La città qui è gigantesca e devo dire che non mi ci trovo per niente, anche se metà delle cose sembrano già essere incorporate in questo mio corpo, io al contrario, mi sento a disagio al riguardo. Seguo le vie una dietro l'altra cercando di ricordarmi dei particolari che mi riportino indietro, nel mentre gli umani mi passano accanto e non riconoscono la mia natura, sembrano non esserne nemmeno a conoscenza.
"Forse è davvero così" mi convinco, sperando almeno di non essere in pericolo da questo punto di vista.
Questa città di nome Praga è molto strana. Non sapevo cosa immaginarmi in realtà perché non ho idea di come siano fatte sia le case, sia le strade, io conosco solo alberi e sentieri e qui sembra non esserci niente di tutto ciò.
Posso dire che sfoggia molto il colore da queste parti dato che le vie sono di diverse tonalità che sembrano incastrarsi perfettamente. Non posso fare a meno di notare poi questi tetti efficacemente a punta. Come se puntassero sempre verso l'alto in modo impeccabile, non so dire come, ma dà questo effetto.
<<A mio padre sarebbe piaciuto>> commento con un tono che si abbassa a ogni lettera. Si, gli sarebbe piaciuto davvero questa città, probabilmente se fossimo nati umani, questa sarebbe stata la nostra città.
<<Cosa?>> Mi volto spaventata verso la voce e vedo un ragazzo.
"Ma questo che vuole?" mi domando fissandolo e senza rispondere, anche se, guardandolo meglio riconosco lo stesso ragazzo della sera prima, quello che ho incontrato prima di scappare come una pazza.
"Lui sa, sennò non mi starebbe dietro" mi ripeto e con piccoli passi indietreggio fino ad arrivare a un punto in cui mi accorgo che non posso andare oltre.
<<Scusami se ti ho spaventato, un'altra volta a quanto pare, comunque io sono Samuel, piacere>> Dice avanzando con la mano e lasciandola a mezz'aria posta di lato.
"Ma che manie strane di saluto che hanno" dico mentre gli batto il cinque. So che gli umani lo fanno spesso, me lo ha detto Gos e per questo che da noi è nata la moda del: "Qua la zampa" che doveva somigliare a questo loro gesto.
Il ragazzo mi fissa per tempo poi ride guardandosi la mano e la rimette dov'era, cioè accanto al suo fianco.
<<Come ti chiami?>>
<<Hollis>> gli dico dopo poco.
Stavolta è lui a fare indietro come se si fosse accorto che non sono pericolosa e posso essere lasciata in pace.
<<Molto piacere... da dove vieni?>> continua a chiedere e io comincio a sentirmi opprimere da tutte queste sue domande.
E di fatti mi allontano come sempre, correndo dalla parte sua opposta, ma, ancora una volta, la sua mano sfiora il mio braccio costringendomi a fermarmi dato che non ho né la forza di correre come un lupo, né la possibilità di azzannarlo come tale.
<<Perché scappi sempre?>>
<<Cosa te ne importa?>> Grido del tutto arrabbiata.
<<Volevo solo conoscere da quale parte del mondo può venire una ragazza che invece di stringere la mano, batte il cinque>>
<<Stringere la mano?>>
Rimane confuso e ride di gusto, tanto che mi fa saltare i nervi.
"Ma chi si crede questo?"
<<Non so se lo sai- inizia -ma quando due persone si presentano, allungano le mani per stringerle, segno di pace >> mi spiega e io mi sento una scema per non essere a conoscenza di questo fatto che probabilmente è di base.
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The Death Key (The death Series)
WerewolfTalia ha da sempre sentito parlare degli umani, ma non ha mai pensato di finire in mezzo a quella razza che ha sterminato la sua specie. Gos, capobranco della tribù dei Bianchi già aveva deciso il suo destino, senza però avere il suo consenso. Per...