13. i see you, i feel you

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Samuel

Non riesco a capire cosa mi stia succedendo. Ho diverse immagini nella testa che fuoriescono in momenti non opportuni e sembra che abbiano una sequenza precisa, che però non riesco a riordinare.

Mi passo le mani sulla faccia diverse volte e cerco di soffocare un piccolo urlo, ma del tutto inutile.

Sento un peso nel petto che mi preme, al tempo stesso un vuoto nello stomaco che non riesco a comprendere. Mi manca qualcosa, ma non so

definire cosa ed è una sensazione che odio, ma che continuo ad avere fin da quando ne ho memoria.

<<La colpa è tua, vero?>> Dico riferendomi proprio a lui: mio fratello Connor.

Penso che la colpa di questa mancanza sia lui perché infondo l'ho adorato tanto, quanto odiato successivamente. La sua delusione è stata troppo per me, dato che ero abituato a vederlo come il mio modello di vita, la sua ambizione ammirevole eppure fu la sua rovina. Il perfetto figlio che sbagliò e fece sbagliare pure me.

Cominciai a nutrire un sentimento che non mi piaceva nemmeno, ma era invitabile: non ascoltava mai nessuno, viveva di testa sua, ed infatti, a dodici anni non sentii più sue notizie.

Comunque, non tutto il Puzzle è chiaro, ci sono situazioni che non tornano e ricordi che entrano nella mia testa, ma non ricordo di averli mai vissuti. Oppure ci sono cose che so di aver vissuto, ma è come se l'avessi fatto, la cosa stranissima è che riguarda ciò è successo nella storia. Quando la professoressa a scuola mi parlava delle vicende, io conoscevo tutto, ma non tatto l'accaduto che volendo lo potevo aver letto in un giornale, ma dettagli impercettibili, come il sorriso di un passante che in quel momento era lì e non sono mai riuscito a capire se fosse mia immaginazione, se fossi pazzo o se c'è qualcosa dietro che non mi spiego.

Sono umano, ma ho sempre sospettato nel sovrannaturale, come se qualcuno di questa specie mi sorvegliasse, ma non arrivo mai a comprendere in nesso.

Mi alzo dal letto stanco pure dei miei pensieri e mi dirigo in cucina, controllando il telefono di volta in volta, ma di Holly nessuna traccia, non mi va nemmeno di cercarla, ha un carattere particolare che mi attrae in modo indescrivibile, beh, oltre al fisico mozzafiato. Penso che tra noi ci sia qualcosa, ma ha una specie di relazione con questo capo Gos che non conosco, ma provo un senso di disgusto verso di lui, come se in passato mi avesse fatto un torto imperdonabile. Sospiro nuovamente.

"Esiste un modo che non implica la morte, per smettere di pensare?" Quasi mi metto a ridere per quella stupida domanda e vado a fare colazione, in santa pace.

Ma, non mi sento tranquillo. È costante presenza e assenza che sento accanto.

Non ricordo il momento in cui ho iniziato a provare ciò per lui, come se tra i due sentimenti, non ci fosse un collegamento, come se qualcuno mi avesse strappato via un pezzo, ma continuo a non capire.

Scaravento il bicchiere a terra frantumandolo in mille pezzettini ed insieme ad esso, il liquido si diffonde nel pavimento.

"Esci" ordino. Ma come fai a parlare con chi non è fisicamente accanto a te?

Mi immagino la voce di Connor, gliene ho assegnata una arrogante e insopportabile, schietta poi, proprio come era lui.
Come può un bambino di dodici anni morire perché si è buttato da un palazzo per andare in uno situato a pochi metri più in basso, ma sbagliando il calcolo ha voluto sfidare la gravità e beh, ha vinto lei.

Mi ha lasciato solo con me stesso e sono venuto a Praga appena possibile per lasciarmi il suo mondo e ciò che lo ricordava alle spalle... ma non è stato proprio così. Ho rischiato anche io molte volte, sono finito in coma gravemente per un tempo molto lungo di un paio di anni, anche se questo non lo sa nessuno.

Il campanello suona e ne rimango sollevato. Vado ad aprire con solo i boxer e rimango sorpreso quando davanti a me vedo Ester.

<<Ciao>> dico e lei ci mette qualche secondo a riprendersi, come se non avesse mai visto un ragazzo a petto nudo ed è tanto carina e dolce a vederla.

<<C-ciao – balbetta – posso entrare?>>

Mi sposto di lato per lasciarla passare e rimane perplessa nel vedere la mia tazza scaraventata a terra, poi si gira verso me con aria preoccupata.

<<Mi è scivolata>> mento e lei regge il gioco, probabilmente perché in questo momento non le interessa neanche. La vedo stanca, esaurita con due occhiaie da far invidia a un panda.

<<Che succede?>> si siede sul divano e mi fissa strofinandosi le mani diverse volte, per poi staccarle, metterle sulle ginocchia, stringere e ricominciare a strofinare. È un rituale di nervosismo chiaro.

"Okay, mettiamola a suo agio" dico mentre mi avvicino in quel divano che raccoglie ancora ricordi caldi di qualche giorno fa.

<<Che succede?>>ripeto incitandola.

<<Sto impazzendo... dico davvero>> rivela e spalanca gli occhi per poi uscirsene con una risata isterica.

"Seriamente, è pazza" arrivo a pensare, ma non voglio darlo ancora a vedere, vediamo se posso rimediare.

<<Perché dici così?>>

Stavolta si alza facendomi innervosire, non sopporto la gente agitata in maniera eccessiva, voglio la sicurezza... lei sembra avere tutto tranne che quello.

<<Guarda>> pronuncia soltanto ed improvvisamente il fornello della cucina inizia ad emettere fuoco.

Guardo Ester e la vedo agire le mani e dire qualcosa in una lingua totalmente incomprensibile.

<<Ma che...?>> non riesco a finire che mi allontano da lei con le mani nei capelli, rischiando anche di sbattere in diversi mobili.

"Lo sapevo esisteva il sovrannaturale, ma trovarmelo davanti..."

Cavolo. Cos'è quindi? Una strega? Un drago umano?

<<Dimmi qualcosa ti prego>> mi supplica, ma io non faccio altro che guardare quella fiamma che è come se entrasse dentro me, come se mi marchiasse e non so dire perché mi causa questo particolare effetto.

<<Non so che dir... ah>> impreco strofinandomi l'occhio che improvvisamente inizia a farmi un male assurdo.

<<Cosa?>> mi chiede lei ma la allontano perché penso che la causa sia proprio lei.

<<Vai via Ester>> ordino e le indico la porta senza riuscire ad aprire gli occhi.

La sento impaurita, anche senza il bisogno necessario di vederla, percepisco il suo dolore a pelle. Posso essere un buon amico per lei, ma prova dei sentimenti per me e questa già è una barriera per impedire un'amicizia... tralasciando poi il fatto che beh, a me piace Holly da impazzire. Già, impazzire.

<<Scusa...>> mi sussurra a fil di voce mentre sbatte la porta in un tonfo assordante.

Alzo lo sguardo solo allora incrociando il mio riflesso e noto i miei occhi di un colore sbiadito, quasi tendente al giallo, ma dura solo una frazione di secondo prima di tornare normali, celesti.

<<Esteer>> urlo come un lupo ulula alla luna, con tale rabbia e prepotenza.

"Cosa diavolo mi hai fatto?"

*Spazio Autrice* 
Sorpresaa! Aggiornamento e Sam's POV. Che ne pensate? Ha ammesso di essere un umano... ma manca un pezzo del suo passato, come mai? 
Che ruolo ha il fratello, Connor, secondo voi un personaggio importante? 
E Ester che mostra la sua natura... si farà mai aiutare? 
Ora basta con le mie domande, a voi le risposte ❤❤

The Death Key (The death Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora