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Puntuale come un orologio svizzero la sveglia impostata la sera prima sul cellulare da Benjamin iniziò a squillare senza fine, il moro infastidito allungò la mano verso il comodino in cerca dell'oggetto che avrebbe volentieri gettato fuori dalla finestra ma che si limitò a spegnere cliccando a casaccio sullo schermo solo per terminare quel fastidioso rumore.
-"devi alzarti benjamin" si ripetè mentalmente il moro ancora sdraiato sotto le lenzuola. La voglia di alzarsi quella mattina era pari a zero ma quando mai aveva voglia di alzarsi così presto lui la mattina? ma quel giorno gli toccava, tra qualche ora avrebbe avuto un volo lungo 11 ore che da Londra lo avrebbe portato dritto dritto in California dove momentaneamente abitava suo padre, la fidanzata di sua padre e a quanto pare questa aveva pure un figlio.
Una settimana prima il moro ricevette una chiamata dal padre dove lo implorava di venire fino a lì perché il figlio della sua compagna aveva bisogno di compagnia, e non era nemmeno tanto apposto, insomma aveva bisogno di qualcuno e a detta del padre Benjamin era ciò che faceva per lui, nonostante la piccola discussione e i vari tira e molla tra 'no papà non vengo, trova qualcun altro' e i 'benjamin fallo per me e per Miranda, ci tiene davvero tanto' alla fine Benjamin decise di accettare a condizioni che se ne sarebbe potuto andare quando gli pareva.

Dopo una fresca doccia e una colazione abbondante Benjamin era pronto per dirigersi in aeroporto
-"grazie a dio sei sempre puntuale, come farei senza di te taylor" sorrise Benjamin porgendo la sua valigia all'uomo davanti a se per poi salire sull'auto.
Taylor era il suo autista personale, Il ragazzo chiedeva e lui esaudiva, il padre di Benjamin era capo di due grandi aziende e quindi al figlio non faceva mancare mai niente
-"allora questa volta dove la porto signorino?" chiese l'uomo sorridendo leggermente una volta salito nuovamente in macchina
-"chiamami ben sai che non sopporto quando mi danno del lei è tutte quelle stupidate, comunque in aeroporto, papà vuole che lo raggiunga in California per fare da babysitter al figlio della sua fidanzata, proprio me doveva scegliere ti pare? è assurdo, con tutte le persone che poteva trovare proprio me" sbuffò benjamin guardando fuori dal finestrino, taylor ridacchiò tenendo lo sguardo fisso sulla strada mentre guidava
-"beh sono sicuro che sarà divertente, non lamentarti prima del previsto"
-"oh ne sono sicurissimo, non so nemmeno quanti anni ha o come si chiama quello"
l'uomo accanto a Benjamin sorrise dolcemente fermandosi davanti all'aeroporto
-"eccoci qui" annunciò taylor guardando il moro accanto a se, Benjamin lo guardò accennando un piccolo sorriso -"allora ci vediamo appena torno" replicò il moro aprendo lo sportello della macchina pronto a scendere
-"quando vuoi sai dove trovarmi"
Benjamin annuì sorridendo per poi scendere dalla macchina, prendere la sua valigia e dirigersi verso l'entrata dell'aeroporto pronto per il lungo e noioso viaggio che lo aspettava.
Ormai gli aeroporti erano parte costante della vita di Benjamin. a causa del lavoro del padre, dopo la morte della madre i due erano quasi sempre in viaggio e raramente il moro riusciva a godersi il posto in cui stava, la sua vita ormai era un viaggio continuo

-"si papà, okay..ci vediamo la, sto salendo ora sull'aereo devo mettere giù, ciao" il moro bloccò il telefono sbuffando mentre saliva le scalette dell'aereo per poi cercare il suo posto una volta dentro e sedersi, un sospiro di sollievo fuoriuscì dalle sue labbra notando che nessuno aveva ancora preso posto accanto al suo, preferiva di gran lunga non avere nessuno accanto anche se avrebbe passato probabilmente la maggior parte del tempo a dormire o guardarsi dei film a caso che probabilmente non aveva nemmeno voglia di vedere ma undici ore di volo erano lunghe e qualcosa da fare dovevi pur trovarlo così non ci pensò due volte a tirare fuori l'iPod e le cuffiette dalla tasca dei suoi skinny neri per poi far partire l'ultimo album di ed sheeran. Un ragazzo dagli occhi color verde smeraldo e un ciuffo castano scompigliato che gli ricadeva sulla fronte nel frattempo si sedette accanto a lui mentre borbottava qualcosa di incomprensibile, benjamin si voltò verso di lui con un espressione annoiata ma che cambiò subito una volta visto il ragazzo, il moro pensò subito che fosse davvero bello e al posto degli occhi sembrava avere due smeraldi
-"scusa disturbo?" chiese il ragazzo dagli occhi verdi che non esitò ad aspettare la risposta del moro per sedersi
-"ehm, no, fai pure" rispose benjamin tornando a guardare fuori dal finestrino con 'castle on the hill' che gli pompava nelle cuffiette
-"come ti chiami?" chiese il ragazzo guardando il moro che si tolse una cuffietta e si voltò nuovamente verso di lui -"ascolta ti sei seduto accanto a me ma questo non significa che dobbiamo parlare, vorrei ascoltare la mia musica in pace se non ti dispiace"-
-"uo uo, scusami moretto, non era mia intenzione farti incazzare"
-"non sono incazzato" replicò Benjamin alzando gli occhi al cielo
-"mi hai praticamente attaccato, comunque bastava dirlo in maniera gentile e lo avrei capito" disse il ragazzo fissando il moro al suo fianco
-"scusami hai ragione..io..non era mia intenzione non so cosa mi è preso, sono solo stressato, comunque sono Benjamin, piacere" il moro allungò la mano verso il ragazzo di cui non sapeva ancora il nome al suo fianco sperando accettasse le sue scuse, il ragazzo dagli occhi verdi accennò un sorriso e strinse la sua mano senza togliergli gli occhi di dosso -"piacere jason"
'diamine, aveva anche un bel sorriso' pensò tra se e se benjamin, okay, era passata più o meno un'oretta da quando era salito su quell'aereo, aveva appena conosciuto jason quindi le 10 ore a venire non sarebbero state poi cosi noiose o almeno ci sperava.
-"allora, Benjamin cosa ti porta verso la California?" chiese jason sistemandosi per bene sul sedile
-"mio papà per ora è lì insieme alla sua fidanzata" replicò Benjamin che al solo pensiero non aveva nemmeno voglia di arrivarci in California
-"la California non è male, sono sicuro che ti divertirai" disse jason accennando un sorriso, il moro fece spallucce -"spero di sì, è la prima volta che ci vado"
-"beh allora se sei da quelle parti possiamo uscire qualche volta così la tua estate non sarà poi così male"
Benjamin sgranò gli occhi, jason lo stava già praticamente invitando ad uscire o una cosa del genere e si conoscevo da quanto? venti minuti?
-"okay, andata" rispose il moro sorridendo leggermente -"tu invece? cosa ti porta qui?" aggiunse poi
-"ci abito, ero a fare una mini vacanza e sono di ritorno"
-"oh capisco, niente male insomma" sussurrò il moro spegnendo l'iPod
-"già, niente male" ridacchiò il ragazzo dagli occhi verdi

Le ore a venire passarono abbastanza veloci come previsto dal moro, tra film, musica e jason che non smetteva di fargli domande sulla sua vita, su che musica ascoltasse oltre a ed sheeran e sul che cosa gli piacesse fare nel tempo libero mentre del ragazzo sapeva solo che si chiamava jason, aveva 22 anni e nel tempo libero giocava a basket in realtà avrebbe voluto sapere di più sulla vita del ragazzo ma il moro non era il tipo che faceva tremila domande.
Una volta atterrati Benjamin si alzò sbadigliando uscendo dal posto in cui restò seduto per undici ore quasi interminabili, cosa da pazzi
-"allora ci conto, ci vediamo in questi giorni" disse jason imitandolo
-"si, perché no, anche se sarà un po' difficile rintracciarti dato che non ho il tuo numero" replicò benjamin sorridendo
-"già, scusami!" esclamò il biondo che prese subito l'iPod dalle mani del moro, andò nelle note e segnò il suo numero di cellulare per poi ridarglielo
-"grazie, mi farò sentire allora" si limitò a rispondere benjamin per poi scendere dall'aereo lasciando il ragazzo alle sue spalle.
Finalmente a terra poteva sgranchirsi le gambe che a momenti non sentiva più mentre andò a recuperare la valigia per poi aspettare il padre che sarebbe dovuto venire a prenderlo ma come sempre era in ritardo
-"Benjamin! figliolo!" esclamò un uomo alle sue spalle che si avvicinò velocemente al ragazzo
-"hei papà" rispose il moro sorridendo leggermente mentre trascinava la valigia al suo fianco
-"questa la prendo io, ma prima lasciati abbracciare, sono felice di vederti ci tenevo tanto al fatto che tu venissi" disse l'uomo esaltato mentre tirò Benjamin a se in un abbraccio dandogli qualche pacca sulla schiena
-"ed eccomi qui" replicò il moro ricambiando l'abbraccio e lasciando che il padre prendesse le sue cose
-"andiamo Miranda e federico ci stanno aspettando a casa"
-"quindi è così che si chiama? Federico?" chiese Benjamin avvicinandosi alla macchina per poi salire nei posti davanti
-"si, non ha molti amici ben e diciamo che non sta tanto bene..per favore cerca di essere carino con lui"
-"che intendi per non sta tanto bene?" chiese confuso il moro una volta partiti
-"gli è morto il padre da poco e tende ad allontanare tutti, Miranda non sa più che fare..speravamo tu potessi darci una mano"
-"capisco, mi dispiace posso capire come si sente..dopo la mamma.."
Il padre sospirò portando una mano sulla spalla del figlio stringendola leggermente -"lo so tesoro, ma pensiamo solo alle cose belle ora d'accordo? sono sicuro che ti divertirai e che starete bene insieme"
-"s-si sicuramente" replicò il moro guardando poi fuori dal finestrino perdendosi nei suoi pensieri.

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i'm baaaaack, come vi avevo promesso sono tornata con una nuova storia, ci ho messo un po' ma c'è l'ho fatta, spero che anche questa vi piaccia e che vada meglio della prima 🤞🏻
vi voglio bene 🌷
- jes

Don't let me go || fenji Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora