e raccontare quante più cose possibili. 'Agisci come se stessi raccontando la tua favola preferita ad un bambino prima di rimboccargli le coperte' mi ha detto il dottore. I dettagli non devono mai mancare, proprio come le descrizioni dei luoghi che frequentavamo di più. 

Adesso siamo i macchina, abbiamo preso la coperta dalla sala in cui abbiamo dormito. Appena rientrata a casa e dopo avermi fatto la doccia, mi stendo sul letto, rimboccandomi le coperte fino al naso e permettendo alle mie lacrime di bagnarmi per ancora un po' il mio viso. 

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Mi sono appena svegliata dopo una lunghissima dormita. Sono le diciassette e mezzo, mi sto preparando per andare da Josh. Forse non ho ancora realizzato tutto quello che è successo. Mi vesto, indosso una felpa di Leo, dei jeans e le mie all stars. Prima di scendere al piano di sotto per mangiare qualcosa, prendo il mio diario e un quaderno nuovo. Mamma mi ha preparato un'energica merenda, o almeno così lei l'ha denominata. Confesso di avere lo stomaco chiuso, ma devo mangiare se non voglio svenire durante la visita a Josh. 

Nel frattempo io stacco tutte le pagine di diario in cui parlo di Josh e le attacco in un'altro quaderno. Cerco di metterle dentro una bustina, così da formare una sorta di lettera. Dopo venti minuti ho raccolto per cinquanta pagine, o lettere se voglio essere precisa. 

'A che ti servono?' chiede Destiny avvicinandosi. Prima è venuta da me e mi ha spiegato quanto era dispiaciuta per l'accaduto. Lo apprezzo tanto. 

'Oh, emh, sono per Josh. Il dottore ha detto che i dettagli e le narrazioni aiutano la memoria, così ho deciso di raccontargli tutto su di noi. Dal giorno in cui ci siamo conosciti fino a quattro giorni fa' dico io un po' malinconica. 

Josh è la persona a cui tengo di più, l'unica che mi fa sentire veramente me stessa. L'unica che mi capisce. C'è un legame affettivo troppo grande e ho paura di perderlo veramente. Tamburellando le mie dita sul tavolo, mostro il mio lavoro a Destiny. Sono molto fiera di ciò che ha fatto, e non ho intenzione di mollare. So già che vedere Josh che non si ricorderà di me sarà veramente dura, ma non ho alcuna intenzione di mollare tutto. Io un tentativo lo faccio. Non voglio lasciare questa città sapendo che Josh Peters non si ricorderà chi sono. 

Mamma sta scendendo le scale, vuol dire che è arrivato il momento di andare in ospedale. 
Durante il tragitto, spiego a mia mamma cosa ho fatto e date le sue parole accompagnate dalle sue espressioni, deduco che sia una bella idea. 

Appena arriviamo, noto quell'entrata cupa, colori tra il grigio, il marron e il nero si alternano alle pareti, introducendo la porta d'ingresso, che mi porterà da Josh. Non so come mai un'ingresso mi possa provocare così tanta tristezza, ma dovrò farci l'abitudine. 

Cinquanta lettere piene di parole che forse per lui non avranno un significato così profondo adesso, ma sono anche le cinquanta lettere in cui io ho reso per iscritto tutto quello che Josh mi faceva provare. Chissà se questo grande fiume di parole lo aiuterà a riacquistare ciò che ha perso. 

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